…..Autunno…..

Nudi i rami le foglie
ai pie’ del tronco
giacciono stanche sotto
piccole gocce di pioggia
inumidite lente allo
svolazzar del vento….
Nuvole grigie s’impiglian
tra i pini,
piu’ dense sui faggi e
le querce.
Un tuono poi un lampo…
La pioggia la pioggia
cade sui tetti nelle grondaie
a ristorar l’avida terra;
cade sui corpi,fresca, a
purificar i nostri pensieri.
Come una nuvola bianca
il gregge migra a valle
verso la marina e l’eco
del cane e del pastore
rimbomba tra i monti.
Sotto la fitta pioggia,
la boria del ruscello ed
il tintinnio del pettirosso.
Allegro il contadino
felice del suo lavor ricolma
di mosto i tini e a novembre
già assapora il vino..
Ma il suo pensiero corre,
corre avanti
ai germogli della primavera.(Solosocrate)

Per Valentina

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Eugenio Montale.

Buona domenica…..

A volte, solo a volte,
ritirarsi non è arrendersi
Cambiare non è ipocrisia,
disfare non è distruggere.
Essere soli non è allontanarsi,
e il silenzio non è non avere niente da dire.
Restare fermi non è pigrizia,
né vigliaccheria, è sopravvivere.
Immergersi non è annegare,
retrocedere non è fuggire.
A volte, solo a volte,
occorre allontanarsi per vedere,
abbandonarsi, lasciare che scorra, che il vento cambi,
chiudere gli occhi e tacere.
A volte bisogna ascoltarsi.

(Maria Guadalupe Munguia Torres)

Immagine: Illustrazione di Mizzy, “Living my Truth”

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Ciao Amica Mia

La morte non è niente.
Sono solamente passata dall’altra parte: è come fossi nascosta nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’una per l’altra lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontana, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

Poesia di Henry Scott Holland

 

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A quelli che…

A quelli che si siedono nell’ultima fila per non essere osservati.
A chi quando gli fai un sorriso in ascensore abbassa lo sguardo e arrossisce.
A chi rimane digiuno ai buffet.
A quelli che non dicono niente quando qualcuno taglia la coda e passa avanti.
A quelli che si scusano anche quando non dovrebbero.
A chi è educato anche a costo di sembrare scemo.
A chi ha un’intelligenza arguta e sa riconoscere quando è il momento di non arrivare primo. A tutti quelli che nella vita si sono persi un’occasione importante, perché un prepotente gliel’ha portata via.
A chi ha la risposta giusta e non alza la mano.
A quelli che ancora credono alla lealtà, a costo di essere sconfitti.
E niente.
Io vi vedo.
E siete proprio belli.

(Roberto Pellico)

 

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