#testroad: esplorare il #territorio con un #fuoristrada che ci consenta di pensare alla #poesia

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Con #LandRover #Discovery Sport sulle ghiaie dell’Isonzo e sul monte San Michele

Per respirare l’aria che ha ispirato la suggestione poetica dell’ermetismo di Giuseppe Ungaretti

Riepilogando: #LandRover è sinonimo di fuoristrada professionale. L’origine del mito è la fuoristrada inglese d’uso prevalentemente militare, che per decenni ha dominato il mercato di questi veicoli particolari, e specifici per l’utilizzo su ogni tipo di fondo e di terreno. Veicoli da lavoro. Ma adatti anche all’escursionismo e agli appassionati del mondo della natura. Sono passati sessant’anni, e il mondo è cambiato. La società è evoluta. Così gli appartenenti a questa società, che si sono però adattati al benessere, a una qualità della vita diversa e migliore. Alla comodità. Anche se comunque capaci di riadattarsi rapidamente per affrontare impreviste e improvvise difficoltà. Nel contempo, per rispondere alle attese del mercato ma anche per efftto della innovazione e del progresso tecnologico, anche l’auto da fuoristrada si è evoluta. Il suo interno è divenuto un comodo salotto. Dal quale godersi il mondo naturale. Con il massimo confort. Ci riferiamo agli interni delle #LandRover. E quelli della nuova Discovery Sport non sono da meno.

Potente, 2000 cc diesel da 240 CV, quanto basata per trainare pesanti vagoni ferroviari,

veloce e scattante sulla strada, agile per sgusciare dalle ghiaie del letto di un fiume come dal pantano del sottobosco o della campagna dopo un violento e prolungato acquazzone. Il tutto godendosi anche un impianto ad alta fedeltà che permette di ascoltare i brani musicali dei generi preferiti. Sui comodi sedili avvolgenti. Fruendo di ampi spazi interni. Utili anche per caricare bagagli per metterci in viaggio. Per rinfrescarci la memoria ci infiliamo in una strada di campagna che porta verso la foce dell’Isonzo. Dalla funzione per fondo a scarsa aderenza, passiamo con i tasti situati vicino al comando delle funzioni del motore a quella per il fondo sconnesso. Troviamo un ramo del fiume in secca. Con un guado all’asciutto. La ghiaia è stata scomposta dall’ultima piena del fiume. Così oltre ai solchi tracciati da qualche altro fuoristradista, dobbiamo superare diverse cunette e gobbe del fondo ghiaioso. Che, francamente, se l’avessimo affrontato con un’auto tradizionale, anche se alta da terra, con le ruote di grandi dimensioni, ci avrebbe creato non poche difficoltà. E, forse, costretto a chiamare in aiuto un carro attrezzi. A parte che nel caso delle #LandRover sarebbe sufficiente premere il pulsante di soccorso situato accanto allo specchietto retrovisore esterno per lanciare la chiamata di soccorso, stradale e sanitario. Ma l’incedere deciso e rassicurante della #Discovery, conferma quanto ci aspettavamo da quest’auto.

All’interno, nulla fa intendere le asperità del terreno che stiamo percorrendo.

Prova superata, dunque. Così ci meritiamo il premio. Raggiungiamo Sagrado dopo avere superato il suggestivo ponte sull’Isonzo, e saliamo sul monte San Michele verso San Martino del Carso: la prova speciale dei rally che si sono corsi nella zona. La cronoscalata disputata fino a una quindicina d’anni fa. La salita con le ruote da 19’ e l’assetto sportivo è veloce e sicura. Discovery risponde bene anche spingendo sull’acceleratore. E la tenuta di strada è ottima. Raggiungiamo la tenuta Castelvecchio, Castelvecchio. Proseguendo arriveremo a Doberdò del lago. Da Castelnuovo, il panorama è splendido. Verso la pianura e la #RivieraFriulana. Entriamo nella villa padronale, Della Torre Hoffer, del 1700. Attorno i vigneti, coltivati dal 1780 a Malvasia e un Refosco denso e corposo. La villa è molto bella, e alcune sale sono raccordate e amplificate da un gioco di specchi. Il monte San Michele è stato teatro di battaglie in particolare nel corso della prima guerra mondiale. Vi combattè anche il poeta Giuseppe Ungaretti, il maestro dell’ermetismo. La sua capacità di sintesi sprigiona l’essenza della vita. Proprio nel giardino della villa, affacciato allo scenario della pianura sottostante, Ungaretti ha composto alcuni dei brani più intensi della sua prosa. È qui che ha scritto la raccolta di poesie ‘Il porto sepolto’, pubblicata nel 1916. Ecco il testo della seconda poesia, che dà il nome alla raccolta:

Il porto sepolto.

Vi arriva il poeta e poi torna alla luce con i suoi canti e li disperde.IMG_91701

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Beh, ora è il tramonto, ed è il momento di rientrare in pianura dopo questo bagno nella cultura e nella storia. Non senza goderci le fantastiche luci del tramonto. Sempre nel massimo confort e relax della nostra #LandRover #Discovery Sport.

#charlieinauto82    

#testroad: esplorare il #territorio con un #fuoristrada che ci consenta di pensare alla #poesiaultima modifica: 2018-05-20T01:10:17+02:00da charlieinauto