Cos’ è un segreto; e anche la nostra privacy dovrebbe esserlo, in un paese civile, come pare non esserlo il nostro, nonostante si professi come una democrazia, che ignora , tuttavia, il significato della parola libertà-

Che cos’è un segreto?

Dal latino: secretum da secernere mettere da parte, da se- e cernere: separare. Un segreto è quindi qualcosa di privato che si mette al riparo dal pubblico, separato e nascosto agli altri, che non viene rivelato e condiviso. Volendo possiamo anche prendere in considerazione le parole latine mysterium e arcanum.

Arcanum: non conosciuto, ma conoscibile.

Mysterium: non conosciuto, non conoscibile.

Quindi oggi se ti svelassi un mio segreto, verresti a conoscenza di un arcano o rimarrebbe tutto un grande mistero? Possedere un segreto vuol dire essere proprietari e arbitri tra ciò che è pubblico e ciò che è riservato. Essere a conoscenza dei segreti altrui significa disporre del potere della conoscenza e della possibilità di usarla a piacimento. La segretezza esclude da questa conoscenza e dal suo potere. Qui il paradosso del segreto. Per quanto sia qualcosa che si voglia nascondere esiste anche la possibilità di rivelarlo a terzi che  lo custodiranno a loro volta o ne faranno una potente arma.
Il grande potere del segreto sta nella possibilità che il contenuto dello stesso possa essere rivelato e conosciuto. In questa intrinseca trama tra potere e segreto emerge appena l’affascinante arte del silenzio, come decisione di non pronunciarsi, di selezionare cosa dire e cosa tacere, di negare risposte. Il vero potente che si serve del segreto, lo controlla sfruttandone il potenziale nelle molteplici circostanze delle relazioni umane. Adesso mi sembra opportuno parafrasare Oscar Wilde: “date una maschera ad un uomo, e vi mostrerà la sua vera identità”.
Dopo il paradosso, la puoi far indossare perfettamente sia a colui che nasconde un segreto, sia a chi ne potrebbe venire a conoscenza. E ora che ho capito, anche con riferimento ai recenti fatti di dossieraggio, visto che siamo tutti ostaggi di questa tecnologia mortifera per la privacy di ognuno di noi, dobbiamo imparare a spiazzarla, nascondendoci il più possibile in questa realtà, che diventa ogni giorno più invivibile per chi abbia ben chiaro il concetto di libertà, anche a costo di essere fuori moda.
Stai aspettando ancora il mio segreto?!

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Milano: il segreto di San Satiro che non tutti notano La Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, nel capoluogo lombardo, nasconde un’illusione ottica che bisogna scoprire

Milano, interno chiesa di San Satiro
L’abside della Chiesa di Santa Maria presso San Satiro

Nel centro storico di Milano, precisamente a Via Torino su un corto vicolo cieco stretto tra due palazzi, si trova una chiesa parrocchiale edificata alla fine del Quattrocento: si tratta della Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, che ingloba il sacello di San Satiro di epoca medievale e costituisce una delle attrazioni milanesi tutta da scoprire. Già, perché non è solo la facciata in stile neorinascimentale, con la sezione centrale suddivisa in due fasce orizzontali sovrapposte da un cornicione a loro volta separate in tre settori da lesene corinzie, il rosone, le due nicchie, la torre campanaria del IX secolo in stile romanico o la cupola con rosoni circolari ciechi a destare particolare stupore. Bisogna varcare la soglia per poter ammirare, dietro l’altare, il grande spazio formato da un’abside regolare e ben completata da colonne e decorazioni: procedendo infatti verso l’altare, quasi a toccare con mano, ci si accorge che non si può passare, poiché c’è poco meno di un metro di spazio.
E’ in realtà un’illusione ottica, una prospettiva illusoria perché l’abside non esiste. Questo inganno prospettico è opera di Donato Bramante, uno dei più grandi architetti italiani, che ha fatto fronte allo spazio ridotto della chiesa per creare la finta abside che misura 97 centimetri invece di 9 metri e 70 previsti in quello che era il progetto originale. Quello che nacque come un impedimento alla diocesi che non aveva i permessi per costruire una chiesa di più ampie dimensioni si è evoluto poi in un risultato inaspettato, vero e proprio capolavoro artistico. Il Bramante, sfidando le limitazioni, ha infatti creato l’illusione perfetta e la finta fuga prospettica di San Satiro è considerata l’antesignana di tutti gli esempi di trompe l’oeil che vennero successivamente: nella sua perfezione l’opera evidenzia anche l’influenza delle ricerche di Piero della Francesca e Donatello nel campo della rappresentazione illusionistica. Se si pensa che in origine tutto l’edificio era decorato in bianco, azzurro ed oro, ci si rende conto che l’impressione ottica, all’epoca, era davvero ricchissima.

fonte:la Repubblica

abside di santa maria presso san satiro