Ci si aspetterebbe che il Miur abbia tutto l’interesse di allearsi con l’Accademia della Crusca nella difesa della nostra lingua e invece…
E, invece, il Ministero, secondo il parere dell’antica Accademia, infarcisce le proprie guide di anglicismi e termini inglesi, che sarebbero facilmente sostituibili con i corrispettivi vocaboli italiani.
Tanto che per capirne il senso, è necessario di munirsi di dizionario. Peccato però che non sia quello di italiano, ma di inglese-italiano.
Alla tirata d’orecchie, il ministro difende questa scelta, in quanto ritenuta funzionale.
Peccato che, finché riterremo che la cultura debba avere solo una valenza funzionale e utilitaristica e non anche un valore formativo, non ci salveremo mai dalla dittatura del tecnicismo senza pensieri. Finché penseremo che una lingua valga un’altra, non capiremo mai il significato delle parole.