L’ empatia…

 

L’empatia è la rottura della prigione dell’io, rottura che non avviene cognitivamente bensì emotivamente. All’origine di tale rottura non c’è una conoscenza oggettiva, ma una partecipazione emotiva e sentimentale al patire e al gioire degli altri; è solo il pathos condiviso e consapevole che ci connette in quel modo immediato e reale che ci tocca il cuore.

Il cuore è l’organo dell’etica, ma il grande problema è che oggi non c’è nessuna educazione del cuore. Oggi si educa solo la mente cognitiva, il che è certamente doveroso, ma non è sufficiente; anzi, un’educazione solo cognitiva può essere persino pericolosa perché, come diceva Tagore, “un cervello tutto logica è un coltello tutto lama. Fa sanguinare la mano che l’adopera”. A chi è affidata oggi l’educazione del cuore? Credo a nessuno. Senza educazione del cuore, però, o si cade nel cinismo e nell’indifferenza e nella conseguente assenza di etica, oppure si fa del bene senza saperlo motivare subendo così le accuse sarcastiche di buonismo.

È l’educazione del cuore, unita a quella della mente, a generare il modo complessivo di essere e di stare al mondo di un essere umano all’altezza dell’ideale della humanitas.

Vito Mancuso

 

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Conosci te stesso, ovvero la tua libertà.

 

La massima che Socrate pose a fondamento del suo filosofare, “Conosci te stesso”, con quel suo ammonire a conoscere la propria identità, ci insegna che noi in prima battuta non conosciamo chi siamo. Se ci fermiamo all’identità non scelta ma consegnataci dalla sorte corriamo il rischio di essere degli idioti; se però disprezziamo questa identità corriamo il rischio di non avere più né radici né sapore, oltre a tradire le nostre origini.

Si tratta quindi di elaborare criticamente il processo di identificazione, mettendo a confronto ciò che non abbiamo scelto per noi ma ci è stato consegnato dalla vita, con ciò che noi scegliamo e vogliamo per noi e rendiamo autenticamente nostro. Questo è il lavoro di un essere umano su se stesso, il lavoro interiore, il lavoro più prezioso. Esso conferisce un’identità il cui nome è libertà.

Vito Mancuso

identità

E’ l’amore che ci fa cambiare…

 

Convertirsi significa cambiare la propria posizione nel mondo: passare da un sistema geocentrico, in cui il soggetto sta al centro e fa ruotare tutto attorno a sé, a un sistema eliocentrico, in cui il soggetto gravita attorno a qualcosa di più grande e più luminoso. È l’effetto della mente innamorata, che sempre produce un cambiamento di stato.

È l’amore, quindi, che fa cambiare, dando inizio a una vita nuova. Più precisamente, è l’amore che scaturisce dall’impatto con la bellezza e con la sofferenza, le due esperienze fondamentali alle quali nessun essere umano si può sottrarre. Al contatto con la bellezza autentica e con la sofferenza elaborata, l’amore si trasforma, e, dall’essere quel sentimento capriccioso inteso dai più, diviene una forza stabile della mente, della parte più preziosa dell’essere umano in cui risiede la vera personalità.”

Vito Mancuso

campo di dalie

 

Quando e perchè una persona cambia…

“Un essere umano cambia quando cambiano i suoi desideri la cui somma si chiama speranza, i quali, invece di tendere verso i bisogni, salgono e divengono aspirazioni, così che, invece di sentire il desiderio irresistibile dell’ennesimo paio di scarpe o di una borsa o di una camicia, o di una carica o di un riconoscimento o di un applauso, inizia a sentire il desiderio di meno scarpe, meno borse, meno camicie, meno cariche, meno riconoscimenti, meno applausi, meno tutto, solo cose vere, per favore, solo cose e persone vere, per favore: musiche vere, pagine vere, amici veri, relazioni vere. Vita autentica.”

Vito Mancuso, Il coraggio e la paura

relazioni vere