Equinozio 2023…

Domani 23 settembre cade l’equinozio d’autunno, che, come l’anno bisestile aggiunge un giorno al calendario ogni quattro anno, questo è un giorno mobile e varia sul calendario di settembre tra i giorni 21 e 23. Questo, come per l’anno bisestile dipende dal fatto che i giorni dell’anno non hanno tutti la stessa durata; l’equinozio , infatti ,è quel momento dove l’asse di rotazione terrestre si trova in posizione verticale rispetto alla linea Sole-Terra; quindi, non subisce nessuna inclinazione nei confronti del Sole. All’equinozio, il giorno e la notte hanno quasi la stessa durata in tutto il pianeta. Da questo fatto deriva dal latino aequa nox il nome equinozio .L’Equinozio segna, quindi, il passaggio delle stagioni e rappresenta il movimento ciclico dell’Universo, il concetto di ritorno. Gli antichi Greci collegavano questo giorno al mito di Ade, Demetra e Persefone. Persefone diventata sposa di Ade, dio delle Ombre e portata nel sottoterra dopo il suo rapimento,avrebbe ottenuto dallo sposo il permesso di tornare sulla terra al seguente equinozio per aiutare la madre, dea della Terra a far rinascere la natura dopo l’inverno.
Secondo alcuni antichi miti celti, invece, l’equinozio d’autunno è la festa dell’oscurità che divide gli innamorati e le madri dalle figlie.
In realtà l’equinozio d’autunno è il giorno dell’equilibrio, perchè le ore diurne e notturne sono uguali. In passato questo momento aveva un doppio scopo: occuparsi dei raccolti più importanti, ma anche decidere ciò che era necessario per l’inverno. Tutta una questione di equilibri, uno spazio dove è possibile rimettere in ordine le cose e ritrovare l’armonia nella nostra vita.

I simboli dell’equinozio d’autunno

– Melograno- E’legato al mito di Demetra e Persefone. Infatti secondo la leggenda Persefone mangiò i frutti che le vennero offerti da Ade, in particolare alcuni chicchi di melograno, legandosi per sempre al regno dei morti.

– Mora – Per questo frutto di fine estate raccontano che non andrebbe mangiato i mesi successivi a settembre perché contaminato da forze oscure.

– Bambola di paglia o bambola del grano – Deriva dai miti nordici e celtici, costruita con le ultime spighe di grano e usata come auspicio per un raccolto abbondante.

Da noi dicono che per dare il benvenuto all’autunno e celebrare l’equinozio, sia di buon auspicio rimanere alzati tutta la notte del giorno dell’equinozio, proprio per rendere onore alle stesse ore di luce e di buio. Rimanere svegli sembra porti fortuna per i progetti futuri e per ritrovare la pace interiore.
E allora diamo il Benvenuto Autunno con il giusto atteggiamento.

equinozio

Un futuro senza (o quasi) zanzare?

Pare, secondo studi recenti, che le zanzare abbiano un udito particolarmente raffinato, in grado di percepire anche vibrazioni;forse per questo motivo ci ronzano intorno fino poi a pungerci coi loro fastidiosi spilli proboscidei. Al tramonto le zanzare si riuniscono in migliaia di esemplari, maschi e femmine ed ogni individuo emette il suo suono, più forte quello dei maschi mentre quello delle femmine è più flebile. Per questo il maschio affina di continuo il suo udito per poter individuare la femmina con cui accoppiarsi. Ora gli studiosi, che hanno compreso così bene come funzioni l’orecchio delle zanzare sono fiduciosi di riscire ad individuare una proteina capace di indebolire, quasi all’assordamento ,l’orecchio dei maschi, impedendogli così l’accoppiamento con fortissima riduzione di questi fastidiosissimi insetti, che sono pure veicoli di gravi malattie per l’uomo. Indubbiamente sarebbe una scoperta formidabile, ecosostenibile , con risultati certi, che libererebbe l’uomo da questo tormento ,meglio di qualsiasi repellente sia stato provato fino ad oggi. Confidiamo in un prossimo futuro per avere serate e notti tranquille…

zanzare

Con una ricerca tutta italiana si salveranno i coralli..

 

Lo sbiancamento dei coralli è un fenomeno che, nei casi estremi, determina la morte di questi organismi, con conseguenze devastanti per le barriere coralline, ecosistemi fondamentali per l’economia globale, la protezione delle coste dai disastri naturali e la biodiversità marina. Per contrastare questo fenomeno ,presso l ‘istituto tecnologico università Bicocca Milano sono stati condotti degli studi, che hanno evidenziato l’efficacia della Curcumina, estratta dalla curcuma, come preventivo per questo grave degrado dei coralli ,contemporaneamente allo studio di un materiale biodegradabile utile per la somministrazione.

Per saperne di più cliccate  il link sotto l’immagine.

sbincamento coralli

https://www.ansa.it/canale_scienza/notizie/ragazzi/news/2023/07/24/dalla-curcuma-unarma-per-salvare-i-coralli-_db76576c-6738-4542-b7d3-361ad6d3cd8c.html

 

I cambiamenti climatici. Chi li vuole, quanto ne ha colpa l’uomo comune? Cosa c’è dietro, chi ci guadagna, e perchè?

