Antropologia di un gesto, Paolo e Francesca si baciano ancora.

Jean-Auguste-Dominique Ingres, il bacio di Paolo e Francesca
Jean-Auguste-Dominique Ingres, il bacio di Paolo e Francesca

Dalla Divina Commedia ai personaggi contemporanei. Non c’è contatto che abbia colpito di più la fantasia letteraria

Dal bacio di Paolo e Francesca a quello di Paola e Francesca. Il primo, reso immortale da Dante finì in tragedia, il secondo fra Paola Turci e Francesca Pascale, con un matrimonio. Gli amanti della Divina Commedia furono sorpresi sul fatto dal di lei marito. La cantautrice e l’ex di Berlusconi sono state paparazzate labbra sulle labbra. In un caso galeotto fu il libro, nell’altro uno yacht. Eppure, al di là delle differenze è pur sempre un bacio a simboleggiare l’amor che a nullo amato amar perdona. E non è un caso che magazine, tv e social in questi giorni abbiano tutti rispolverato i versi del V Canto dell’Inferno, rendendo iconiche le testimonial dell’amore LGBTQIA+.

Perché quello di Paolo e Francesca è il bacio più celebre della letteratura. Un bacio che nasce da un altro bacio letterario. Quello altrettanto proibito che Ginevra, moglie di re Artù, scambia con il prode Lancillotto, raccontato dal grande poeta Chrétien de Troyes, nel libro che accende la passione dei due young adulterers.

Quel turbine di desiderio immortalato dalle terzine vertiginose di Dante ha colonizzato la vita sentimentale di generazioni di studenti. Mescolandosi ai turbamenti dell’adolescenza. “Ma Paolo e Francesca, quelli io me li ricordo bene – dice Antonello Venditti in Compagno di scuola – perché, ditemi, chi non si è mai innamorato di quella del primo banco?”.

Gli unici a poter contendere agli amanti di Rimini la palma del bacio fatale sono gli amanti di Verona, Giulietta e Romeo. Con una bella differenza. I primi sono due ragazzini ingenui, tutti fremiti e palpiti. Basta un libro a farli andare fuori di cabeza. Mentre la Giulietta di Shakespeare appare molto più scafata di Romeo, quasi una metrosexual. Lui, ingenuo, paragona le sue labbra a due timidi pellegrini in cerca della sacra bocca dell’amata. Mentre la ragazza Capuleti la sa lunga e valuta da uno a dieci l’arte filematica del Montecchi. “You kiss by a book” – gli dice compiaciuta – “baci come un libro stampato” o, se preferite, “baci da manuale”. Insomma, il libro galeotto è diventato un tutorial.

Il sì di Paola Turci e Francesca Pascale a Montalcino il 2 luglio 2022

Il sì di Paola Turci e Francesca Pascale a Montalcino il 2 luglio 2022 

Quello che evidentemente non ha letto Otello che, accecato dalla gelosia, scambia i baci d’amore di Desdemona per prove del suo tradimento. E quando la uccide nel sonno, la bacia e continua a parlarle di baci: “E non c’è altro modo che questo: uccidermi, per morire in un bacio”. La scena ha una lunga eco letteraria e musicale, fino al libretto scritto da Arrigo Boito per l’Otello di Verdi dove il Moro dopo il femminicidio canta “un bacio, un bacio ancora, un altro bacio”. Con una sorta di triangolazione delle citazioni, perché la frase di Boito si ispira a un passo delle Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo dove Lorenzo, uno dei protagonisti del romanzo, scrive all’agognata Lauretta “O! un altro tuo bacio, e abbandonami poscia a’ miei sogni e a’ miei soavi delirj: io ti morrò ai piedi”.

Insomma, sulla letteratura piovono baci in tutte le direzioni, come quelli di cui Vronsky copre il viso e le spalle di Anna Karenina nell’omonimo romanzo di Tolstoj. Ma la fiaba e il fantasy sono un vero catalogo di prodigi filematici, aspirazioni bocca a bocca, suzioni fatali. A cominciare da quelle del Dracula di Bram Stoker, il più nefasto tirabaci dell’Ottocento.

Ma la magia del bacio, il suo potere di cambiare anima e corpo delle persone ha nelle favole e poi nel cinema la sua consacrazione. L’idea di fondo è che in ogni ranocchio è nascosto un principe e in ogni serpente una principessa che solo un bacio potrà restituire alla loro bellezza originaria. A questo genere appartengono storie come La donna serpente di Carlo Gozzi una favola teatrale settecentesca. O ancor prima l’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo, dove il prode cavaliere Brandimarte libera la fata Febosilla trasformata in rettile da un mago invidioso. Va da sé che l’indomito slinguazza senza esitazioni il biscione. E il lieto fine è assicurato.

Alla stessa famiglia di miracolate appartiene la Bella addormentata nel bosco, svegliata dal bacio del principe dopo un sonno di cento anni. Senza dire di Biancaneve che dopo aver assaggiato la mela della strega piomba in uno stato di ibernazione da cui solo le labbra amorevoli del principe la tirano fuori. Più o meno come succede ad Anna, principessa di Arendelle e coprotagonista di Frozen-Il regno di ghiaccio, il film d’animazione che ha stracciato tutti i record d’incasso.

Ma non si creda che siano solo e sempre le donne ad aver bisogno degli uomini. Anche i principi hanno i loro inestetismi da incantesimo. Trasformati in mostri come ne La bella e la bestia. E nemmeno i paperi fanno eccezione. Ne La leggenda di Papertù, geniale crasi fra Paperino e Artù, il pennuto più famoso di sempre viene trasformato in rospo dalla perfida maga Ameliana. L’incantesimo viene spezzato solo dal bacio della principessa Paperinevra, Paperina più Ginevra.

Ma adesso, al tempo del #MeToo, quei baci favolosi incappano spesso e volentieri nelle censure del politicamente corretto. Nel 2017 Sara Hall, una mamma inglese, ha chiesto di cancellare la Bella addormentata dai programmi scolastici del Regno. Motivazione. Il principe è uno stalker che ha baciato la dormiente senza il suo consenso. Ha rincarato la dose la sociologa giapponese Kazue Muta che ha accusato il principe di Biancaneve di atti osceni su una partner priva di sensi.

Per ragioni analoghe l’attrice Keira Knightley ha deciso di vietare a sua figlia Cenerentola e pure La sirenetta. Con tutto il rispetto, accusare di sessismo un autore di 2000 anni fa o i fratelli Grimm è come multare per eccesso di velocità i piloti di Formula Uno.

In realtà, questo revisionismo applicato alla fiaba è la prova provata della potenza simbolica di questo gesto antico quanto il mondo. A partire dalle Metamorfosi di Ovidio dove lo scultore Pigmalione bacia la statua di Galatea e la trasforma in una bellissima donna in carne e ossa. Fino al mondo dei Manga e degli Anime, dove siti specializzati stilano la classifica dei baci più amati dagli adolescenti. Insomma, con buona pace della cancel culture, il bacio resta un evergreen del discorso amoroso. Di ieri e di oggi.