L’anguana

buso delle anguane collage-2La piccola anguana si tuffò nell’acqua gelida del fiume non appena vide la coppia avvicinarsi. L’acqua la accolse gorgogliando e spandendo piccoli brillantini argentati.

Da sotto il pelo dell’acqua si fermò a guardarli. Erano abbracciati ed ogni tanto si baciavano. Lui era un viso noto, lo aveva già visto al parco, ma c’era qualcosa di diverso, brillava sorridente. Lei era bellissima, nel suo cappottino bianco ed i capelli rossi come l’agrifoglio. Non la aveva mai vista prima, ma aveva qualcosa di familiare.  Quando la vide girarsi, si immerse il più possibile. Sembrò che la stesse seguendo con lo sguardo, ma non era possibile.

Una graziosa serie di cerchi concentrici si aprì dove l’anguana si era immersa.

– Devo avvicinarmi – pensò la giovane fata riemergendo piano per osservare meglio la coppia. Vide che lui stava indicando i nidi d’aironi. Non sentì cosa disse, ma vide lei ridere e stringersi a lui ancora più stretta. L’aria dei loro respiri formava piccole nuvole di condensa. Si perse a guardarle, a seguire la breve danza che quei respiri univa in unico vortice per poi sciogliersi tra i rami di una betulla.

Senza accorgersene l’anguana si era avvicinata alla riva. La testa completamente fuori dall’acqua, la bianca tunica che danzava con la corrente. Vide che la donna la guardava e fu presa dal terrore. Annaspò, inghiottì un po’ di acqua gelata e… Si accorse che lei le stava sorridendo. La vide portarsi un dito alle labbra per tranquillizzarla, chiudendo piano gli occhi.

La piccola anguana non si mosse dallo stupore. Ma come? Non si era né spaventata né stupita, non aveva urlato. Comprese così che cosa avesse visto di familiare in lei e le sorrise a sua volta.

Si accertò che l’uomo fosse ancora girato di spalle e scivolò silenziosa alle sue spalle. Con le dita lasciò cadere alcune gocce d’acqua sulla coppia e si diresse nuovamente verso il fiume.

Alzò una mano in un veloce saluto, vide la donna, fatta una carezza all’uomo, ricambiare il saluto e si tuffò nell’acqua.

Il fiume catturò alcuni raggi di sole e sparse brillantini luminosi nel punto dove la fatina era scomparsa.
La corrente li disperse.
© Il passo

il fiocco

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Spostai la sedia e la misi davanti alla finestra.

Il buio fuori faceva da schermo ed il vetro riflesse la mia immagine distorta dalle goccioline di condensa. Spensi la luce.

Il balcone, sferzato dalla pioggia, apparve tra le ombre. Guardai alla ricerca di un fiocco di neve. Uno solo. Me ne bastava uno in mezzo a tutte quelle gocce d’acqua. Uno.

La pioggia tamburellò sul tetto e sul terrazzo. Colpiva rumorosamente il pavimento. Con la coda dell’occhio lo vidi. Un riflesso colpì la finestra, un bagliore bianco e poi un altro. Un altro ancora.

Lenti e non lineari atterrarono piano. In mezzo a tutta quell’acqua alcuni fiocchi cristallini si posarono sul terrazzo. Catturarono la tenue luce dei lampioni e si spensero in un sospiro.

Nello sciogliersi, prima di tornare a confondersi con l’acqua, uno lanciò un ultimo riflesso di luce verso di me.

Mi alzai e rimisi la sedia al suo posto.

© Il passo