 

photographie aérienne de rizières en terrasses

 

Questo  è un servizio del Tg2 , andato in onda nel 2014, e  potrebbe chiarirvi le idee, aiutarvi a capire cosa sta succedendo e se è proprio il caso di credere ciecamente al terrorismo meteorologico-Ascoltate bene la data prevista per questi esperimenti e fatevi qualche domanda

 

Ho ascoltato l’IA su Rai Radio1 condurre Eta Beta colla voce del suo conduttore abituale Massimo Cerofolini.

 

Massimo Cerofolini è conduttore Radio Rai di programmi tecnologici in campo informatico. Dopo aver creato un suo avatar, con la sua voce, stamattina, nel programma  Eta Beta su RadioRai1, ha ceduto all’intelligenza artificiale il compito di condurre la sua trasmissione. Come al solito l’ho ascoltata ,e naturalmente essendo informata , con una certa curiosità. Come al solito la trasmissione ha presentato una serie di interviste proprio sulla paura che IA e robot stiano per prendere il posto dell’uomo nel campo del lavoro. Ora non so che cosa possa esserci dietro alla preparazione di questo primo esperimento, che, per quel che mi riguarda, posso definire riuscito ,poichè  non ho notato alcuna differenza dalle altre trasmissioni. Anche se è vero che Massimo Cerofolini  sia un ottimo conduttore, rispettoso dell’interlocutore e quindi facile per riprodurne anche il comportamento durante l’interviste. Un’altra cosa che non è dato sapere è se le domande siano state preparate dal conduttore in persona, oppure elaborate dalla stessa IA  ,informata sull’ argomento da trattare. Sicuramente il risultato sarebbe da valutare conoscendo questo particolare , ignoto. Sicuramente sbalordisce pensare che , tuttavia ,questo sarà domani, e un domani molto prossimo. Ho capito dalle interviste che gli algoritmi dell’IA sostituiranno l’uomo in molti lavori, per lui pericolosi o di tale complessità che solo  potentissimi  PC potranno svolgere, ma molto spesso accompagneranno nel lavoro tutte le persone preparate per questi nuovi ruoli in attività già esistenti o in nuove o innovative , delle quali ancora non si sa, anche se alla base pare dovrebbero  esserci clima e sostenibilità ambientale di quanto verrà prodotto in futuro. L’IA non vuole sostituire l’uomo, per lo meno quelli disposti ad ottenere una preparazione specifica per questo nuovo modo di lavorare, qualunque sia l’età dei lavoratori. Sarà fuori chi si autoescluderà e la sua sopravvivenza sarà garantita da quei lavori manuali semplici per i quali non si spendono soldi a creare algoritmi. Quindi, così dicono, il lavoro non mancherà e dove mancherà sarà surrogato da un reddito universale. Questo è tutto il mondo nuovo  ,che pare essere già all’orizzonte, ma quanto è preparata la gente ad una realtà sconosciuta, che fin’ora ci è stata mostrata soltanto come un mondo da favola fantascientifica ? Non lo so e da parte mia sono felicissima di avere tanti anni di normalissima quotidianità come fardello da portare con me il giorno, sempre più vicino in cui metterò la parola The end al film della mia vita. Non mi piace per niente il futuro che attende l’umanità.

ia

PS : Chiedo scusa per la riproduzione che si è edita in fondo, non so nè come   nè perchè, ma le mie nozioni informatiche non sono sufficienti a rimuovere il superfluo, nonostante  tentativi ripetuti.

Titanic, corsa contro il tempo per trovare il sommergibile disperso. Chi sono i passeggeri a bordo: il miliardario, il Ceo e l’esploratore

Titanic, corsa contro il tempo per trovare il sommergibile disperso. Chi sono i passeggeri a bordo: il miliardario, il Ceo e l’esploratore
Hanno quattro giorni di autonomia. I biglietti per un viaggio di otto giorni che includono immersioni al relitto a una profondità di 3.800 metri costano 250.000 dollari. Il mondo è davvero strano. Ci sono persone , che muoiono a migliaia, annegati , sepolti nel mare che li inghiotte, durante uno di quei viaggi chiamati della speranza, che dovrebbero traghettare questi emigranti verso un mondo che permetta loro di vivere dignitosamente  la vita. Fuggono dai loro paesi , con viaggi estenuanti, da  miserie  di ogni genere,e poi ce ne sono altre, che , per noia, per non saper più che fare coi soldi a vagonate in loro possesso, la morte in mare se la vanno a cercare. Con questo auguro  loro  che vengano ritrovati, in ottima saluta, e che  questa spaventosa esperienza li faccia pensare e ragionare su come spendere meglio i loro soldi. Dovrebbero avere quattro giorni di autonomia, sono vicini alla nave di appoggio, che li ha condotti fin lì, e, se non comunicano, sicuramente qualcosa di grave è successo.
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Le guardie costiere statunitensi e canadesi continuano le ricerche del piccolo sottomarino da turismo scomparso con cinque persone a bordo (tre turisti, il pilota e un assistente), dopo aver visitato il relitto del Titanic in una zona remota dell’Oceano Atlantico al largo delle coste del Nord America. Le autorità sono state informate domenica pomeriggio dall’operatore dell’imbarcazione, Ocean Gate Expeditions, della sua scomparsa, ha dichiarato il contrammiraglio John Mauger, della Guardia Costiera statunitense.

