Rischia 10 anni di carcere la giornalista del blitz alla tv russa con il cartello “No alla guerra”: non mi pento, sostenetemi

Marina Ovsyannikova rischia 10 anni di carcere, ma dice: “Non me ne pento. Ho bisogno della vostra approvazione però”, invitando via Twitter a sostenerla, mentre afferma che le conseguenze saranno per lei un “motivo di onore”. Ovsyannikova è rimasta non contattabile per oltre 12 ore, secondo il suo avvocato. Era, a quanto risulta, trattenuta negli studi tv russi, mentre fuori c’era uno sciamare di automobili della polizia attorno al centro televisivo di Ostankino, nella parte nord-orientale di Mosca. Caos, mentre facevano il giro del mondo le immagini dove lei, (ormai ex) redattrice del Primo Canale russo mostra un cartellone contro la guerra in diretta durante il notiziario Vremya, proprio dietro la conduttrice del telegiornale della sera, la presentatrice Ekaterina Andreeva. Arrivate all’attivista le congratulazioni di Zelensky.

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Vremya è “il telegiornale” per antonomasia per i russi, dal 1968, quando iniziò ad andare in onda, trasmesso in bianco e nero dalla televisione sovietica. E da allora è sempre sinonimo di informazione di Stato.

Quindi quando accaduto nell’edizione serale del 14 marzo è stato un atto di coraggio, davvero impensabile sino poco tempo fa. Il tg era condotto dal solito volto, calmo e rassicurante della Andreeva, che non si scompone neppure durante l’irruzione della collega, mentre la regia si stacca immediatamente dallo studio per mandare un servizio.

Un tale atto di coraggio, però, potrebbe costare molto caro alla Ovsyannikova, ora agli arresti. Mentre l’unico giornale con sede in Russia a pubblicare la notizia del suo blitz, Novaya Gazeta, si trova a rispettare la nuova legge sui media a proposito del conflitto in Ucraina, che vieta qualsiasi riferimento alla guerra. Persino il direttore di Novaya Gazeta, Dmitry Muratov, insignito del Premio Nobel per la pace, ha dovuto oscurare l’appello contro la guerra dalla foto. E’ rimasto solo “non credere alla propaganda”.

Il Primo Canale ha avviato un’indagine interna, dopo l’accaduto. Ovsyannikova, in quello che può ritenersi un video-testamento registrato prima della sua azione, ha detto che suo padre è ucraino e sua madre è russa “e non sono mai stati nemici”.

“Sono personalmente grato, alla donna che è entrata in studio con un poster contro la guerra”, ha detto il presidente ucraino Zelensky.

Ci si chiede: come abbia fatto la conduttrice Andreeva a rimanere impassibile? La stessa ha commentato postando un video su Instagram (bloccato in Russia): “Ve l’ho detto: ‘fermi come una roccia. Qualunque cosa accada, stai fermo come una roccia’. Da dove ottengo tale resistenza? Ne avevo bisogno oggi. Dallo yoga, dal taijiquan, dal cuore. Come una roccia”.

Rischia 10 anni di carcere la giornalista del blitz alla tv russa con il cartello “No alla guerra”: non mi pento, sostenetemiultima modifica: 2022-03-15T12:11:57+01:00da manuela_man27