#Testdrive #Testroad #Skoda Kodiaq / Un SUV comodo di grandi dimensioni camuffato da auto normale

Consumi limitati e grande confort di marcia e interno sulle grandi percorrenzeCHARLIEINAUTO TIGUAN Lignano city 203_albero-di-natale-piu-grande-del-mondoIMG_4186 IMG_4248 IMG_4242 IMG_4191 IMG_4201 Skoda Passons Kodiaq IMG_4211 IMG_4241 IMG_4235 IMG_4252 IMG_4257 Skoda Kodiaq autostrada ida IMG_4264 Skoda Kodiaq grill IMG_4288 IMG_4291 IMG_4298 IMG_4300 IMG_4306 IMG_4314 IMG_4322 IMG_4325 IMG_4356 Gubbio teatri romano 2

Un motore morbido con prestazioni appaganti nonostante la lunghezza della vettura di grande capienza

Una macchina comoda per un lungo viaggio. Beh, ci è andata bene e l’abbiamo trovata. Lungo, nel senso che comunque cinque ore prevalentemente di autostrada, in settembre, in piena estate, possono diventare da un momento all’altro un banco di prova serio per qualsiasi tipo di auto. Una riprova di questi imprevisti, fortunatamente, l’abbiamo avuta. Ma nella corsia opposta. Stavamo percorrendo l’autostrada Adriatica, verso Sud, quando, all’altezza di Misano Adriatico, poco dopo l’autodromo, scorgiamo sulla sinistra un camion con le ruote all’aria. Poi, avremmo saputo che il camionista fortunatamente non si era fatto gran che. Ma da quel punto, per quasi 25 km abbiamo sfilato in senso contrario la coda di auto, su tre corsie autostradali, conseguenza dell’incidente. Vabbè, direte… in coda, e quindi? Certo, era nell’altro senso di marcia. Ma se fosse capitata a noi la coda? Erano le 20, e fuori dalla nostra Skoda Kodiaq c’erano 36 gradi, assieme alla conseguente nuvola di afa. Kodiaq, in condizioni estreme per le nosgtre abituvdini, ha confermato la qualità dell’impianto di condizionamento. Che ha mantenuto il confort per tutto il percorso, sia per il conducente che per i trasportati. Fino a Fano (sembra un gioco di parole).

Una sosta di ristoro a Fano: una delle capitali del pesce adriatico

Alle 21.30, faceva un po’ meno caldo, e bisognava mettere qualche cosa sotto i denti. Così, usciamo dall’autostrada, e troviamo l’indicazione: Taverna del ghiottone. Un nome intrigante, e chissà cosa ci nasconde!? Ma il sesto senso del cronista agricolo ed enogastronomico ci spingeva a ritrovare la cucina marchigiana. Che peraltro già ben conosciamo, sia quella stellata, che quella rivierasca di pesce. E la Taverna del ghiottone, ricavata in un vecchio fabbricato rurale a due passi dall’autostrada, ma anche dal centro, e dal porto, ha confermato di essere un buon riferimento per la cucina tradizionale, di mare. Con un ottimo rapporto prezzo qualità. Ora, dopo un Verdicchio, bianco, anche se asprino, tendente al verde, con il tipico sentore di legno fresco appena accennato, e un Rosso Conero, che ci tenevo a riassaggiare perché lo avevo bevuto anni prima assieme all’amico biologo di Linea Verde e Linea Blu su Rai 1, Corrado Piccinetti, e al responsabile della promozione enogastronomica delle Marche, Flavio Cerioni, bisogna ripartire. Direzione: Gubbio.