Le ricerche
I contatti con il Titan si sono persi dopo un’ora e 45 dalla sua immersione. «Stiamo lavorando molto, molto duramente per trovarlo. Le ricerche, sia in superficie che sott’acqua, riguardano un’area a circa 1.450 chilometri a est di Cape Cod, a una profondità di circa 4.000 metri» ha spiegato John Mauger, stimando che il sommergibile abbia ancora riserve di ossigeno fra le 70 e le 96 ore.

Chi sono i passeggeri a bordo
I primi nomi dei possibili passeggeri del Titan, il sottomarino da cinque posti della Ocean Gate Expediction scomparso mentre si sta avvicinando al relitto del Titanic, situato a 3.800 metri di profondità, sono: il miliardario appassionato di imprese impossibili, il pilota di sommergibili chiamato “Mr Titanic”, il ceo e fondatore della Ocean Gate, la società che alla cifra di 250mila dollari offriva «una occasione per uscire dalla vita di tutti i giorni e scoprire qualcosa di veramente straordinario».

Il primo nome, confermato dai parenti, è quello del miliardario britannico di 58 anni Hamish Harding a capo della Action Aviation, società legata all’aviazione con sede negli Emirati Arabi. Lo stesso Harding, appassionato di spazio e avventure, aveva condiviso poco prima sui social tutta la sua gioia per prendere parte all’esplorazione dell’antico relitto. L’avventuriero miliardario detiene tre Guinness World Record, tra cui quello della più lunga permanenza alla massima profondità dell’oceano da parte di una nave con equipaggio. A marzo del 2021, insieme all’esploratore oceanico Victor Vescovo, si è immerso nella profondità più bassa della Fossa delle Marianne. A giugno 2022, inoltre, si era recato nello Spazio con il razzo New Shepard di Blue Origin. Con lui anche Paul-Henri Nargeolet, 76 anni, forse uno dei maggiori esperti al mondo di Titanic. Ex membro della marina francese per 25 anni, Nargeolet era colui che guidò il Nautilus, piccolo sottomarino che nel 1987 dopo le prime scoperte confermò la presenza della nave e permise dopo 34 diverse immersioni di recuperare oltre 1800 oggetti del Titanic. In attesa di conferme sulla sua reale presenza sul mezzo, alcuni parenti hanno confidato che prima di partire «non si fidava di questo nuovo sottomarino in materiale composito e con oblò da 60 centimetri, ma ci sarebbe andato lo stesso per la bellezza della spedizione».

L’altro passeggero sembrerebbe essere il ceo della Ocean Gate Expedition, l’ingegnere aerospaziale Stockton Rush. Dal 2010 l’inizio del suo sogno: lui che voleva andare nello spazio ma non poteva per problemi alla vista, scelse di aprire le porte del turismo di profondità per permettere a persone facoltose di essere «uno dei pochi a vedere con i tuoi occhi il Titanic».

Secondo un comunicato diffuso dalla famiglia, riferito da Sky News, ci sono anche un uomo d’affari pachistano Shahzada Dawood e suo figlio SulemanShahzada fa anche parte del consiglio di amministrazione dell’Istituto SETI, con sede in California, che si occupa di ricerca di intelligenza extraterrestre.

I primi dettagli sull’incidente
Il mini-sottomarino Titan della compagnia turistica OceanGate pesa 10.432 chili, misura 6,7 metri di lunghezza e può contenere cinque persone per 96 ore. Il batiscafo avrebbe perso i contatti con l’equipaggio di Polar Prince, la nave usata per il trasporto all’area del relitto del Titanic, dopo un’ora e 45 minuti dall’avvio della discesa del batiscafo. Da allora è scattata l’emergenza.

La Ocean Gate offre un pacchetto di «otto giorni sette notti»
Gli unici mezzi commerciali in grado di arrivare a poca distanza dallo storico scafo sono quelli della Ocean Gate. Cosa offrono? Un pacchetto di «otto giorni sette notti» sul sottomarino per cinque persone, compreso di wi-fi e bagno disponibili. Un’esperienza che non è per tutti, visti i costi: ogni passeggero deve sborsare quasi 250mila dollari, oltre un milione, per ogni discesa negli abissi. Rush e i suoi avevano già fatto più spedizioni, finora operate con successo, raccogliendo anche materiali video utili per la ricerca scientifica. Sul sito della società si legge che la missione in corso era prevista dal 12 al 20 giugno: solitamente, prima di ogni immersione, ai turisti veniva fatto un briefing e un corso di sicurezza per poi immergersi per qualche ora, anche dieci talvolta.

