L’albero “Imperatrice” – Il Kiri

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L’albero “Imperatrice” cresce in tempi record e può produrre fino a 4 volte più ossigeno degli altri. Il Kiri, conosciuto anche col nome scientifico di Paulownia tomentosa o “Albero imperatrice”, è balzato agli onori delle cronache proprio per le sue incredibili proprietà. Si tratta di un albero di origini orientali (Cina e Giappone), importato in Occidente a partire dal 1800 circa e usato diffusamente come pianta ornamentale, sia negli spazi privati che nei luoghi verdi pubblici. La sua struttura lignea è particolarmente forte ma flessibile allo stesso tempo, tanto da essere stato spesso impiegato nella produzione di mobili, componenti edilizi, ma anche di oggetti e strumenti musicali. Un’altra sua caratteristica peculiare è anche la rapidissima crescita. Nel giro di soli tre anni, infatti, la Paulownia riesce a raggiungere il suo massimo livello di sviluppo, e può arrivare fino a quasi 20 metri di altezza. A questo proposito, nel 2011 ha vinto il Guinness World Record come “albero dalla crescita più veloce”. E non depura al meglio soltanto l’aria. La Paulownia è anche in grado di “ripulire” il terreno in cui viene piantato e intercettare moltissime polveri grossolane. Se si mettono in relazione le sue dimensioni, la velocità di crescita e le capacità depurative del Kiri, è chiaro che tutto ciò ha fatto sì che questo albero sia divenuto quasi un simbolo della lotta contro il cambiamento climatico e il riscaldamento globale. Una pianta ricca di qualità e aspetti essenziali per la nostra sopravvivenza, dunque: il Kiri è davvero uno splendido regalo della natura di cui tutti dovremmo beneficiare.
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 Le peculiari caratteristiche botaniche ed ecologiche del genere Paulownia ne fanno un tipico albero “multifunzionale”, in grado di fornire contemporaneamente diversi tipi di prodotti e di servizi.

La specie fu importata in Europa intorno al 1800 dalla Compagnia olandese delle Indie orientali e nel corso dei secoli seguenti, in particolare nel XIX secolo, fu impiegata come pianta ornamentale nei giardini, nei parchi e nei viali di tutta l’Europa meridionale.

La leggerezza è tra le doti di spicco del suo legno, come delle altre specie del genere. Ha elevata flessibilità e durabilità, ma bassa rigidità. Questo lo rende inadatto per strutture che richiedono alta rigidità. I giapponesi lo apprezzano molto per questo ed anche perché ha una struttura uniforme che lo rende molto adatto per lavorazioni di precisione e non lascia passare l’umidità. Per queste caratteristiche viene usato per costruire mobili, come cassettoni e bauli, per gli strumenti musicali come il Sō (arpa orizzontale), per le scarpe e le maschere. Il legno di Paulownia tomentosa ha il suo impiego anche nel settore dell’edilizia per rivestimenti interni e serramenti, ma anche per la fabbricazione di mobili, pannelli truciolati e multistrato, tranciati, sfogliati, pasta da carta, arnie per le api, ed oggettistica varia.

Si tratta di una pianta che cresce molto velocemente ed ha il suo picco di crescita proprio nei primi tre anni di vita. Si adatta molto bene per questo alla produzione di biomassa per fini energetici. Le grandi quantità di materiale sono però penalizzate dal grande contenuto di acqua.

Al di fuori delle tre grandi categorie citiamo l’uso di foglie e fiori, con i quali si possono ricavare medicinali e pure mangime per il bestiame. Non di meno la fioritura è grande fonte di nettare per le api, le quali possono produrre miele esclusivamente da questa pianta. E ancora la funzione frangivento (data dall’ampia e folta chioma), le capacità fitodepurative (elevato prelievo di azoto dal terreno), l’estrazione di biossido di carbonio dall’aria (in quantità molto importanti data la velocità di crescita) ed infine l’intercettazione delle polveri grossolane grazie alla peluria che caratterizza le foglie di questa specie.

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