Proseguiamo nella notte in tutta sicuerzza e confort verso l’Italia centrale

Anche se le giornate sono ancora lunghe, ormai è notte fonda, e non conosco bene questo percorso. Lasciata l’Adriatica dirigiamo verso Urbino. Su una statale di grande percorrenza. L’elettronica Skoda di matrice Volkswagen ci viene incontro e ci permette di guidare in totale relax. Anche troppo, direi… Ed è bene, specialmente di notte, non farsi prendere la mano. A ogni buon conto, visto che ho guidato già a lungo, attivo il cruise control per non faticare ad assecondare il limite di velocità. Su una strada che, anche perchè essendo sconosciuta, e di notte, impone comunque di guidare. Fari abbaglianti in automatico, ausilio alla guida acceso. Tutt ok per procedere. Il motore di Kodiaq è morbido e docile. E anima questa vettura, lunga rispetto agli altri SUV, capace di ospitare fino a sette seggiolini e trasportare altrettante persone, conducente compreso, con la giusta serenità. Alla guida è docile. Anche qualora dovesse comparire, nella notte, qualche imprevisto. La frenata é  sicura. Le ruote di grandi dimensioni e la guida alta trasmettono sicurezza sua al conducente che ai passeggeri. Così, ci lasciamo trasportare senza incertezze verso l’Umbria. È notte.

L’arrivo a Gubbio con una skyline fantastica

Intuiamo i dolci colli che avevamo visto altre volte di giorno e che scruteremo domani. Ecco il monte Ingino, che a Natale viene illuminato con l’albero natalizio più grande del mondo grazie a fari che imitano gigantesche lampadine. E sotto il fantastico scenario della città antica, illuminata in modo suggestivo. Che ci introduce alle bellezze che vedremo domani. Andiamo a riposare, è davvero tardi. Un’occhiata ai consumi: 2000 cc, TDI diesel, 150 CV che ha fatto 18/19 km/l. Siamo ancora abituati al vecchio sistema di conteggio dei consumi. Kodiaq, con il suo cambio automatico DSG Volkswagen a sette marce, ha perfettamente capito che cosa le chiedevamo. Quindi? Fin qui certamente promossa: un’auto di queste dimensioni, con consumi da utilitaria, è certo uno dei risultati della ricerca della Casa tedesca. Ora di corsa a dormire. Ci attende un congresso di Greenaccord, l’organizzione internazionale dei giornalisti dell’ambiente organizzato dalla Conferenza episcopale italiana. E tante visite nell’area.                            #charlieinauto

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#Testdrive#Skoda Kodiaq un grande SUV sulle rampe di Tremosine per ammirare il lago di #Garda si guida come una utilitaria

Progettazione, struttura, elettronica, assetto, guida assistita: tutto per farvi sentire sicuri su tutti i percorsi

#Testroad sui grandi laghi italiani: sul #Garda la #Forra di #Tremosine

Pensate che saltiamo di palo in frasca? Innanzitutto è per non tediarvi. Poi, perché con il caldo un bel SUV spazioso ci vuole per esplorare l’Italia. Per poter raggiungere comodamente siti di rara bellezza. Ricordate, in primavera la prova della #Skoda Fabia Twin color. Ora proviamo un’auto della Casa boema molto più grande. A prima vista può sembrare un SUV come altri, aggressivo ma nel contempo morbido. Certamente capiente. Visto di fronte richiama come dimensioni altri veicoli della sua categoria. Presenta rifiniture accurate. Cerchi di grande diametro… Ma quando l’abbiamo avvicinato, abbiamo subito apprezzato una delle sue qualità: è davvero grande! Lunghezza 4,70 m. Vista di lato se ne apprezzano le sue dimensioni. Non è troppo larga per poter viaggiare bene anche nei percorsi tortuosi, è alta, anche da terra, ma quanto serve. Avviciniamo la chiave alla porta. Si sblocca. Saliamo: interni accurati. Di buon livello. Sedili avvolgenti. Ci assestiamo al posto di guida. Guardiamo lo specchietto e …acc. Alle nostre spalle la macchina sembra non finire più. Come al solito, chi l’ha scelta per noi voleva stupirci con gli effetti speciali. Mi giro a guardare il mio passeggero sui sedili posteriori. È davvero distante, si perde alle mie spalle, ma sta comodissimo. Infatti, la versione a sette posti ha i sedili posteriori contrapposti, come in salotto.