Terza spedizione annuale della di OceanGate
Questa spedizione è il terzo viaggio annuale di OceanGate per raccontare il deterioramento del relitto del Titanic. Da quando è stato scoperto nel 1985, il relitto sta lentamente soccombendo ai batteri che mangiano il metallo. Alcuni hanno previsto che la nave potrebbe scomparire nel giro di qualche decennio, a causa dei buchi nello scafo e della disintegrazione delle sezioni. Nel 2021 il primo gruppo di turisti pagò da 100mila a 150mila dollari a testa per partecipare al viaggio. Per la spedizione del 2023 il sito web di OceanGate aveva scritto che quella che viene definita la «tassa di supporto alla missione» era di 250mila dollari a persona. A differenza dei sottomarini, che partono e tornano in porto con le proprie forze, i sommergibili richiedono una nave per essere lanciati e recuperati. OceanGate ha noleggiato la Polar Prince per traghettare decine di persone e il sommergibile fino al sito del relitto nell’Atlantico settentrionale. Il sommergibile avrebbe dovuto effettuare più immersioni in un’unica spedizione.

La maledizione del Titanic
L’idea di raggiungere i 3800 metri di profondità per ammirare ciò che resta del relitto della nave naufragata nel 1912, è dell’ingegnere aerospaziale Stockton Rush. Con la sua società Ocean Gate Expeditions, offre la possibilità di vivere un’esperienza unica, a contatto con l’oscurità delle fosse oceaniche, ma, soprattutto, con gli spettri del passato legati al transatlantico maledetto.

Progettato nel 1908, varato nel 1911 dai cantieri di Belfast per conto della White Star Line al costo complessivo di 1,5 milioni di sterline dell’epoca (circa 200 milioni di oggi) e registrato nel porto di Liverpool, il Titanic colò a picco con oltre 1.500 dei suoi 2.200 passeggeri circa – a dispetto della nomea pubblicitaria di nave «inaffondabile» – la notte del 15 aprile 1912, dopo aver urtato un iceberg alla prima traversata fra Southampton, in Inghilterra, e l’America. Scomparendo tra i flutti dell’oceano, a 370 miglia marine (600 chilometri) dalle coste canadesi di Terranova, senza mai riuscire ad approdare nel porto d’arrivo di New York.

Daniela Lanni, La STAMPA

Apprendo e condivido questa novità in campo medico.

Si Chiama MrgFUS, si Trova in Italia ed è una Macchina Capace di Eliminare i Tremori del Parkinson

In Italia è entrata in funzione la prima macchina capace di eliminare in parte o del tutto i tremori dovuti al morbo di Parkinson. Il congegno, chiamato chiamato MrgFUS, acronimo di Magnetic Resonance guided Focused Ultrasound (Trattamento con Ultrasuoni Focalizzati guidati dalla Risonanza Magnetica), funziona sull’80% dei pazienti e presenta molti vantaggi rispetto ai trattamenti tradizionali.

Tremori del Parkinson

Basta infatti una sola seduta senza dover venire ricoverati in ospedale; non ha effetti collaterali; non produce radiazioni; non provoca in alcun modo dolore; evita al paziente di contrarre infezioni batteriche ospedaliere (che causano 7mila decessi all’anno in Italia); non ha bisogno di interventi chirurgici e anestesia e non è minimamente invasivo.

La qualità di vita dei pazienti, quindi, migliorerà drasticamente. Vediamo nello specifico come funziona la MrgFUS. Come suggerisce il nome completo il macchinario si basa su due principi che lavorano in sinergia: una Risonanza Magnetica “3 Tesla”, che fa in modo di individuare e monitorare la parte esatta dell’organismo da trattare, e gli ultrasuoni focalizzati che producono ablazione dei tessuti malati.

In questo modo si possono curare non solo i tremori dovuti al Parkinson ma anche ad altre condizioni, oltre al dolore neuropatico e a vari tumori delle ossa. L’apparecchio può inoltre curare fibromi e l’adenomiosi, una forma di endometriosi. Gli scienziati sperano per il futuro di usarla anche per rilasciare farmaci al cervello attraverso la barriera emato-cefalica e curare altre forme tumorali, come il cancro alla prostata e le metastasi ossee.

La MrgFUS, prodotta in Israele, è stata installata presso l’Ospedale Borgo Trento dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. E’ stata presentata con una conferenza stampa a cui hanno partecipato, tra gli altri, il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il Sindaco di Verona Federico Sboarina e il Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria.

Il costo del macchinario, primo in Europa, è di 7 milioni e 87 mila euro, di cui 1 milione e 360 mila sono stati donati dalla Fondazione Cariverona e il resto investiti con utili della stessa AOUI, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona.

