Preghiera

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Nulla, non abbiamo detto proprio nulla, alla luce di un fuoco tardo e incolore,

con le braccia che esultavano verso un cielo ancora scuro e parsimonioso,

non abbiamo detto nulla, e com’era facile invece tacere, ignorare,

fumare una pipa olezzante d’incenso, e bruciarla lentamente

con gli occhi inebetiti dal sonno, col battito monotono del cuore.

Nessuno diceva niente ed eravamo bambocci con le teste

ubriache di silenzio.

Di tutte le mie preghiere e le lacrime versate,

di tutte le mie febbri e le mie convalescenze

sudate, patite, scontate, di questo e d’altro ancora,

ricordo appena una flebile, sonnolenta canzone,

un ronzio d’insetti dalle bocche dolcissime,

che di giorno in giorno si trasforma

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in preghiera.

L’Universo delle parole si polverizza,

diviene muta nube genuflessa,

supplica pura dell’anima,

silenzio comunicante.

Buona domenica

delle Palme

Amen.

A noi

Si.Shakespeare

Quadro d’argento

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In un oceano di foglie e d’azzurro

ancora tu  ritorni dolce  e mia,

come sei adesso, in una poesia,

e come vorrei fermarti, in questo mare

di foglie e di azzurro.

Per te raccoglierò in un cesto

tutto il profumo dei fiori,

e senza dir nulla, pazientemente,

asciugherò le tue lacrime.

Però non cambiare,

se mi ami devi restare

in un sogno limpido e bello,

come in quel quadro d’argento,

immersa

nel candore dei tuoi occhi.

Se mi ami devi restare

così semplicemente

gioiosa,

come le onde

del mare settembrino.

Tu sei un borbottio crescente
che ricorda la mia vita.

Sei un fragore circoscritto

come

un rammentarsi

di Dio.

Io mi adagio dolcemente

alle tue ombre

e ai tuoi sorrisi

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Preghiera 2

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Il  pensiero riposa sul ricordo mielato di giochi azzurri,

s’innalza timidamente nelle nuvole di antiche aurore,

nel  sole  dei nuovi giorni, imbrattati  da nebbie crudeli

che nascondono le linde figure del mio paese allegro.

Genuflesso sulle ginocchia invoco la  preghiera silente,

al di sopra delle nubi si libra, vola sul mare dei Giganti,

dove lumi di legni smagano all’orizzonte, svaniscono

come   immagini  della memoria volteggiante.

Negli  occhi vigili  brilla  questa vita assetata di luce,

un sorriso fuori  dal  tempo, un atomo dell’anima.

Tornare ad esistere dopo attimi di assenza mi regala

una chance di salvezza,  una prova  per sperimentare

e penetrare il labirinto di mondi che si muovono,

che sontuosamente affiorano, reali  e  cangianti.

Ora saranno gioiosi i giorni, perché dentro mi ride

la donna dei fiori, perché ama i fiori, e forse pur me.

Chi  se non lei potrò,  in questa esistenza, amare?

Una mano umana, due occhi che vedono  e  vedo.

Come potrei questa sera pregare il buio infinito,

illudermi  in questo attimo di lucidità strabiliante,

e come potrei questa sera pregare se non per lei?

Fra le vite parallele il  mio sogno ripercorre strade

che appaiono  immutabili, e lo spirito si alimenta,

attraversa spazi che si rivelano, di volta in volta,

uguali e inalterabili, e tutto è già accaduto.

Quello che chiamate futuro è nella nostra memoria.

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ETNA S. VENERINA

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 (Speranza e amore)

 

Dal cielo pulito di quel mattino avanza il denso singulto,

fungo e vapore marino, isolotto verdenero, anima vergine,

grande, generosa anima vergine, speranza umile,

ricompensata.

Il mondo visto da lontano seduce i nostri profili,

ci rende umani e lungimiranti,

ci contraccambia l’innocenza di una volta, 

quando tutto si scioglieva nei sorrisi

e i compagni di percorso dalle facce argentate, ammiccanti, 

ti regalavano favole narrate nella luce e giocattoli luccicanti.

Questi convogli che avanzano su binari incerti

trasportano i nostri volti sgomenti pronti ai pericoli,

e il coraggio dei nuovi giorni,

ma spariscono i compagni sinceri e innocenti, 

sparisce la nostra guida tenace che fin qui ci accompagnò.

Saremo luce e progresso, saremo singolari e attenti,

pronti e maldestri, severi e indulgenti.

Ma come tramutarsi in maestri, come evitare patetici errori? 

E come non vivere di ricordi, non essere tediosi?

Ripercorrendo le strade luminose della giovinezza

è facile andare come se il tempo

non avesse scavato trincee profonde,

come se visi austeri non portassero maschere,

come se l’uomo dicesse verità, come se le fluide parole

non fossero pronunciate con la rabbia nel cuore.

Ad ogni esclamazione segue il pentimento,

ad ogni frase adirata la desolazione della tristezza.

Dimmelo, dimmelo col cuore,

corri e non fermarti, ansimante, felice.

L’ultimo saluto dal treno in corsa sarà la spinta

per tutta la vita.

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Globe generated from 3 separate images. The background is actual image of Milky Way shot by myself.

Globe generated from 3 separate images. The background is actual image of Milky Way shot by myself.

Castelmola

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Il bagliore argentato della luna solitaria  nell’acqua pacata del paese dei Giganti

commemora la gioia di vivere che sprizzava dai vivi occhi dolcissimi

e il corpo che dilaniava di vivo luccichio, e il mulino delle favole che macinava

il grano dorato.

Albeggia la notte sull’isolotto e al castello,

in tornanti sul capo del mondo, sulle spiagge

fin sotto lo stretto, evocando partenze di gabbiani.