Il SUV di punta del casa boema con grandi spazi e ottime prestazioni

Bene, sveliamo che si tratta di un SUV di una Casa dell’ex Est europeo. Il primo di grosse dimensioni della casa boema, che nel matrimonio con #Volkswagen ha fatto un sensibile salto di qualità. È la seconda #Skoda che proviamo quest’anno. Siamo passati dalla piccola-grande Fabia, ricordate, quella con motore da 1000 cc tre cilindri a benzina, alla Kodiaq. Prende il nome da un’isola del Canada che a sua volta dà il nome a una delle varietà di orsi più grande. Il nostro #testdrive – #testroad questa volta sarà davvero lungo e appagante. Sempre su strade nervose o spettacolari, ma anche sulle lunghe percorrenze. Lungo, lungo, lungo: un aggettivo che ci viene da ripetere spesso per un’auto così. Questa versione monta le ruote da 18’. Ma c’è anche quella con le ruote da 19’: ancora più alta. Ma già questa versione da bordo ci trasmette sicurezza e ci assicura il controllo della strada.

Il #LagodiGarda splendido anche nel bresciano

Dunque, siamo a Verona. Questa volta non per il Vinitaly. Né per Fieracavalli: non è stagione. Da qui cerchiamo un #lungolago. Così riprendiamo le nostre escursioni sulla splendida realtà dei laghi italiani. Per farlo, questa volta la prendiamo un po’ alla larga. Perché abbiamo un obiettivo ben preciso:  il #LagodiGarda . Già visto, direte. Eh no! Abbiamo una meta ben precisa. Mio cugino e mio zio mi hanno dato una dritta che si rivelerà azzeccata: Tremosine. Un paesino spettacolare nel bresciano, ricavato sopra al lago. Anche se mi trovo nella zona di Verona Sud-Sommacampagna, per accelerare i tempi conviene riprendere la A4 verso Brescia. Poi imboccare la Brennero e risalire fino ad Ala. Quanto basta per cominciare a prendere mano con i comandi, con le prestazioni dell’auto, 2000 da 150 cv, cambio automatico DSG.

Comoda nelle lunghe percorrenze

E recepire che viaggiare anche in autostrada con questa macchina, è una comodità. Manco a dirlo, Kodiaq è dotata di tutti gli accorgimenti e accessori VW. Anticipati sulla sorprendente Skoda Fabia bicolore, che per onorare la destinazione friulana mi era stata affidata di colore bianco con il tetto nero. E confermati sulla #VW #Tiguan. Con la quale abbiamo fatto un fantastico tour dell’Isola d’Elba. Cruise control intelligente, sistema di telecamera a 360 gradi, front assist e cruise control adattivo, assistenza alla guida adattiva rispetto al movimento dei mezzi che incontriamo sul percorso, lane assist per seguire la strada anche con scarsa visibilità, drive alert per scongiurare incidenti da stanchezza, traffic jam assist, che mantiene la velocità di crociera in condizioni di traffico. E perfino l’emergency assist che arresta l’auto in caso di malore e attiva l’allarme. Un buon impianto per la radio e la musica. Un’ottima interconnessione con cellulari e media. Ciò che appaga davvero è la comodità e la silenziosità di marcia. E il consumo? Primo test, sull’autostrada, dà la bandierina verde alla nostra guida. Anche Kodiaq è dotata del ‘giochino’ sul display che ci premia con un punteggio se riusciamo a guidarla in modo da ottimizzare prestazioni e consumi.

Consumi contenuti e in linea con le aspettative per un’auto di queste dimensioni

Risultato: in autostrada consuma meno di una berlina. Frattanto, accanto a noi scorrono i primi vigneti prevalentemente a Pinot nero, a Traminer. A vitigni eroici aggrappati a terreni dove c’è caldo di giorno, gelo la notte. Rientriamo verso il Garda. Ala, poi la splendida Riva del Garda. La sosta è d’obbligo. Nel porticciolo, sull’isola, nel centro della cittadina affollato di turisti. Il tempo però scorre. Quindi ripartiamo tenendo il lago a sinistra. Ovvero stiamo scendendo verso Gardone. Dopo avere visto sfilare accanto scorci di lago davvero suggestivi, ecco le indicazioni che ci fanno inerpicare sulla montagna che sovrasta il lago. Curve, rampe, tratti in falsopiano, salite più ripide, finchè arriviamo sul belvedere che ci avevano annunciato: il paesaggio è splendido.

