Gli scienziati della Stanford University cureranno il morbo di Parkinson nei pazienti anziani con il sangue dei giovani.
Le leggende dei vampiri e le storie dei re che si bagnavano nel sangue delle vergini assunsero uno sviluppo inaspettato. Un team di biotecnologi ha iniziato a cercare componenti del sangue in grado di fermare il processo di invecchiamento in un corpo decrepito, o meglio, nel cervello.
È noto che con l’età il volume del fluido nei tessuti del corpo inizia a diminuire, questo vale anche per il volume del sangue che scorre nelle nostre vene. Il midollo osseo inizia a produrre meno globuli rossi e diminuisce anche il volume dei globuli bianchi che proteggono il corpo dalle malattie.
Gli scienziati hanno isolato una frazione del sangue di giovani topi da laboratorio, contenente circa un migliaio di proteine, quando somministrato a topi anziani, sono stati osservati cambiamenti sorprendenti. I ricercatori hanno notato un significativo miglioramento delle capacità cognitive negli animali più anziani e la formazione di nuovi neuroni nel cervello. Il gruppo di “vecchietti” dopo la trasfusione ha iniziato a eseguire test per le funzioni cognitive così come i giovani topi.
Gli scienziati selezionano uno per uno tutti i componenti del sangue, sperando di trovare esattamente quelle proteine che hanno un effetto così ringiovanente. Inoltre, un mese fa è stato lanciato un esperimento che coinvolge gli esseri umani. Novanta malati di Parkinson riceveranno iniezioni di sangue da giovani (dai 18 ai 30 anni) per vedere se il sangue giovane può avere lo stesso effetto miracoloso sul cervello umano.
I ricercatori sottolineano che ci sono già varie questioni etiche sull’idea di ringiovanire il cervello che invecchia attraverso il sangue donato dai giovani. Pertanto, il problema di trovare componenti chiave che permettano di creare “sangue” sintetico che abbia lo stesso effetto è così urgente.