Scienziati australiani dell’Università di Sydney e della Bond University ritengono che le nuove raccomandazioni americane sulla pressione sanguigna abbiano più probabilità di essere dannose per i pazienti che utili.
Recentemente, l’American College of Cardiology (ACC) e l’American Heart Association (AHA) hanno pubblicato nuove linee guida per la misurazione della pressione sanguigna. In particolare hanno dichiarato:
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Ridurre l’ipertensione negli adulti da 140/80 mm Hg. fino a 130/80 mmHg
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Inclusione nel gruppo ad alto rischio per il trattamento farmacologico di adulti con malattie cardiovascolari, diabete o malattie renali e pressione arteriosa di 130/80 mmHg.
Gli scienziati ritengono che la modifica delle soglie per la diagnosi e il trattamento dell’ipertensione metta in pericolo la salute e persino la vita di un numero significativo di persone:
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In primo luogo, una definizione più ampia di malattia significa che più persone si considereranno malate, anche se hanno meno probabilità di contrarre la malattia. E la diagnosi di ipertensione aumenta l’ansia e il rischio di sviluppare depressione nelle persone che oggi non sono ipertese.
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In secondo luogo, ancora più persone inizieranno a essere curate per l’ipertensione e questo porterà ad un aumento del numero di effetti collaterali.
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In terzo luogo, nei paesi in cui non esiste un’assicurazione sanitaria universale (come gli Stati Uniti), le persone con ipertensione di nuova diagnosi possono avere difficoltà a ottenere una copertura assicurativa a causa di “patologia preesistente”.
I medici ricordano anche che la pressione arteriosa sistolica ha una bassa riproducibilità, cioè è difficile ottenere lo stesso risultato con misurazioni ripetute. La deviazione standard è di 10 mmHg. E la maggior parte degli adulti ha una pressione sistolica appena intorno al valore soglia di 130 mmHg. Nel complesso, ciò aumenta significativamente il pool di pazienti a cui verrà improvvisamente diagnosticata l’ipertensione.
Secondo le stime degli esperti, l’80% della popolazione con diagnosi di ipertensione secondo i nuovi standard non beneficerà di una riduzione del rischio di malattie cardiache. Le nuove norme ACC e AHA porteranno un beneficio limitato all’11% dei potenziali pazienti. E solo per il 9% saranno davvero utili.