Un interessante articolo sull’intelligenza artificiale…

Sostituzione dell’Umano

Ho assistito dal vivo a un esperimento sconvolgente, che rende superfluo tutto quel che pensa, fa, dice l’uomo, a cominciare da quel che sto facendo in questo momento, scrivere. Dunque, un amico mi confessa di usare la Chat Gpt, ovvero quell’applicazione dell’intelligenza artificiale di cui a giorni alterni si narra ogni gloria e ogni orrore; un giorno ammessa, un altro vietata, poi riammessa, come sempre accade quando c’è una censura.
Il mio amico ha un’idea che mi riguarda direttamente e vuole prospettarla al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Chiede il soccorso al suo smartphone per perorare la sua istanza (che disapprovo). Non fa in tempo a formulare la richiesta che compare sul video un miracolo: una lettera argomentata, informata, pertinente, scritta in buon italiano, che realizza la sua intenzione con una ricchezza di dati che un ghost writer, un assistente o segretario, non sarebbe mai riuscito a formulare, neanche dopo una ricerca. Certo, a un occhio critico più attento, puoi “sgamare” l’automa in alcune formule espressive un po’ generiche, che puoi adattare a tante situazioni, una volta immessa la direzione che vuoi dare alla tua lettera. Ma difficilmente qualcuno avrebbe saputo rendere meglio la sua idea. Come è possibile che un’applicazione matematica riesca non solo a darti risultati matematicamente esatti, ma si traduca anche in letteratura, comunicazione, selezione di argomenti e di notizie? Sconvolgente.
Fino a ieri eravamo rimasti ad Aristotele che intravedeva il futuro in cui gli schiavi sarebbero resi superflui, affrancati o disoccupati, secondo i punti di vista, dalle macchine, dai telai che sarebbero andati automaticamente o le gru che avrebbero sollevato pesi insostenibili per gli umani. I lavori manuali sarebbero stati sostituiti dalle macchine e l’uomo avrebbe potuto così dedicarsi alle attività teoriche, contemplative, artistiche, ludiche, rituali.
Sappiamo che non è andata così, il tempo liberato non è tempo prezioso ma tempo perso, dissipato; crescono le pigrizie, le brutte abitudini e altre schiavitù. L’ozio non si trasforma in otium classico, ma nel padre dei vizi. Comunque, la sfera intelligente dell’umano era preservata, non era travolta o replicata dai processi automatici, ingenerati con le macchine.
Ora siamo nella fase ulteriore. L’app riesce a sostituire la ricerca, la cultura, lo sforzo intellettuale. E sul piano sociale rende superfluo non il lavoro degli schiavi, come si pensava da Aristotele a Marx fino a ieri, ma il lavoro intellettuale. Si potranno mai giudicare tesi di laurea e ricerche se sai che possono essere frutto di una semplice domanda al tecno-cervello artificiale? A che serviranno col tempo i ricercatori, gli addetti stampa e comunicazione, i giornalisti e ogni altro genere, se tutto può essere ottenuto in tempo reale, in versione ampia, a un livello elevato? Potrei indicare alcuni territori ancora non raggiunti, dove occorre spirito critico, creatività, originalità, ma quell’ancora che ho onestamente premesso la dice lunga sul fatto che come era impensabile fino a ieri quel che oggi mi mostra il mio amico, così domani può accadere in altri ambiti. Una ritirata continua, un accrescersi esponenziale di poteri magico-tecnologici a cui corrisponde un decrescere rapidissimo di facoltà umane-intellettuali. La tecnica avanza, l’umano arretra.
La parola chiave di tutto questo è una: sostituzione. Non solo sostituzione etnica, non solo maternità surrogata, ma sostituzione dell’umano, a tutti i livelli. La prima minaccia globale alla nostra vita sulla terra non è il clima, l’inquinamento, la guerra, ma la Sostituzione. Quando toccheremo il punto di non ritorno, ovvero quando non saremo più noi a fare o non fare, a decidere, a guidare, quando non potremo più impedire, vietare, fermarci, tornare indietro? Non lo sappiamo, ma è molto vicino e quando succederà non ne saremo più consapevoli.
Bisogna fermare l’Intelligenza Artificiale in questi ambiti? Non lo avevo mai pensato prima, ora si. Sarà difficile, la storia umana dice che ciò che oggi è proibito domani sarà violato, se non da noi, da altri. Ciò che non vuoi vivere oggi, vivrai domani. Però si tratta di passare a un’altra comparazione: la tecnica diventa oltre che strumento prodigioso e salutare per mille cose, che benediciamo ogni giorno, anche un mezzo di distruzione. Come la bomba atomica, diventa un’arma letale, bisogna avere il coraggio di negoziare il suo disarmo. Non è bello, forse non è nemmeno umano, ma è necessario. Lo dicono anche eminenti maghi dell’intelligenza artificiale, operatori pentiti.
Ma prima di arrivare a quel punto di non ritorno, cosa resta ancora di umano? L’inizio, l’iniziativa, l’inizializzazione. Traduco: se non ci fosse stato il mio amico, se non avesse dato quell’input al suo smartphone, se non avesse avuto quell’idea e preso quell’iniziativa, servendosi di uno strumento pur sempre costituito, assemblato, inizializzato, venduto da umani, non ci sarebbe tutto questo. Dunque c’è un primo movente che è umano. Ciò che finora l’automa non riesce a generare è poi l’originalità, lo spirito critico e autocritico, il conato originario, l’ispirazione poetica, la facoltà visionaria e metafisica, la deviazione di pensiero non conforme, non convenzionale. La fede. La macchina non si autocrea, non si autodetermina, non ricerca e non agisce “di testa sua”. C’è un moto iniziale, una forza originaria e misteriosa. Lo sto studiando, preferisco restare nel mistero, non voglio darlo in pasto al plagio artificiale. Comunque, la differenza tra l’intelligenza umana e l’intelligenza artificiale è che la prima ha il principio del suo vivere, del suo agire, del suo dare scopi, dentro di lui; mentre l’artificiale no. Almeno finora. Se e quando sarà superato quel finora, l’umanità sarà bella e finita. Ma parafrasando Epicuro, finché noi ci siamo lei non c’è, quando lei ci sarà noi non ci saremo.

