Il vuoto a rendere

vuoto-a-rendere-riusoQuesta è una notizia che piacerà a chi è stanco di vedere il proprio terrazzo, invaso da sacchi e sacchi di rifiuti.

Vi ricordate di quando da bambini si andava al bar a comprare una bottiglia di bibita in vetro? Si acquistava e, una volta consumato il contenuto, la si restituiva al negoziante che ci dava in cambio una moneta.

La bottiglia poteva essere riutilizzata ancora un po’ di volte, prima di terminare la propria vita ed essere riciclata.

Ciò comportava un bel risparmio energetico e ambientale. In Gran Bretagna, per esempio, si calcola che se tutti riportassero i contenitori indietro, invece di buttarli, si metterebbero da parte 160 milioni di sterline (circa 190 milioni di euro). A questi si dovrebbe, inoltre, sommare il denaro non speso nella produzione di nuovi imballi e nella raccolta dell’immondizia.

Dagli anni Novanta, però, questa usanza in Italia è andata persa. Forse c’era troppo ottimismo sull’impatto dei nostri scarti sulla natura.

Fortunatamente qualcuno si è accorto che quell’abitudine si doveva riprendere.

Così il 25 settembre è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale una norma che ci riporta felicemente al passato, guardando al futuro, con un occhio rivolto alle buone pratiche tuttora in uso nei paesi del nord Europa.

L’augurio è di vedere l’etichetta, che segnala l’adesione di un esercizio commerciale all’iniziativa, su tutte le vetrine delle nostre strade.

Il vuoto a rendereultima modifica: 2017-10-10T17:29:15+02:00da Piticaterza