Picasso e Velasquez…dall’ammirazione alla rivisitazione.

“Se mi mettessi di buona lena a copiare Las Meninas, a un certo punto arriverei a un’interpretazione personale, dimenticando l’opera di Velázquez. Sicuramente modificherei o cambierei la luce, spostando dei personaggi. Così, poco a poco, le damigelle d’onore apparirebbero deplorevoli a un pittore che copiasse opere antiche in modo tradizionale. Non sarebbero più le figure che aveva visto sulla tela di Velázquez. Sarebbero solo le ‘mie’ Meninas “.Così scriveva Picasso ad un amico anni prima di dedicarsi alla rivisitazione di artisti del passato, che aveva sempre amato ,ed essere approdato ,dopo aver sperimentato molti stili diversi, alla quasi esasperazione del cubismo.

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È del 1950 la sua copia del Ritratto di pittore di El Greco, del 1955 la sua interpretazione delle Donne di Algeri di Eugène Delacroix. Sei anni dopo si cimentò con il primo pittore della modernità, Édouard Manet e la sua opera più rappresentativa ed enigmatica Le déjeuner sur l’herbe. Ma solo delle “meninas” creò tante riproduzioni- mentre rifece di Velasquez anche El bufòn , il giullare di corte, in una curiosissima interpretazione, dove traspare tutta per intero l’ispirazione.

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