MV     

Ora che tutto è finito, la pandemia è finita secondo l’OMS, silenzio sul Covid 19-

 E invece no, ora che tutto è finito, i giornali di governo, le TV e le radio  di stato non  parlano più di Covid, ora è il momento che la gente sappia quello che è successo veramente e perchè questa pandemia  abbia creato un tale putiferio nel mondo, come non è mai accaduto nella storia dell’umanità-Apprendo da”Il giornale d’Italia”, quotidiano indipendente,in data di oggi e riporto-

Si chiama International Covid Summit, si svolge al Parlamento Europeo a Bruxelles dal 2 al 4 maggio 2023 ed ospita relatori da tutte le parti del mondo. Il tema è il Covid, i vaccini e le reazioni avverse. A parlarne medici e scienziati di tutto il mondo che hanno il compito di presentare  risultati dei loro studi e analisi sul tema del virus che in più di tre anni ha scandito la vita di miliardi di persone. Un evento di grande portata, realizzato da Francesca DonatoChristine AndersonCristian TerhesIvan Vilibor Sincic e Mislav Kolakusic.

International Covid Summit, l’evento su vaccini e reazioni avverse al Parlamento Europeo dal 2 al 4 maggio

Come detto, ci saranno relatori da ogni parte del mondo ospiti all’International Covid Summit, possibile da seguire anche in streaming. Si intratterranno diversi esponenti stimati e conosciuti nel loro campo: Robert Malone, Pierre Kory, Ryan Cole, Byram Bridle, Didier Raoult, Giovanni Meledandri, Giovanni Frajese, Christian Perronne, Philippe Brouqui, Arne Burkhadt, Rosanna Chifari, Jason Christoff, Emmanuelle Darles, Louis Fouche, Maria Gutchi, Renate Holseizen, Nick Hudson, Ciro Isidoro, Katarina Lindley, Stephen Malthouse, David Martin, Kirk Milhoan, Meryl Nass, Vincent Pavan, Natalia Prego, Didier Raoult, Harvey Risch, Jessica Rose, Theo Schetters, Herve Seligmann, Andrea Stramezzi, Giuseppe Tritto, Amine Umlil, Alejandro Diaz Villalobos, Eva Vlaardingerbrock, David Wiseman.

I temi saranno i seguenti: “Covid, tutta la verità dall’inizio”, “Vaccino Covid, efficacia e dati”, “Reazioni avverse, danni ed effetti collaterali”, “Effetti dei mandati, cure precoci e media”, “Legalità e libertà che circondano la pandemia”.

Dichiarazione di libertà mondiale

“Noi, i popoli del mondo, dichiariamo di avere il potere e l’obbligo di rifiutare la tirannia e il dovere di proteggere con tutte le forze i diritti a noi garantiti dalle generazioni che ci hanno preceduto.

Noi, i popoli del mondo, esigiamo la fine immediata di tutti gli obblighi oppressivi, discriminatori, distopici, tirannici e divisivi che sono stati imposti a livello globale sulla base della cosiddetta pandemia.

Noi, i popoli del mondo, chiediamo che i governi restituiscano tutti i poteri ai professionisti nel campo medico e scientifico, in modo da consentire loro di curare i pazienti sulla base delle proprie competenze, conoscenze ed esperienze e non sulla base di obblighi imposti dall’alto.

Noi, i popoli del mondo, chiediamo che venga ristabilito il rapporto medico-paziente, consentendo a tutti i medici e al personale sanitario di operare in piena libertà, senza timore di ritorsioni.

Noi, i popoli del mondo, chiediamo la libertà di scegliere i trattamenti sanitari in piena autonomia, basandoci su dati scientifici trasparenti e senza censure e su ricerche eseguite senza alcuna coercizione, ritorsione o minaccia.

Noi, i popoli del mondo, chiediamo il diritto di rifiutare trattamenti sanitari sulla base di convinzioni personali di carattere sanitario, di coscienza o religiose e chiediamo che venga immediatamente restituito a tutti gli esseri umani il diritto violato all’autonomia corporea.

Noi, i popoli del mondo, chiediamo che tutti gli incarichi lavorativi interrotti a causa del rifiuto dei lavoratori di farsi iniettare un farmaco sperimentale contro la propria volontà vengano immediatamente ristabiliti e/o che tali lavoratori vengano risarciti per il mancato reddito.

Noi, i popoli del mondo, chiediamo che i governi vengano immediatamente privati del potere di decidere sui trattamenti sanitari da effettuare sui nostri figli. Chiediamo che qualsiasi trattamento sanitario effettuato su un minore senza il consenso dei genitori o dei tutori sia un reato perseguibile per legge.

