Avevo voglia ieri sera, mentre ritornavo dalla mia solita partita a tennis, ma già sotto la doccia, mentre la l’acqua calda scendeva sul corpo eliminando le tossine e il sudore, e poi quando l’ultimo getto di acqua fredda mi ha dato la sferzata rivitalizzante, avevo sentito nettamente quella voglia crescere improvvisa. Si decisamente avevo voglia, ma non di una donna qualsiasi, no  io avevo voglia di te. E quando ho sentito la terra umida per l’umidità della sera, quando l’odore degli ulivi è diventato più intenso, quando solo la luna ha illuminato i campi,come la pelle candida di una vergine illumina un lenzuolo di raso nero.. ti ho avuta, in piedi.. appoggiata al tronco contorto di quell’ulivo, contorto come la vita e come un amore che non trova pace e sfogo. “chiamami come fai sempre nei tuoi sogni” hai detto “e io sarò esattamente così”, “dimmelo in un orecchio, piano ma con forza, perché quella parola la senta penetrarmi il cervello e poi, attraverso il sangue, scendere giù tra le cosce e farle tremare.. umide come questa sera, come questa terra, arida ma sempre pronta a diventare fertile”. “E quando sentirò il mio ventre fremere incontrollato io sarò esattamente quella parola, più di quanto tu possa immaginare, più di quanto io stessa possa volere, senza limiti e senza remore, senza freni e inibizioni”.. “ poi.. ti bacerò sulle labbra e ti lascerò sognare ancora..” E quel tronco mi è sembrato ancora più contorto, come il mio amore che non trova pace e sfogo.. perché non ho voglia di una donna qualsiasi, che potrei avere, ma ho voglia di te. E solo a te ho voglia di dire quella parola, quasi mordendoti un orecchio, mentre con le mani ti stringo il  collo,  lungo ed esile, quasi ad impedirti di respirare,  giusto il tempo infinito che mi serve per fare di te il mio respiro.. ©G.

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