Queste pagine portano in scena giorni vissuti
e giorni da vivere,
mimano mosse della vita che si esalta
e si deride.
Queste pagine sono una vita e svelano piste
su edifici di parole,
la mia illusione forte, dove in futuro
voglio abitare;
sperimentano una flebile e pungente
voce umana,
una preghiera, e non urla.
Queste pagine, giorno dopo giorno,
alimentano il garbo,
incoraggiano il mondo liberato dalle avversioni.
Categoria: Senza categoria
Empty endless roads
March 30, 2020
Empty and endless roads under threatening clouds,
this is a wild life now, reminiscent of an ancient pain.
Blocked by a cruel molecule, by a vapor,
we listen to conflicting opinions that feed fear,
we live days deprived of everyday life,
of the usual, unconsciously fantastic images.
The essential is an infinite mosaic, a brilliant truth,
austere sanctuary akin to God in confined space.
The earth powerful men, surprised in impotence,
betray hypocrisy, defeated by the invisible weapon.
When everything is over we will go to the old church,
in the fresh air of mountains,
and the still chill wind will rule our face;
survivors we will remember these days as a lesson,
as a warning.
We will light the lamps of faith and hope
not to forget the prayers that heal the world.
Una molecola
30 marzo 2020
Strade vuote e interminabili sotto le nuvole minacciose,
è questa ora una vita feroce, memore di un dolore antico
e addormentato.
Bloccati da una molecola crudele, da un vapore,
ascoltiamo opinioni contrastanti che alimentano la paura,
viviamo giorni privati del quotidiano,
delle immagini consuete, inconsapevolmente fantastiche.
L’essenziale, nello spazio ristretto,
è un mosaico infinito, una verità brillante,
austero santuario affine a Dio.
I potenti della terra, sorpresi nell’impotenza,
tradiscono ipocrisie, sconfitti dall’arma invisibile
e insidiosa.
Quando questo sarà finito andremo alla vecchia chiesetta,
nell’aria fresca di monti,
e il vento ancora gelido ci righerà il viso;
superstiti ricorderemo questi giorni come una lezione,
come un monito.
Accenderemo lampade della fede e della speranza
per non dimenticare le preghiere che guariscono il mondo.
Memories
Blaise Pascal, Grandezza e Miseria dell’uomo
Conoscersi miserabili è un segno di miseria,
ma è in pari tempo un segno di grandezza.
Non si è miserabili se non si sente di esserlo:
una casa rovinata non lo è.
Soltanto l’uomo è miserabile.
Nel pensiero sta la grandezza dell’uomo.
L’uomo non è che una canna,
la più fragile della natura, ma una canna che pensa.
Non occorre che l’Universo intero si armi per annientarlo,
un vapore, una goccia d’acqua bastano ad ucciderlo.
Ma, quando pure l’Universo lo schiacciasse,
l’uomo sarebbe sempre più nobile di quel che lo uccide
perchè sa di morire
e della superiorità che l’Universo ha su di lui.
Mentre l’Universo non ne sa nulla.
Se egli si esalta lo deprimo,
se si abbassa lo esalto,
e sempre lo contraddico, fino a che comprenda
che è un mostro incomprensibile.
Blaise Pascal, 1623-1662
Teatrino millenario
Smettiamola con questo teatrino moderno, con questi venti di guerra
che preannunciano la fine, improvvisa come un sorriso,
con i falsi sorrisi di una tristezza monotona e obliqua.
La nostra religione dorme nell’odio, nelle lacrime la speranza di pace;
imitiamo la gioia, saltiamo nel vuoto, tentiamo un’effimera salvezza.
Emergeremo dalle onde fluttuanti per spiare il mondo dalle stelle,
dallo spazio infinito ci sorprenderemo della nostra fugacità
di uomini soldato.
I potenti della Terra, votati alla distruzione, percorrono
strade incerte, selve e deserti aridi, attraversano prati
macchiati dal sangue di fratelli, fra barriere di nubi che sono illusioni.
Nei rissosi rintocchi ai ritmi secchi del tempo mi lascerò trasportare
da passi vellutati, mi rinnoverò nella voce gentile della preghiera
che invoca un’infallibile dimora, ispirato dal cuore, dall’operosità, da qui all’eternità.
.