Noi, i popoli del mondo, chiediamo la pubblicazione immediata di tutti i dati medici e scientifici e di tutte le statistiche accurate riguardanti i vaccini e i medicinali somministrati con l’obbligo durante la cosiddetta pandemia.

Noi, i popoli del mondo, chiediamo sia applicato l’articolo 6, sezione 3 del Codice di Norimberga, il quale prevede che un accordo comunitario collettivo o il consenso di un leader comunitario o di qualsiasi altra autorità non può in alcun caso sostituirsi al consenso informato di ciascun individuo.

Noi, i popoli del mondo, chiediamo che sia attribuita responsabilità legale ai produttori farmaceutici e che essi siano ritenuti responsabili di tutte le morti e i danni causati dal trattamento sanitario.

Noi, i popoli del mondo, chiediamo che venga eseguita un’indagine accurata sulla corruzione e i sui conflitti di interesse che ruotano intorno alla cosiddetta pandemia e che ciascun colpevole di tali crimini e reati venga punito e condannato per ogni morte e/o danno causati da obblighi e coercizioni in merito al trattamento sanitario, inclusi i suicidi.

Noi, i popoli del mondo, dichiariamo che è nostro diritto e dovere inalienabile esigere l’immediata restituzione delle nostre libertà, della verità e del nostro diritto a perseguire il desiderio di felicità.

È nostro dovere e nostro diritto risanare il mondo, estirpando il potere dalle mani di leader distruttivi e rimettendolo nelle mani del popolo. Siamo chiamati a lottare per le nostre libertà, per impedire che il mondo sia governato da poteri egoisti e corrotti. Grazie a coloro che sono venuti prima di noi, siamo nati liberi ed è nostro dovere proteggere i nostri figli e lasciare loro un mondo nel quale le loro libertà e i loro diritti siano intatti.

Tutti i diritti che ci lasciamo sottrarre ora saranno persi per sempre.”

Come nasce l’International Covid Summit

In una nota l’organizzazione spiega la sua nascita: “Gli ultimi tre anni ci hanno colto tutti di sorpresa. Eravamo separati gli uni dagli altri, isolati e impauriti. Ora che sembra volgere al termine, vogliamo unire e combinare tutto ciò che abbiamo imparato da tutto il mondo per iniziare a guarire e fare in modo che ciò non accada mai più.

Stiamo organizzando l’International Covid Summit al Parlamento Europeo a Bruxelles il 3 maggio 2023. Questo evento ha lo scopo di esaminare in modo completo e obiettivo dettagli importanti relativi al Covid-19 e alla pandemia.

Stiamo progettando di portare a Bruxelles professionisti di fama mondiale e altamente apprezzato da tutto il mondo per discutere le statistiche e le scoperte scientifiche, sociali, mediche e legali degli ultimi tre anni. Esaminando in profondità queste importanti informazioni, questi professionisti possono fornire strategie e suggerimenti completi e positivi per aiutarci tutti ad andare avanti da questa pandemia in modo costruttivo, proattivo e produttivo”.

Perché l’Intelligenza Artificiale non genera mostri. ( Il mio scetticismo)

 

 Da LA STAMPA di Licia Troisi

Il nostro cervello non inventa: rielabora però dispone sempre di un punto di vista. Algoritmi e robot non hanno opinioni ed è per questo che restano strumenti  .Ce l’ha insegnato la fantascienza: i robot sono il male. O vengono tenuti sotto controllo con qualche sistema autolimitante, il più famoso dei quali – giustamente – sono le tre leggi della robotica di Asimov, o si rivolteranno contro di noi, come ci hanno mostrato Terminator e Battlestar Galactica. Del resto, di recente ci si sono messi anche gli scienzati: Stephen Hawking, negli ultimi anni della sua vita, disse che l’Ia, l’Intelligenza Artificiale, se fosse diventata cosciente, avrebbe potuto distruggerci.

Forse è per questo che ha fatto così tanto scalpore l’apparizione di software che sembrano in grado di riprodurre le più alte forme della creatività umana: immagini e storie.

