Remco Evenepoel torna in rosa, ma torna pure sulla terra. Il giovane belga ha vinto per appena un secondo la cronometro Savignano sul Rubicone-Cesena, si è ripreso il simbolo del primato, ma non ha sbriciolato gli avversari come tutti si aspettavano alla vigilia. Dopo una settimana di corsa il Giro è apertissimo, o almeno questa è la sentenza che sembrano aver pronunciato le strade di Marco Pantani, piene di suoi tifosi che non hanno perso l’occasione di ricordarlo nella sua terra. Sotto il diluvio di Cesena, che si è placato un po’ solo quando sono arrivati i più forti (partiti più tardi secondo l’ordine invertito della classifica), è andata a finire che il vincitore è quello che sorride di meno. I suoi avversari, lo sloveno Primosz Roglic e i due britannici della Ineos, il vincitore del Giro 2020 Tao Geoghegan Hart e la maglia gialla del tour 2018 Geraint Thomas hanno tutti meno di un minuto di ritardo. E visto che l’enfant prodige fiammingo in maglia iridata si è dimostrato vulnerabile in salita, sono gli sconfitti quelli che a ben vedere hanno più ragioni di sorridere. Il giorno di riposo di domani, dopo una settimana intensa, servirà a tutti per chiarirsi le idee su un Giro dove non c’è niente di prevedibile e niente sembra essere come in realtà si rivela.
Dopo la prestazione da marziano nella prima cronometro dei Trabocchi, tutti si aspettavano che Re Remco traesse il dado e varcasse il Rubicone a velocità supersonica, imponendo ai suoi avversari di prendere la sveglia per misurare il ritardo e avere così la possibilità di gestire gli attacchi nelle tappe di montagna che arriveranno dal prossimo fine settimana. Ma così non è stato. Ammaina la rosa il titolare delle ultime tappe, il norvegese Leknessund, che nei prossimi anni potrebbe ripresentarsi con qualche ambizione, dopo aver vissuto quello che poteva sembrare solo un sogno. La cronometro romagnola, piatta e abbastanza lunga, si adattava bene agli specialisti. Un protagonista sicuro è stato però costretto a fermarsi alla vigilia: a causa di una positività al Covid non era al via infatti Filippo Ganna. E quindi ogni pronostico lasciava immaginare una cavalcata di Evenepoel. E invece la classifica della cronometro vede distacchi che quasi non sono distacchi: un secondo a Thomas, due a Geoghegan Hart, 17 a Roglic. Briciole.
E non ci sono nemmeno solo loro: Almeida e Vlasov restano in classifica e sono delle mine vaganti. A tenere a galla il non sempre entusiasmante ciclismo italiano c’è Damiano Caruso, che di secondi da Evenepoel ne prende una quarantina che lo portano in ottava posizione a un paio di minuti. Il siciliano è un fondista, sul podio al giro ci è già salito e come si fa se lo ricorda. Il ciclismo italiano avrà un protagonista nelle prossime due settimane. E così, nel Giro d’Italia dove niente è quello che sembra, il vincitore della cronometro di Cesena e la nuova maglia rosa sorride solo a mezza bocca. “La strada per Roma è ancora lunga – dice Evenepoel al villaggio Technogym che ha ospitato l’arrivo – il giro vero e proprio comincia ora. Abbiamo vinto due tappe e ora dobbiamo goderci ogni giorno la maglia rosa”. Evenepoel ha detto di soffrire particolarmente la pioggia e anche la doppia caduta della tappa di Salerno potrebbe aver lasciato qualche strascico. Ora lo attaccheranno senza pietà: lo farà Roglic e lo faranno gli inglesi della Ineos che a questo punto avranno la sempre vantaggiosa possibilità di correre a due punte. Con il 37enne Thomas che se dovesse arrivare ai Fori Imperiali in maglia rosa batterebbe il record di Fiorenzo Magni di vincitore più vecchio del Giro.