Perchè i bambini giocano alla guerra…

 

I bambini giocano alla guerra.
E’ raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
E’ la guerra.
C’è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.

Bertold Brecht

La poesia di Brecht, come si può comprendere anche in “i bambini giocano alla guerra”, vuole farci riflettere sulla realtà sociale e politica. La grande rivoluzione di Brecht fu quella di produrre una poesia marxista rivoluzionaria ,la critica della società borghese, capitalista. Il pubblico attraverso la poesia doveva poter prendere coscienza delle grandi contraddizioni della società. I conflitti sociali, la povertà, le contrapposizioni di ceto, la guerra, e così via, liberandosi dalle catene imposte dalla società. Giusto o sbagliato si interpreti il pensiero di Brecht, egli contribuì ad un’idea diversa del teatro e della poesia. Pertanto merita attenzione e soprattutto di essere letto con attenzione. Infatti scrive “è raro che giochino alla pace, perché gli adulti da sempre fanno la guerra”. Brecht cerca di farci riflettere su quello che, a volte, scambiamo come normale, anche il semplice “pum” durante un gioco. Quello sparo che, da un’altra parte del mondo, sta uccidendo qualcuno.
Educare un bambino alla pace non è una cosa semplice , significa insegare la condivisione, il rispetto, l’apertura mentale. Significa saper condividere l’amore, saper insegnare il concetto di amicizia e di famiglia. E, purtroppo, in molti posti nel mondo dove sono prioritari , discriminazioni, violenze, fame e sofferenza questi valori diventano poco o niente importanti.

bambini giocano guerra1

In un niente la loro felicità… non togliamogliela!

 Questi tre meravigliosi bambini mi hanno incantata, belli, felici  di giocare con niente.  La felicità di questi bimbi è in quel giocare nell’acqua,  specchiare  nella sua limpidezza i loro altrettanto  limpidi occhi, arrampicarsi e fare le acrobazie su i rami bassi, alla loro portata di bimbi. La felicità di questi bambini è la libertà di cui godono, lontano dagli occhi dei grandi, non soltanto vigili, ma spesso limitativi dei genitori, nella natura incontaminata del luogo.La felicità di questi bambini è l’incoscienza del domani, che , per loro, non è altro che tempo, la felicità è nel godere la famiglia la sera, nella quiete del villaggio, dove la vita di oggi è quella di ieri e di ieri l’altro e di quelli che si perdono nel tempo. Il loro piccolo  mondo combacia col mondo dei grandi in un angolo di  Africa dove non è ancora arrivato il diavolo. E non sanno che questo mostro, al quale il loro credo animista porta rispetto ,ha spesso il volto di uomini come tanti. E se  e quando arriveranno i diavoli ribelli , pagati dall’avidità delle multinazionali a massacrare e spingere via gli abitanti dalla loro terra, il loro  piccolo mondo di felicità sarà spazzato via. E allora i tre piccoli , meravigliosi bimbi, spegneranno il loro sorriso e si incammineranno in fila indiana alla ricerca di un altro habitat, come vedevano fare ai grandi branchi di animali, anche loro alla ricerca dell’acqua.   E su questa immensa distesa di acqua troveranno un gommone, sul quale, abbracciati andranno verso un domani, che è solo un foglio bianco sul quale scrivere i giorni di un tempo ignoto.