Il Paese dei Giganti


Teatrino millenario

  Smettiamola con questo teatrino moderno, con questi venti di guerra che preannunciano la fine, improvvisa come un sorriso, con i falsi sorrisi di una tristezza monotona e obliqua. La nostra religione dorme nell'odio, nelle lacrime la speranza di pace; imitiamo la gioia, saltiamo nel vuoto, tentiamo un’effimera salvezza. Emergeremo dalle onde fluttuanti per spiare il mondo dalle stelle, dallo spazio infinito ci sorprenderemo della nostra fugacità di uomini soldato. I potenti della Terra, votati alla distruzione, percorrono strade incerte, selve e deserti aridi, attraversano prati macchiati dal sangue di fratelli, fra barriere di nubi che sono illusioni. Nei rissosi rintocchi ai ritmi secchi del tempo mi lascerò trasportare da passi vellutati, mi rinnoverò nella voce gentile della preghiera che invoca un’infallibile dimora, ispirato dal cuore, dall'operosità, da qui all'eternità.