di Sheila, Kenya
Sono nata in una famiglia cattolica. Il prete ci raccomandava di seguire i comandamenti, amarci l’un l’altro, andare a messa e fare buone azioni. Secondo lui, solo chi si comportava così era un cristiano devoto, che sarebbe stato condotto nel Regno dei Cieli all’arrivo del Signore. Mi ripetevo sempre: “Devo obbedire a Dio, seguire le regole della Chiesa e fare tante buone azioni, affinché il Signore mi ami e mi benedica al Suo ritorno, conducendomi nel Regno”. Entrata all’università, ho interrotto gli studi per avere più tempo da dedicare alla Chiesa. I parrocchiani sembravano tanto devoti, pregavano e andavano a messa, ma fuori di lì fumavano, bevevano e bagordavano. Era ripugnante. Pensavo: “Il Signore ci insegna ad amarLo, ad aiutare i bisognosi e a rifuggire dalle tentazioni mondane. Quelli sono credenti solo di facciata ma, in realtà, non alzano un dito per il Signore. Ricercano cose materiali e piaceri terreni. Non è contro i Suoi insegnamenti?” “Io sarò diversa. Compirò opere buone e, quando giungerà l’ora, potrò entrare nel Regno dei Cieli”. Tuttavia, col tempo, ho scoperto di trasgredire i comandamenti anche nella vita quotidiana. Quando vedevo quei fedeli vivere in tale dissolutezza, liberi e felici, mentre io ero in difficoltà, tendevo a biasimare Dio. Il Signore ci insegna ad amare gli altri come noi stessi, ma io provavo sempre invidia e disprezzo. In famiglia, mi rimproveravano ogni errore, mentre io trovavo scuse e me la prendevo con loro. Il Signore ci insegna l’umiltà e il perdono, ma io non facevo mie queste cose. Mi sentivo in colpa, una credente solo di fatto. Ho iniziato a riflettere: “Perché non supero mai i miei peccati? Anche se ogni volta mi confesso con il sacerdote e rimedio con le buone azioni, ricado comunque nello stesso peccato. Una fede così può ricevere la benedizione di Dio?” Poi, però, mi venivano in mente le parole del prete: chi si confessa dopo aver peccato verrà perdonato; basta servire il Signore e compiere buone azioni per riacquistare la Sua misericordia ed entrare nel Regno. Nella Bibbia è scritto: “Ho combattuto una buona lotta, ho finito la corsa, ho serbato la fede. Quanto al resto, c’è una corona di giustizia messa da parte per me” (2 Timoteo 4:7-8). Erano parole consolanti. Per me, era sufficiente andare a messa, confessarmi e spendermi per il Signore per poter accedere al Suo Regno. Così, mi sono dedicata alla filantropia. Andavo a trovare malati e detenuti, facevo volontariato in un orfanotrofio.
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Dalla sua condivisione, ho capito quanto sia concreta la verità espressa da Dio e la Sua opera di giudizio negli ultimi giorni, quanto riesca a mutare e purificare le persone e ho compreso anche quanto ne abbiamo bisogno. Ho trovato un cammino di liberazione dalla corruzione. Ero tanto emozionata. Nelle riunioni seguenti, sorella Betty mi ha raccontato del mistero dell’incarnazione di Dio, della corruzione satanica, di come Dio salva l’uomo un passo alla volta, i retroscena della Bibbia, i fini e i traguardi che ci attendono e tanto altro. Mi ha rivelato verità mai sentite prima in oltre 20 anni di fede. Più leggevo le parole di Dio Onnipotente, più le ritenevo la voce di Dio. Solo Dio incarnato poteva esprimere parole così autorevoli e potenti. Chi altri poteva mettere a nudo la verità della corruzione satanica? Chi poteva mostrarci gli errori nella fede e indicarci la retta via? Chi poteva rivelare i misteri del piano di 6.000 anni di Dio e rivelarci la fine e la meta che ci attendono? Mi sono convinta che Dio Onnipotente è il Signore ritornato, Cristo degli ultimi giorni! A quel punto, ho accettato con gioia la Sua opera. Gli rendo grazie per avermi scelta e salvata.
Fonte: La Chiesa di Dio Onnipotente
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