Nome Ortaggio: Asparago
Famiglia: Liliaceae
Genere: Asparagus
Specie: Officinalis
Origine: Originario dell’Asia occidentale, della Mesopotamia, ma lo si trovava anche nell’Europa meridionale dove cresceva come pianta spontanea. Furono poi gli Egizi che lo diffusero in tutto il bacino del Mediterraneo.
Varietà: Ci sono asparagi verdi o bianchi, ma il colore di questo ortaggio non è semplicemente una questione di varietà: il bianco si determina con la tecnica di coltivazione, lasciando interrata la pianta che quindi non riesce a usare la luce per fare fotosintesi. Ci sono però varietà di asparagi che tendono al viola e al rosa. Un esempio è l’asparago rosa di Mezzago, coltivato in Brianza.
Raccolta: L’asparago si raccoglie in modo scalare, si scelgono i turioni che superano i 12 cm di altezza dal suolo, con un coltellino si tagliano qualche centimetro sotto il livello del terreno. Esiste anche un attrezzo apposito per raccogliere gli asparagi. La raccolta generalmente dura da Aprile a Giugno.
Sesto d’impianto: L’asparago è una pianta ingombrante, come sesto di impianto occorre dare una buona distanza tra le file. In genere si tiene un metro tra una fila e l’altra e circa 35 cm tra una pianta e l’altra lungo la fila.
Posizione: Clima e terreno: dove coltivare gli asparagi Clima ideale. La pianta dell’asparago predilige un clima senza eccessi di freddo e neppure di caldo, ma è abbastanza resistente e versatile. La posizione dell’aiuola dovrebbe essere ben soleggiata e non troppo esposta al vento. Lo spazio richiesto. Come premessa alla coltura dell’asparago bisogna specificare che richiede molto spazio. Anche per una produzione destinata al consumo famigliare bisogna mettere in conto diversi metri quadri di orto occupato.
Il terreno adatto. Una delle principali esigenze pedoclimatiche degli asparagi è un terreno ben drenante, se il suolo è argilloso o poco sciolto si può mischiarlo a sabbia per renderlo più leggero e adatto alla coltura dell’asparago. Si può aiutare il drenaggio studiando un impianto adeguato (canali di scolo o aiuole rialzate tipo baulatura).
La concimazione. E’ importante all’impianto una bella concimazione di fondo che possa arricchire il terreno in modo da sopportare diversi anni di coltivazione dell’asparago. Si consiglia di usare compost o letame maturo, in ogni caso per una coltivazione bio occorre impiegare concimi organici.
Innaffiamento: Gli asparagi si bagnano con costanza i primi due anni, dopo il radicamento e lo sviluppo delle piante non serve bagnare molto, soltanto bisogna evitare che il terreno secchi
completamente. Importante in ogni caso non esagerare mai con le dosi d’acqua (piuttosto meglio fare frequenti irrigazioni con poca acqua).
Lavori da eseguire: Sarchiatura e controllo delle infestanti. Importantissimo tenere pulite le aiuole di asparagi nell’orto, evitando il proliferare di erbacce. E’ il lavoro più faticoso da fare nell’asparagiaia. Rincalzo. E’ utile in primavera un piccolo rincalzo, in particolare se la coltivazione è a baulature. Pacciamatura. Oltre a pacciamare con il compost per l’inverno si può anche pensare a una pacciamatura primaverile che riduca il lavoro di diserbo manuale.
Consociazioni Favorevoli: Gli asparagi starebbero bene vicino alle carote, che respingono la mosca della cipolla, purtroppo essendo una coltura poliennale che richiede con l’andare del tempo molto spazio non è possibile tenere un’altra coltura abbastanza vicino da portare un reale beneficio di consociazione, si deve quindi tenere la coltura senza troppo badare al vicinato. Le consociazioni sono possibili durante i primi due anni di coltura, e si possono mettere vicino insalate, cucurbitacee (ovvero cetrioli, zucche, zucchine,…) e come si diceva le carote.
Rotazione: Gli asparagi non devono seguire le patate, per evitare alcune malattie funginee che la presenza di tuberi nel terreno propizia, come il mal vinato..
