Avellino come Atripalda

Chi, ad Avellino, si aspettava il primo passo verso la costruzione di un’unione delle sinistre per cominciare a pensare con la dovuta attenzione ai problemi della città, è rimasto purtroppo deluso. L’iniziativa ad opera della sinistra dem di Antonio Gengaro che ha chiamato a confrontarsi nell’aula “Grasso” di Palazzo Caracciolo, il responsabile locale di Mdp, il deputato di SI, Giancarlo Giordano, quelli di Possibile, il solitario rappresentante del Centrosinistra alternativo, Amalio Santoro, e finanche Giuseppe De Mita dell’Udc, si è rivelata la prova generale di quella che potrebbe essere la nuova strategia elettorale in vista del rinnovo del Consiglio comunale. In verità non proprio nuova, in quanto è stata collaudata positivamente nelle ultime amministrative di Atripalda.

Qui, dentro un calderone in cui hanno trovato posto esponenti di Forza Italia e democratici dissenzienti, destra e sinistra insieme al centro targato Udc, ha preso forma una lista atipica di “salute pubblica”, che ha vinto le elezioni sconfiggendo lo schieramento del sindaco uscente del Pd (ma ex Udc), portando sulla poltrona di primo cittadino un Udc. Ebbene, questo stesso modello è stato riproposto dall’onorevole Giuseppe De Mita, quale strada efficace da percorrere per il reale cambiamento al Comune di Avellino.

Così, mentre i rappresentanti della divisa sinistra avellinese si perdevano in disquisizioni varie, il vicesegretario nazionale dell’Unione di Centro è stato abile a rovesciare le posizioni in campo e dalla possibilità di un’alleanza tra le sinistre ed i centristi, con le sinistre a svolgere un ruolo di guida; si è passati ad un radicale mutamento di prospettiva che possa mettere insieme tutti in una coalizione allargata e indistinta, ma tendente verso il centro e presumibilmente a guida Udc,demita come ad Atripalda.