Quelle albe si sono consumate e restano giunchi piegati alla scorza invernale.

Una bolla d’estate sconvolge il sole di nuovi giorni, di nuovi occhi da serbare

nella mente vissuta.

Questi giorni di settembre trascorrono austeri,

si attardano a ricordare i nostri visi infantili allertati dal mistero.

 

 

1974

Un grappolo di luci ancorate sulla darsena,

e la collina non si scorge, ma veglia la notte

col capo accerchiato da figure di ambra.

Silenziosamente aspetto il nuovo giorno

al suono della musica del mondo.

Ogni fruscio è un sospetto allarmante.

Non disturbate la mia Gioia di vivere

che dorme supina su una coltre di giorni.

Non disturbate la mia malinconia                                                     shutterstock_123417493

dallo sguardo affascinato e brillante.

Era bello il tuo corpo di bimba,

e le tue mani di cera fondente.

Con le tue mani fredde mi hai lasciato

in questo turbine d’avorio.

Fuori è buio e il buio ancora

copre la mia allegria.

Ma sento già crescere dentro, incontenibile,

quel sorrisetto solito e beffardo.

 

 

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The Sound of Silence

Simon and Garfunkel

 

Ciao oscurità, mia vecchia amica,
son venuto a parlarti ancora
perché una visione che fa dolcemente rabbrividire
ha lasciato penetrare in me i suoi semi mentre dormivo,
si è piantata nel mio cervello
e ancora persiste con i suoni del silenzio.

Nei sogni agitati solo percorrevo
strade strette e pietrose,
nell’alone di luce dei lampioni,
sollevando il bavero contro il freddo e l’umidità,
quando i miei occhi furono colpiti dal flash di una luce al neon
che squarciava la notte… e toccava il suono del silenzio.

E nella nuda  luce  ho visto 
migliaia di persone, o forse più,
che discutevano senza parlare,
che ascoltavano senza udire, 
persone che scrivevano canzoni,

che le voci non avrebbero mai cantato,
e nessuno osava disturbare il suono del silenzio.

“Stupidi” io dissi, “voi non sapete
che il silenzio cresce come un cancro,
ascoltate le mie parole che potrebbero erudirvi,
aggrappatevi alle mie braccia che potrebbero raggiungervi”
Ma le mie parole cadevano come silenziose gocce di pioggia,
e riecheggiavano la volontà del silenzio.

E le persone pregavano e si inchinavano
al Dio neon che avevano costruito.
E la scritta proiettava il suo avvertimento,
nelle parole che stava delineando.
E la scritta disse “le parole dei profeti
sono segnate sui muri delle metropolitane
e negli atri delle case popolari.”
E mormorò il suono del silenzio.

Simon & Garfunkel, 1966

Oscar Wilde

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Ma anche il più coraggioso di noi ha paura di se stesso. La mutilazione dei selvaggi sopravvive tragicamente nella negazione di sè che rovina la nostra vita. Siamo puniti per ciò che rifiutiamo. Ogni impulso che tentiamo di soffocare si annida nella mente e ci avvelena. Commesso un peccato, il corpo se ne libera, perché l’azione è una forma di purificazione. Allora non resta che il ricordo di un piacere o il lusso di un rimpianto. L’unico modo per liberarsi di una tentazione è di cederle. Resisti, e la tua anima si ammalerà di nostalgia per le cose che si è negata, di desiderio per ciò che le sue mostruose leggi hanno reso mostruoso e illecito. Qualcuno ha detto che i grandi eventi del mondo avvengono nella mente. È nella mente, e solo nella mente, che si commettono anche i grandi peccati del mondo. (da “Il ritratto di Dorian Gray”)

Oscar Wilde

dal libro “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde

Ungaretti

Ungaretti

SONO UNA CREATURA

Come questa pietra

del S.Michele

così fredda

così dura

così prosciugata

così refrattaria

così totalmente

disanimata

Come questa pietra

è il mio pianto

che non si vede

La morte

si sconta

vivendo

 

 

Fiore di cristallo

L’ abbiamo lasciato così,

abbandonato 

con la nostra libertà,                                         Fiore di cristallo 2020

alla polvere lenta del tempo,

che non ha colori e non brilla,

ed è quello che rimane di noi.

Lo lasceremo lassù  perché 

non vogliamo che si frantumi

il simbolo forte della lontana

 e vivida estate.

Non vogliamo che si sgretoli

l’anello forgiato di felicità,

il fiore scintillante di cristallo.

La metafora non era fragilità, 

dubbio, incertezza,

era la metafora della purezza.

 

Neruda

Qui ti amo

Negli oscuri pini si districa il vento,

brilla la luna sulle acque erranti.

Trascorrono giorni uguali che si inseguono,

la nebbia si scioglie in figure danzanti.

Un gabbiano d’argento si stacca 

dal tramonto.

A volte una vela.

Alte, alte le stelle

o la croce nera di una nave.

Solo.

A volte albeggia, ed è umida persino

la mia anima.

Questo è un porto.

Qui ti amo.

Qui ti amo e invano l’orizzonte

ti nasconde.

Ti sto amando anche da queste fredde cose.

A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi

che corrono per il mare verso dove

non giungono.

Mi vedo già dimenticato come

queste vecchie ancore.

I moli sono più tristi quando

attracca la sera,

la mia vita si affatica

invano affannata.

Amo ciò che non ho.

Tu sei così distante,

la mia noia combatte con i lenti crepuscoli.

Ma la notte giunge e comincia a cantarmi,

la luna fa girare la sua pellicola di sogno,

le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.

E poiche’ io ti amo,

i pini nel vento vogliono cantare il tuo nome

con le loro foglie di filo metallico.

 

          Pablo Neruda

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