Avversità: Mal vinato. Malattia funginea che può attaccare l’asparagiaia. Il fungo infetta la base della pianta, quindi le sue parti sotterranee e si manifesta per prima cosa su radici e rizomi, si nota poi alla base del turione. Si riconosce per una velatura di colore rossiccio a cui è dovuto il nome della malattia. Come molti problemi funginei anche il mal vinato in agricoltura biologica non ha molti rimedi che non siano rimuovere le piante infette. Il rischio di mal vinato aumenta se si coltiva l’asparago in seguito alle patate, a rape, sedano, carote o all’erba medica (alfalfa).
Si previene anche strappando spesso le erbacce, infatti il fungo attacca molte delle piante infestanti e da lì si diffonde facilmente all’asparago. Fusariosi. Il fusarium è un fungo che può attaccare le parti radicali e il rizoma dell’asparago. Si manifesta con ingiallimenti e avvizzimenti della pianta, oppure con marciumi radicali. Viene favorito dai ristagni di acqua, in particolare in caso di umidità unita a temperature miti. Di conseguenza in agricoltura biologica il consiglio è di prevenire studiando un terreno drenante, magari con aiuole rialzate. Ruggine. Malattia crittogamica che colpisce le parti aeree della pianta, si manifesta in macchie giallastre o rossastre, può determinare il disseccamento delle parti colpite. Come la fusariosi anche la ruggine colpisce
l’asparago con un clima caldo umido. Se si individua subito è possibile contenerla rimuovendo tempestivamente le parti malate. Mosca della cipolla. Gli asparagi fanno parte della famiglia delle piante liliacee, parenti quindi delle cipolle. Questo genere di mosca viene respinta dalle piante di carota, ma non è una consociazione semplice, visto che l’asparagiaia si mantiene per anni. Afidi. Gli afidi possono attaccare gli asparagi, determinando malformazioni nel portamento della pianta.
Luna: Calante.
Il ciclo colturale dell’asparagiaia
Primo anno di coltivazione:
Febbraio-Marzo: se si vuole partire dal seme si piantano nelle vaschette.
Febbraio-Aprile: se si parte dalle zampe si realizza l’impianto.
Giugno: per chi ha fatto o comprato le piantine di asparago si trapiantano nell’orto.
A partire da giugno : normali operazioni colturali (sarchiatura per evitare le infestanti, irrigazione se necessario). Non si toccano i turioni per tutto il primo anno: le piante devono svilupparsi e andare in fiore.
Autunno (ottobre): si tagliano gli steli ingialliti e si sparge uno strato (3-4 cm) di letame o compost ben maturo. Questo protegge dalle gelate le piante e il loro apparato radicale, oltre a fornire nutrimento.
Secondo anno di coltivazione:
Da Marzo per tutto l’anno: costante operazione di diserbo dalle infestanti dell’asparagiaia, sarchiatura e quando necessario irrigazione.
Primavera: si procede a un leggero rincalzo delle file.
Giugno: I primi turioni di asparago si potranno raccogliere a distanza di due anni dall’impianto dell’asparagiaia, ovvero dopo la seconda primavera. Si tagliano quando la loro lunghezza supera i 10 cm,
si lasciano i più sottili. Meglio non esagerare nella raccolta perché l’asparagiaia è ancora giovane e non è quindi in piena produzione.
Autunno: si deve tagliare la parte aerea delle piante di asparago, per poi coprire con uno strato di terra e sopra compost (o letame ben maturo) preparandosi per l’inverno.
Dal terzo anno di coltivazione:
Da Marzo per tutto l’anno: solite operazioni colturali (sarchiatura costante, controllo erbacce, irrigazione solo in caso di terreno secco).
Primavera: raccolta dei turioni di asparagio (fino a Giugno).
Autunno: come sempre si sfalcia e concima.
Durata della coltivazione: L’asparago è una pianta a coltivazione poliennale, l’asparagiaia impiega due anni ad entrare in produzione, ma poi si può tenere per una dozzina d’anni. Se non ci sono problemi e viene tenuta bene la coltivazione si può tenere anche 15-20 anni. La lunghezza si valuta in base alla produttività (le asparagiaie dopo una dozzina d’anni calano in produzione) e all’eventuale diffondersi di malattie funginee.