Le labbre conoscono il senso delle parole, si cercano per dire “ti amo”..

Tra le sue braccia io vivevo emozioni , che non conoscevo, le sue mani morbide, come seta, mi accarezzavano i capelli, il volto.   I suoi occhi continuavano a sorridere, percepivo una quiete grande, una dolcezza infinita in quegli occhi, che illuminavano il buio ,il mio cuore  martellava , non riuscivo a parlare, ascoltavo la sua voce che mi diceva cose senza senso per un uomo grande, che abbracciava una  ragazza e le proponeva una storia incredibile.Incredibile per me, che non capivo perchè volesse che io lo aspettassi, che  diventassi grande perchè potesse amarmi, insegnarmi ad amare. Cercava di rassicurarmi che non era un pazzo, ma che la sua era una scelta che aveva fatto,qualche giorno prima, incrociando il mio sguardo e mi proponeva di provarci. Quell’uomo non era uno sconosciuto, frequantava  i nostri stessi luoghi, era bellissimo, corteggiatissimo, poteva avere le donne che desiderava e  mi chiedeva di mettere alla prova il mio cuore, i miei sentimenti.   Incominciò a disegnarmi le labbra, sfiorandone i contorni, sorrideva ,quel gioco divertiva entrambi.
“Le labbra.. mi piacciono non solo perchè ci regalano i baci, ma perchè distinguono il senso delle parole. Dimmi “ti odio”, provai a ripetere quelle parole ,” vedi , nel pronunciarle, non si toccano, prova ora a dire il suo contrario” . Il gioco era iniziato,”ti amo” pronunciai e su quella “o” mi appoggiò un tenero bacio.
Non avevo ancora diciassette anni, da quella sera  non ci fu nessun altro..Tra le sue braccia io vivevo emozioni , che non conoscevo, le sue mani morbide, come seta, mi accarezzavano i capelli, il volto.   I suoi occhi continuavano a sorridere, percepivo una quiete grande, una dolcezza infinita in quegli occhi, che illuminavano il buio ,il mio cuore  martellava , non riuscivo a parlare, ascoltavo la sua voce che mi diceva cose senza senso per un uomo grande, che abbracciava una  ragazza e le proponeva una storia incredibile.Incredibile per me, che non capivo perchè volesse che io lo aspettassi, che  diventassi grande perchè potesse amarmi, insegnarmi ad amare. Cercava di rassicurarmi che non era un pazzo, ma che la sua era una scelta che aveva fatto,qualche giorno prima, incrociando il mio sguardo e mi proponeva di provarci. Quell’uomo non era uno sconosciuto, frequantava  i nostri stessi luoghi, era bellissimo, corteggiatissimo, poteva avere le donne che desiderava e  mi chiedeva di mettere alla prova il mio cuore, i miei sentimenti.   Incominciò a disegnarmi le labbra, sfiorandone i contorni, sorrideva ,quel gioco divertiva entrambi.
“Le labbra.. mi piacciono non solo perchè ci regalano i baci, ma perchè distinguono il senso delle parole. Dimmi “ti odio”, provai a ripetere quelle parole ,” vedi , nel pronunciarle, non si toccano, prova ora a dire il suo contrario” . Il gioco era iniziato,”ti amo” pronunciai e su quella “o” mi appoggiò un tenero bacio.
Non avevo ancora diciassette anni, da quella sera  non ci fu nessun altro..

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