27 gennaio 2017 – Salmo 123

dopo aver invocato lo Spirito Santo

rileggiamo e preghiamo i testi:

LIBRO DEI SALMI – Salmo 123

1 Canto delle salite. Di Davide.
A te alzo i miei occhi,
a te che siedi nei cieli.
2 Ecco, come gli occhi dei servi
alla mano dei loro padroni,
come gli occhi di una schiava
alla mano della sua padrona,
così i nostri occhi al Signore nostro Dio,
finché abbia pietà di noi.
3 Pietà di noi, Signore, pietà di noi,
siamo già troppo sazi di disprezzo,
4 troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti,
del disprezzo dei superbi.


il-fariseo-e-il-pubblicano

Terzo passo di avvicinamento al tempio è la considerazione della nostra condizione.

L’esigenza di sentirsi peccatori.

La salita la tempio la si fa in molti.

Chi credendosi giusto la compie forse in modo troppo spavaldo e immaginando di compiere

bene ciò che rappresenta espressione di una propria vita alla parvenza indefettibile,

che ai suoi occhi e anche agli occhi di tutti appare totalmente in sintonia con il Padre.

La salita la compie anche chi è davvero peccatore e pur sapendo di esserlo non ha vera intenzione

di cambiare… solo curiosità, solo emulazione, solo attrazione per il mistero, solo sfida…o altro di simile.

Come al contrario può esservi anche chi salendo verso i luoghi dello Spirito vi si avvicina sapendo di essere

imperfetto, di essere peccatore, di avere delle responsabilità di cui dovere dar conto al Padre con cui intende aprire un dialogo…

Ciò è stato bene evidenziato da Gesù nella parabola del fariseo e del pubblicano che si recavano insieme al tempio:

«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».  (Lc 18, 10-14)

Quindi dopo l’atto di umiltà vissuto con la preghiera del salmo precedente ecco che

adesso l’attegiamento evolve e matura passando all’accusa dei propri peccati,

al dolore per ciò che di sbagliato e di impuro c’è in noi,

per potere, con tutto il nostro cuore e le nostre umane forze, desiderare davvero di cambiare

e lasciare alle spalle per potere entrare puro nel riposo col Padre che ci aspetta.


Preghiera

Lo ammetto Padre e lo dico apertamente anche a tutti i miei fratelli

io non sono degno di essere giudicato giusto o buono da nessuno

anche io sono peccatore, impuro, pieno di brutti attegiamenti e di tante colpe.

Uno solo è veramente buono ed è maestro.

Commetto sempre tanti errori, con pensieri, con parole e non compiendo il bene che

Tu, o Padre, speri e attendi da me.

Per tutto chiedo misericordia e spero nel perdono.

Amen

27 gennaio 2017 – Salmo 123ultima modifica: 2017-01-27T09:27:04+01:00da preghiamo_coi_salmi