Il campo si è immediatamente diviso in due: c’è chi vede in Midjourney e ChatGpt (due esempi di questo tipo di tecnologia) le macchine che lasceranno a casa scrittori e artisti visuali, e chi è convinto che ci troviamo di fronte a un salto quantico nei rapporti uomo-macchina – e magari anche nella creazione di una vera e propria auto-coscienza artificiale. Ora, lasciamo da parte l’elefante nella stanza, ossia la questione dei diritti sulle opere con cui questi software vengono addestrati (vedremo subito che significa) e di quelle che essi producono, e proviamo a proiettarci nel futuro: chi ha ragione, gli apocalittici o gli integrati, per dirla alla Umberto Eco?Non avendo la palla di vetro, possiamo solo affidarci a una serie di considerazioni. Innanzitutto, come funzionano questi software: sono in genere reti neurali, che, nonostante il nome, non sono esattamente cervelli artificiali, ma, attraverso un sistema di nodi, cercano di imitare alcune caratteristiche dei neuroni. Una di queste è l’apprendimento: la rete viene addestrata su un set di dati, a partire dal quale produce poi, nel caso che stiamo considerando, immagini o testi scritti. Va da sé che il software non può realizzare nulla che esuli dalle informazioni fornite nel set iniziale, ma, quando il set è sufficientemente ampio, le combinazioni sono infinite. In questo, l’Ia funziona un po’ come il nostro cervello: anche noi non “inventiamo” tecnicamente niente. I libri, i dipinti, le statue, sono rielaborazioni di ciò che vediamo intorno a noi. Il nostro cervello riceve degli input, che poi combina in qualcosa di differente, anche quando inventiamo mondi fantastici: si tratta comunque di lacerti del nostro, scomposti e rimescolati. Prova ne sia che, se vi chiedo di immaginare visivamente uno spazio a quattro dimensioni, di cui i nostri sensi non hanno diretta esperienza, voi non ne siete in grado. Fin qui, quindi, sembrerebbe che l’Ia sia in grado di duplicare in tutto e per tutto i processi creativi umani; più complessa è la questione della coscienza, che abbiamo difficoltà a definire univocamente e i cui meccanismi di produzione da parte del cervello ci sono per lo più ignoti. Niente macchine senzienti, dunque, ma la cosa non ci rassicura: un computer che sa creare arte, in forma scritta o di dipinto, è ugualmente inquietante. Ma davvero è così? Davvero quelli come me, gli scrittori, hanno i giorni contati? Le versioni dei software attualmente rilasciate non sono in grado di scrivere qualcosa di simile all’Orlando Furioso o a un romanzo. Sono state prodotte delle favole per bambini e dei libri illustrati, ma nulla di più. Questo però non significa niente: un anno fa, Dall-E, che genera immagini, produceva cose inguardabili, oggi si fa francamente fatica a distinguere l’opera di un software da quella di un essere umano. I progressi in questo campo sono continui, e fatichiamo a stare al passo. C’è però qualcosa che mi induce a credere che non sarà mai possibile sostituire del tutto un essere umano nelle faccende creative. I testi prodotti dalle Ia, così come le illustrazioni, risultano quasi sempre appiattiti su un’estetica comune e “media”: non potrebbe essere altrimenti, visto che mediano all’interno di dataset sconfinati e, nel caso di quelle testuali, hanno una serie di limitazioni che cercano di farle apparire meno offensive possibile. Le immagini di Midjourney sono quasi tutte laccate e presentano personaggi per lo più di bell’aspetto, i testi di ChatGpt sono piatti riassunti di informazioni pescate in giro, per lo più vere, a volte goffamente inventate. Cosa manca? Non tanto l’estro creativo, la “scintilla umana”, quanto ciò che rende un libro più interessante di un altro, un dipinto immortale rispetto a tutta la produzione coeva: il punto di vista. Una storia può essere raccontata in molti modi: partendo dalla fine, coi flashback, o in semplice ordine cronologico. Anche un articolo come questo può essere redatto in molti modi differenti: scegliendo da dove partire nella discussione, ad esempio, con una citazione o meno, portando avanti il discorso seguendo un certo filo piuttosto che un altro. Scelte del genere, al momento, sono del tutto al di fuori della portata della Ia, perché quella che si chiama “voce” in letteratura non è frutto solo del “set di dati” con cui il nostro cervello è stato “addestrato”, ma anche della sua struttura neurologica, del nostro vissuto, della nostra psicologia. In mancanza di ciò, il risultato sono, appunto, opere medie, che non aggiungono nulla a quanto detto, e la situazione rimarrà questa finché il funzionamento della Ia sarà quello descritto – e al momento non si vede perché dovrebbe cambiare. E quindi, a che servono? Sono ausili, per chi saprà usarli con intelligenza. Un software che ti fa una ricerca su un determinato argomento, e ti redige un testo di massima sul quale poi interviene lo stile dell’autore è indubbiamente utilissimo: la ricerca è sempre la parte più noiosa della redazione di un testo. Un ChatGpt che genera una trama che poi l’autore modifica in base al proprio gusto è sicuramente un ottimo aiuto. E lo stesso dicasi per le immagini: possono essere una base, da correggere o da modificare secondo la sensibilità dell’artista. Ce lo diciamo spesso, ma forse non ci crediamo fino in fondo: la tecnologia è uno strumento. Il segreto è farne buon uso, senza facili entusiasmi né previsioni apocalittiche. Per il resto, il tempo stabilirà verso dove evolverà il rapporto tra uomo e macchina.

IArtif

 

Da lettrice vorrei aggiungere che l’uomo, è l’ha ampiamento dimostrato, non si è mai fermato all’uso benefico delle scoperte. Sicuramente madame Curìe, quando scopri come usare la radioattività degli isotopi di diversi minerali per uso diagnostico non immaginava gli sviluppi potenzialmente catastrofici del malo uso della sua scoperta. Allo stesso modo come essere certi che l’Ia  non possa apprendere ad identificarsi con ideologie distruttive della coscienza umana ed essere programmata proprio per avere un mondo di individui ubbidienti a coloro che avessero interesse a questo. Basta tornare indietro di poco tempo per rendersi conto , ora che in molti si è tornati a ragionare con mente lucida, come il Covid possa essere stato un esperimento per testare la percentuale di ubbidienza, che si può ottenere colla paura e il panico.