Castelmola

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Il bagliore argentato della luna solitaria  nell’acqua pacata del paese dei Giganti

commemora la gioia di vivere che sprizzava dai vivi occhi dolcissimi

e il corpo che dilaniava di vivo luccichio, e il mulino delle favole che macinava

il grano dorato.

Albeggia la notte sull’isolotto e al castello,

in tornanti sul capo del mondo, sulle spiagge

fin sotto lo stretto, evocando partenze di gabbiani.

Quelle albe si sono consumate e restano giunchi piegati alla scorza invernale.

Una bolla d’estate sconvolge il sole di nuovi giorni, di nuovi occhi da serbare

nella mente vissuta.

Questi giorni di settembre trascorrono austeri,

si attardano a ricordare i nostri visi infantili allertati dal mistero.

 

 

1974

Un grappolo di luci ancorate sulla darsena,

e la collina non si scorge, ma veglia la notte

col capo accerchiato da figure di ambra.

Silenziosamente aspetto il nuovo giorno

al suono della musica del mondo.

Ogni fruscio è un sospetto allarmante.

Non disturbate la mia Gioia di vivere

che dorme supina su una coltre di giorni.

Non disturbate la mia malinconia                                                     shutterstock_123417493

dallo sguardo affascinato e brillante.

Era bello il tuo corpo di bimba,

e le tue mani di cera fondente.

Con le tue mani fredde mi hai lasciato

in questo turbine d’avorio.

Fuori è buio e il buio ancora

copre la mia allegria.

Ma sento già crescere dentro, incontenibile,

quel sorrisetto solito e beffardo.

 

 

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Castelmolaultima modifica: 2005-02-15T20:28:45+01:00da bon.accorso