Il Reddito di cittadinanza diventa "Mia", acronimo di Misura di inclusione attiva. Il governo sta preparando il restyling del sussidio per le fasce di reddito più basse. La novità più grande riguarda il trattamento per gli occupabili, che non resteranno senza sussidio, ma riceveranno un assegno molto più basso di quello previsto dal precedente governo.
Reddito di cittadinanza: cosa cambia
L'assegno previsto per gli occupabili, scrive il Corriere, sarà di 375 euro, mentre le famiglie che rientrano nella fascia di povertà e non hanno persone in grado di lavorare nel nucleo familiare percepiranno un importo base di 500 euro. Le prime sono quelle dove c’è almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile. Le seconde quelle dove non ci sono queste situazioni ma almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d’età.
Obbligo formativo per i 16enni
Anche i minorenni con almeno 16 anni saranno tenuti all'obbligo di partecipazione attiva, formazione e lavoro nel nuovo sussidio contro la povertà se non impegnati in un percorso di studi. È quanto emerge dalla bozza di riforma del Rdc. Nel Mia sono tenuti a questo obbligo «tutti i componenti il nucleo familiare maggiorenni ovvero minorenni che abbiano adempiuto agli obblighi scolastici». Sono esclusi dall'obbligo i beneficiari della Mia over 60, nonché i componenti con disabilità. Possono essere esonerati dall'obbligo i componenti con carichi di cura (figli minori di tre anni di età o disabili in condizioni di gravità).
Assunzioni: sgravi fiscali ai datori di lavoro
I datori di lavoro privati che assumeranno i beneficiari della Misura di inclusione sociale che sostituirà il Reddito ci cittadinanza con un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato potranno avere l'esonero dal versamento del 100 per cento dei complessivi contributi previdenziali per un periodo massimo di 24 mesi. Lo si legge nella bozza di riforma del Reddito di cittadinanza nella quale si sottolinea che il limite massimo è di 8mila euro l'anno e che sono esclusi i contributi Inail. Resta ferma l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. Nel caso di licenziamento del beneficiario della MIA effettuato nei trentasei mesi successivi all'assunzione, il datore di lavoro è tenuto alla restituzione dell'incentivo fruito.
Per i contratti a termine o stagionali è riconosciuto l'esonero del 50% dei contributi previdenziali per la durata massima di un anno con il limite massimo di importo pari a 4.000 euro su base annua, riparametrato e applicato su base mensile. Questo incentivo è riconosciuto esclusivamente al datore di lavoro che inserisce l'offerta di lavoro nel sistema informativo della Mia. Un incentivo è riconosciuto anche alle agenzie per il lavoro per ogni soggetto assunto «a seguito di specifica attività di mediazione effettuata mediante l'utilizzo della piattaforma digitale per la presa in carico». Il beneficio vale il 10% di quanto riconosciuto al datore di lavoro (decurtato dal suo).
Occupabili, come chiedere l'assegno della Mia
La Mia dovrebbe entrare in vigore già quest'anno, prendendo il posto del Reddito di cittadinanza. La proposta arriverà presto al vaglio del Consiglio dei ministri, che dovrà approvarla e sottoporla poi alle camere. I beneficiari del Reddito, potranno richiedere la Mia allo scadere dell'attuale sussidio e quindi da agosto e non oltre il 31 dicembre. A cambiare per gli occupabili, oltre all'importo, sarà la durata, inferiore rispetto ai tempi attuali.
Cosa ha detto Tridico
«Per i cosiddetti non occupabili cambia poco, il reddito si conferma essere fondamentale come contrasto alla povertà, c'era da fare un lavoro sulle politiche attive, su tutto ciò che c'è attorno alla misura e questo mi sembra che vada nella giusta direzione. Noi abbiamo tanti inattivi e abbiamo progetti di inclusione che spesso non vengono svolti da Comuni e centri per l'impiego, qui mi sembra che ci sia una spinta molto forte in questa direzione».
Lo ha detto Pasquale Tridico, presidente Inps, su Radio 24: «Il reddito minimo è una misura prevista dall'Unione Europea, tutti coloro che stanno al di sotto di una certa soglia devono avere un reddito, l'Italia dovrà fare i conti con le direttive della Commissione Europea sul reddito minimo, consentire a coloro che pur non trovando il lavoro perdono il reddito mi sembra effettivamente una grande criticita».