Epatite parenterale, sintomi e diagnosi

L’epatite parenterale è caratterizzata da un modo speciale di trasmissione dell’infezione: il virus entra nel corpo attraverso la pelle danneggiata e le mucose. Cioè, l’infezione si verifica attraverso il contatto con il sangue o qualsiasi fluido corporeo di una persona infetta. A volte basta una goccia di sangue per trasmettere la malattia, che non è nemmeno visibile ad occhio nudo.

Il gruppo di tali infiammazioni del fegato comprende una serie di epatiti virali: B, D, C, F e G. Le infezioni da F e G sono piuttosto rare, ma B, D e C sono diffuse e rappresentano una vera minaccia per ogni persona.

Metodi di trasmissione dei virus dell’epatite

L’epatite di questo gruppo è estremamente contagiosa: se il virus entra nel corpo, una persona ha quasi il 100% di probabilità di ammalarsi. Pertanto, è importante conoscere le modalità di trasmissione dell’epatite parenterale:

  • Uso di aghi per iniezione riutilizzabili (più comuni tra i tossicodipendenti).
  • Contatto sessuale non protetto.
  • Uso di articoli per l’igiene personale del paziente – rasoi, forbicine per le unghie, spazzolini da denti, ecc.
  • Procedure dentistiche e cosmetiche.
  • Tatuaggi, piercing.
  • Intervento chirurgico.
  • Trasfusione di sangue.
  • Dialisi
  • Durante il parto (da madre a neonato). La cosiddetta via di trasmissione diretta, che è meno comune di altre.

Sintomi dell’epatite

Qualsiasi epatite virale in questa categoria può essere asintomatica. Questo è estremamente pericoloso, perché una persona non si accorge della presenza della malattia, non prende misure per il trattamento, a seguito della quale l’epatite parenterale può diventare cronica. Ad esempio, il virus B in combinazione con D nel 60% dà tali complicazioni e per l’epatite C la cronicizzazione è possibile nell’80-90% dei casi. L’infiammazione virale protratta porta alla cirrosi epatica o al cancro.

Se l’epatite parenterale si manifesta con sintomi gravi, allora sono caratterizzati da tali segni:

  • Ingrandimento del fegato e della milza
  • Urine scure e feci bianche
  • Nausea, spesso vomito.
  • Perdita di appetito completa o parziale.

Dopo la comparsa dei primi sintomi, inizia il periodo itterico: la pelle e le mucose acquisiscono una tinta giallastra e le condizioni generali del paziente possono peggiorare. Tuttavia, il più delle volte dopo questa fase, l’epatite parenterale scompare; infatti, l’ittero può essere definito il primo passo verso il recupero.

Prevenzione delle malattie

Esiste una vaccinazione efficace contro una delle epatiti elencate (virus B), particolarmente raccomandata per le persone a rischio: bambini, pazienti che richiedono trasfusioni di sangue o emodialisi, coloro nelle cui famiglie sono presenti portatori del virus, operatori sanitari. Il virus D può svilupparsi solo sullo sfondo del virus B, quindi la vaccinazione protegge anche da questo tipo di epatite parenterale.

Il pericolo maggiore è il virus C. L’unica prevenzione possibile è ridurre al minimo il rischio di contatto con sangue infetto, nonché test tempestivi, se tale contatto si è verificato.

Epatite parenterale, sintomi e diagnosiultima modifica: 2023-01-12T03:41:15+01:00da Elzanda394

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