Eccomi, mamma
25 Settembre 2010
La luminosa alba antica saliva dal mare a inondare le care foglie
del grande giardino infantile, a scaldare i tetti miei cari
e i lunghi camini salmastri.
Adesso fugge veloce l’immagine tua immemore
e la voce,
fuggono i gelsomini schizzati nel sole, le zagare stillanti di linfa
e la nostra spiaggia mormorante
e lontana.
Il sogno di te mi ridesta l’infanzia dorata e le tenebre dure
senza una mano di aiuto.
Improvvisamente, con i tuoi occhi profondi,
di volta in volta, mamma, tu ancora mi rialzi,
e come allora mi regali la luce.
Ora ricordo le tue labbra frementi, quell’ultima sera,
ricordo il nostro appuntamento segreto.
Tu sai che non mancherò.