Latino si, latino no..Riscopriamo il suo fascino unico nella collana che propone ” Il Corriere della sera ” in edicola.

Evviva i verbi deponenti, le cinque declinazioni, la coniugazione perifrastica attiva e passiva! Evviva gli aggettivi a tre uscite, i sostantivi di genere neutro, i verbi atematici, la consecutio temporum! Avrete capito che sto parlando del latino, che da troppo tempo è sempre al centro di discussioni sulla sua abolizione nella scuola italiana, ritenuto una lingua inutile in un mondo completamente indirizzato al massimo della tecnologia.
È una questione vecchia ormai, che riguarda pure il greco, che si ripresenta quasi ogni anno fin dal dopoguerra e in particolare dagli anni settanta A che cosa serve il latino? Saperlo rende la società più democratica? Non è stata forse quella latina la cultura di riferimento del Ventennio fascista? Per quale motivo apprendere una disciplina status symbol, fatta a misura per una élite destinata alla prosecuzione degli studi, mentre ai tempi dei social network l’inglese e il cinese risultano assai più spendibili sul mercato del lavoro.
La risposta è semplicemente una: il latino insegna a ragionare e a non esprimere più quesiti talmente ridicoli che definirli irresponsabili pare un eccesso di generosità. Guido Baldi, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’università di Torino, sostiene la necessità dello studio della lingua latina nel saggio “La sfida della Scuola,” edito da Pearson, per conoscere meglio l’italiano: “L’allenamento alla sintassi latina offre un aiuto insostituibile a costruire ,senza smarrirsi, strutture sintattiche complesse della frase e a padroneggiarle leggendo. Solo chi sa il latino può rendersi pienamente conto, grazie all’etimologia, della gamma semantica delle parole italiane, ed è in grado di servirsene con proprietà”. Già l’anticonformista Pasolini scriveva a proposito dell’imminente riforma  latinicida: “Il povero latino delle medie è un primo, minimo mezzo di conoscenza di quella nostra storia che la ferocia capitalista cerca di mistificare, facendola sua. È perciò un errore voler abolire l’insegnamento del latino: un errore come ogni tattica. Lo scacchiere della lotta è immenso e complesso: il latino è solo apparentemente un’arma del nemico”.Il latino è inoltre una ginnastica mentale, che allena l’animo all’indefessa applicazione poi su qualsiasi materia. Mi sembra bello salutare con gioia l’uscita della nuova collana sulla cultura e la lingua latina ,quali radici dell’Occidente, a cura di Elisabetta Cantone, in edicola con il “Corriere della Sera”.

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Orazio legge le Satire a Mecenate» (1863), di Fëdor Andreevic Bronnikov

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