Questo film
Venezia, 2 dicembre 2019
Questo film l’avevo già visto. Una mezzanotte siciliana, di quelle che pensavi di dormire, e invece scappi di corsa col fiato in gola, con il cuore esagerato di battiti, l’immaginazione e la realtà come una pista di atterraggio, illuminata da luci multicolori, luccicanti, e il mare dai riflessi cangianti. Questo film l’avevo già visto. La sala d’attesa e una lampada tondeggiante, camici bianchi, ascensori infaticabili su e giù per i piani illuminati nella notte. Ti ho visto con i miei occhi ancora una volta bagnati da lacrime di felicità, dalla commozione irrefrenabile, galoppante. Con le lacrime di gioia prendeva corpo il palco verde e infinito, teatro palpitante dell’umanità intera, e ti guardavo la prima volta quando cominciavi il magico viaggio, udivo le parole dolci, balbettanti e struggenti; i tuoi passi incerti ricordavano i miei, da tempo immemorabile nel giardino infantile, con i gelsomini schizzati nel sole. I passi diventavano sicuri e le parole fiabe e preghiere della mente saziata di rettitudine. Giovanna Maria, questo film l’avevo già visto, avevo gustato lo sguardo di bimba tra le mie braccia, ammirato il segno tangibile della tua integrità morale, i sorprendenti giri di danza, i pensieri genuini. Vi vedo nella stanzetta a giocare, tu e Tiziana, scusa Cristiana… Ricordo le fontane di Tivoli, le Terme di Chianciano e la musica del cuore. Questo film lo voglio gustare, questo film lo voglio rivedere, lo voglio imprimere in mente e rivivere le scene giorno per giorno, nell’effimero tentativo di ricominciare, tornare indietro e avanti come se il tempo non esistesse, come se non segnasse rughe sul viso, grandi come trincee. Questa pellicola di sogno rivela gli studi impegnativi e profondi, lo sfondo incredibile e suggestivo della laguna, il traguardo raggiunto con forza e determinazione, la mia testa ubriaca di felicità. Buon compleanno Giovanna Maria, buon compleanno pellicola di sogno che è la nostra vita, la nostra famiglia, il nostro legame reciproco, sentiero luminoso che supera ogni ostacolo, forza interiore sulla quale abbiamo la fortuna di poter sempre contare. Tanti auguri deliziosetta, che il tempo ti riservi le gioie e le soddisfazioni che meriti; la vita non è un film, ma gli somiglia tanto.
N.B.
17-11-2019
Dentro una lacrima
Dentro una lacrima si agita il mare e viaggiano gioie
e tristezze,
nubi delle terre morbide dell’anima.
Dentro una lacrima spadroneggia l’umanità,
molecola e universo
di parole e gesti, sentieri facili o tortuosi, emozioni.
Nelle lacrime prende corpo il microcosmo del cuore,
che insegue il ritmo di spartiti, pentagrammi di gioia
e vuoti dell’amarezza.
Viaggiami nelle lacrime, negli atomi dell’esistenza,
per distendermi e nuotare
e sparire e riapparire, come delfino
dentro una lacrima spettacolare.
Sorrisi e paure muovono giorni
in pellicole di sogno;
ogni singola lacrima ospita il mondo
piccolo nello spazio,
riscattato da bassezze e miserie,
nella divina indulgenza risorgimento dalle paludi
e dai dolori.
Questa è una lacrima,
e dentro
impetuosamente si consuma il magico viaggio.
“Quante cose in quella camera! Ogni giorno in esplorazione in quell’universo, dove niente è indifferente, tutto ha valore, un uomo o una mosca; tutto vive egualmente: il gatto, il fuoco, la tavola, i granelli di polvere che danzano in un raggio di sole. La camera è un paese; un giorno è una vita.”
Romain Rolland
(Jean -Christophe)
Questo frammento dal romanzo di Rolland mi riporta a un vecchio foglio scolastico, rubato a mio figlio, che già da piccolo scriveva in Inglese:
“It was December and it was snowing gently outside; I was looking through the window, it was so dark outside, only the weak light of the light bulbs reflected on the snow, it covered everything and the trees were bended under that weight. On the ground were footprints of people running towards their houses slowly covered, and the smoke from the chimney pot flowed towards the sky. Far from me I could see the Christmas stars shining in the darkness, on the balconies the wind was blowing continuously. The Christmas stars seemed to be the only thing which would survive outside. This silence only broken by the wind infused an incredible tranquillity over me, and I felt protected. I could see the snow falling down, but the snow couldn’t touch me, I could ear the wind storm, but I wasn’t cold.”
Noto, 23 luglio 2019
Auguri ragazzi instancabili che viaggiate ventiquattrore,
che planate irrefrenabili sulle terre fertili del cuore,
e dentro l’anima diradate la tristezza e il grigiore.
Cari Valeria e Salvatore
che vivete giorni a dir poco esagerati,
come oggi che siete maritati
sulle ali della sorpresa,
con il vento in poppa, la mente distesa
ad affrontare la vita con disinvoltura sfrontata,
con la vostra giornata sempre fotografata
sul display del telefono amato e odiato,
scusate il vostro papà antiquato, ingarbugliato,
impressionato, infortunato da lacrime di felicità,
per la vostra complicità, per la vostra semplicità
ad annunciare il grande giorno,
questo mezzogiorno
di sentimenti d’amore
che ripete amatevi per sempre con tutto il cuore.
Auguri ragazzi di valore,
oggi e sempre nel nostro cuore.
Easter
My dream notes manuscripts, trivial codes, it traces roads
with threads of barriers, obstacles, conditions.
My life is staged on a theatre of illusions,
on stages of pantomimes, gestures, temporal fictions,
it moves on universal plays and scripts,
and walks in the childhood gardens with amazing,
longed-for, disenchanted rides.
Memory grows uninhibited, it boldly magnetizes the mind,
insinuates itself innocently, in dreams it generates
purple sparks, in the eyes crashing with memories,
like benign scars that cure the ailments of the soul.
Memory regenerates moves and actions,
lights of the desolate scenes, invigorates the muscles,
glides over the shaded lands of the fearless youth,
on the dry land of maturity it heals the sordid sadness.
The eyes open winking, the heart sails
on the Giants sea, on the millennial rock it assists
to immutable scenarios of timeless wonders.
Save us Jesus from barbarism, guide our faltering steps
to the light, turn our thoughts into a heavenly glimpse
and our life into a dazzling prelude to eternity.