Guardare le opere di Edward Hopper con occhi diversi…

 

Io penso che tutti coloro che conoscono Edward Hopper e le sue opere, uniche nel loro genere asciutto, minimalista e reali, le abbiano sempre guardate come rappresentazione della solitudine, alla quale si poteva aggiungere qualsiasi aggettivo. Quelle persone sole appoggiate ad una porta, quelle donne nude su letti o poltrone cogli sguardi volti all’infinito, quei lunghi banconi di bar quasi vuoti, benzinai in attesa di un cliente ci sono sempre apparse come disperati solitari in popolose metropoli americane, dove persino il caos del rumore a volte viene percepito come un assordante silenzio.
Esiste invece un ‘altra interpretazione dei dipinti di Hopper, che libera i suoi personaggi dalla solitudine, mettendoli in una dimensione diversa – C’è un libro  Oltrecolore , nel quale l’autore Antonio Spadaro ci spiega la sua visione e ci aiuta ad osservare questi dipinti secondo un diverso punto di vista,ci porta insomma a dare sfogo alla nostra immaginazione. Ebbene sappiamo come la nostra fantasia dipenda dai nostri stati d’animo. Meraviglioso quindi avvicinarsi a questi dipinti, e mentre li ammiriamo perdersi in una qualunque situazione, che possiamo immaginare per loro.
Spadaro scrive infatti che “nei quadri di Hopper le figure sono colte in attesa che qualcosa avvenga, come se una rivelazione fosse a portata di mano. La risposta sta fuori, rispetto alla superficie del quadro. La soluzione dell’attesa non è data, ma è suggerita come una necessità ineliminabile. Si ha la certezza che qualcosa debba avvenire o qualcuno debba arrivare, anche se non si sa che cosa o chi. Hopper è dunque il maestro che sa fissare l’attimo instabile in cui la vita si manifesta come desiderio di una forma di salvezza”. Sarà bello fare questo ragionamento non appena mi troverò ad ammirare un dipinto di Hopper, sarà bello immaginare i pensieri di quella signora in treno, in attesa di qualcuno che la sta aspettando con ansia , per qualsiasi motivo, in viaggio verso una realtà piacevole.

in treno

Oppure guardare quelle sue case solitarie e riempirle di vita, di gioia, di rumori, di persone che non siedono nude su un letto guardando, fuori dalla finestra, un mondo che non le appartiene.

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