– ROMA, 02 GEN – Con l’arrivo del nuovo anno Daniele Cernilli, curatore della guida DoctorWine e uno degli esperti italiani di chiara fama in campo enologico, prova a delineare la geografia delle prossime zone di produzione italiane atte a guadagnare la ribalta internazionale. Posto che Barolo, Barbaresco, Brunello, Bolgheri, Amarone, qualche Supertuscan e qualche Gran Selezione del Chianti Classico facciano ormai parte del Gotha dei vini del mondo, sono sulla rampa di lancio, evidenzia Cernilli, Etna e Alto Adige. Inoltre i bianchi friulani stanno recuperando terreno dopo qualche anno di appannamento. Nel prossimo futuro i vini e regioni viticole che potrebbero avere un percorso simile devono possedere, precisa Cernilli, almeno tre requisiti. Il primo è la massa critica della produzione. Il secondo è un adeguato numero di produttori che appartengano inoltre a diverse tipologie. Viticoltori, ovviamente, ma in parte anche aziende più grandi e realtà cooperative, come accade in tutte le regioni vitivinicole importanti del mondo, Borgogna e Champagne comprese. Il terzo è la capacità di fare del “branding” territoriale, cercando di far conoscere i propri territori in modo chiaro ed efficace. A giudizio di DoctorWine tra le zone più adatte a soddisfare queste il Nord Piemonte. Non solo la parte dei vini a base Nebbiolo, come Gattinara, Ghemme, Carema, Boca, Fara, Sizzano e Bramaterra. Anche le aree di Chieri, di Caluso e del Monferrato Casalese e dell’Astigiano settentrionale, con vitigni come Freisa, Grignolino, Erbaluce, hanno potenzialità notevoli.
Ci stanno seriamente provando anche in Romagna, con le ben 19 sottozone dedicate al Sangiovese, che quanto meno dimostrano che le differenze fra i vari territori sono reali e molto chiare.
Nel frattempo in Sardegna assistiamo alla nascita di tante nuove e valide aziende in differenti zone, e in Campania, dove ormai esistono decine di cantine che propongono vini fantastici, dai Campi Flegrei al Vesuvio, dal Sannio al Cilento, dalle zone del Casertano all’Irpinia, ovviamente. “Ho la sensazione che alcuni dei grandi vini prossimi venturi potrebbero arrivare proprio da quelle zone” conclude Cernilli. .