Davvero maneggevole e sicura in montagna

E la Skoda Kodiaq? Sapete perché non ve ne stavo parlando? Perché mi ero dimenticato di guidarla. I tecnicismi di ausilio, sommati alla grande maneggevolezza dell’auto, la prontezza della risposta alle nostre sollecitazioni, ci hanno fatto sentire come alla guida di una utilitaria. Quindi? Promossa anche in montagna. Ops! È ora di cena. Nella piazzetta di Tremosine, accanto a una bella fontana tradizionale c’è il ristorante panoramico: a fondovalle si vede il lago. È proprio a cena, tra piatti al tartufo nero del posto e selvaggina, che ci suggeriscono di scendere per la Forra di Tremosine. Fatta!

La Forra di Tremosine

Ci infiliamo tra le rocce in una gola che anche di notte ha un fascino particolare. In alcuni tratti acuito da una illuminazione dedicata. La gola si stringe. Ma si stringe davvero. Tanto che c’è bisogno di un semaforo per consentire il transito sui due sensi. Che, di giorno, con la presenza di curiosi e turisti, è meglio evitare. Scopriamo che c’è addirittura un bar-ristorante in mezzo alla gola. Poi la montagna si apre, e riscorgiamo il lago dall’alto. Splendido. E la strada? Si stringe ancora, e addirittura è delimitata da muretti di pietra che la rendono ancor più angusta. Almeno così ci sembra dall’alto della Skoda Kodiaq. Ma l’impressione è determinata dalle dimensioni, perché la guida è sempre stata agevole, senza incertezze, come se stessimo portando un SUV ben più corto di questa Skoda che per dimensioni ci ricorda la VW Tuareg. Tanto che i passeggeri non si sono minimamente lamentati del percorso tortuoso. Viaggiamo sul lungolago, finchè arriviamo a #Gargnano. Ci si accende una lampadina: la #Centomiglia del Garda. Quindi scendiamo al porticciolo. La regata si correrà tra una decina di giorni, e sugli invasi sono già prone alcunte delle barche sfidanti. Da questa piazzetta si è sviluppata una parte della storia della vela italiana, e non solo, che ha influenzato anche lo sviluppo della marineria lignanese. Da qui arrivavano infatti Condor 50, Condor Nonsisamai, Uragan, le barche che hanno fatto la storia della vela adriatica, portando i velisti di #Lignano Sabbiadoro a vincere alla Barcolana, alla Rimini-Corfù-Rimini, alla 500 x 2, e altri ancora. E ora? Andiamo a nanna. Ne riparliamo nella prossima puntata.                                 #charlieinauto

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#testdrive #testroad #charlieauto con #Seat Nuova Leon raggiungiamo una #malga per pernottare

Il fantastico cielo delle #Alpi la notte e all’alba per rinfrescare la nostra calda estate sulle strade, e non solo, e tra i boschi della #Carnia

Il cielo cristallino dell’alta #Carnia, in quota, ci consente di scorgere le costellazioni, e il corso vellutato della Via lattea, quasi da toccare con mano

E di apprezzare finalmente un po’ di frescura dopo tante giornate di caldo africano, vissute in pianura. Un caldo splendido per vivere l’estate, specialmente al mare. Ma una pausa di riflessione dall’arsura ci permette di riscoprire il mondo circostante. Di apprezzare la ricchezza dell’ecosistema alpino. Ma ripartiamo dalla colazione, del giorno dopo. E dall’inizio: siamo saliti a Malga Pizzul 1532 m sopra Paularo (Ud) seguendo le tracce di un grande pickup. Lungo strade di montagna, piste forestali, mulattiere.

Pernottare a Malga Pizzul, mentre #Seat Nuova Leon ci attende al fresco

Dormire in #baita, ancorché in #malga, è stato davvero splendido. Anche perché tutt’intorno l’ambiente era fresco e non caldo come a valle. Il risveglio ci ha fatto ritrovare la nostra #Seat Nuova Leon, sullo sfondo di una skyline senza confini. Ritroviamo Delfina. Che ha tenuto fede alla mission inflittale dai genitori, quando l’hanno chiamata così. L’erede di una famiglia di agricoltori, saliti da Camino al Tagliamento (Ud), alla ricerca di pascoli, e di fresco, con un’idea imprenditoriale forse più innovativa dei moderni: fare agricoltura di pregio ed esclusiva in quota. A tavola, non può mancare il burro fresco, né le marmellate fatte in casa, i mieli. Ma c’è anche qualche krapfen, e il latte con il caffè della Moka. Non spaventatevi: nei bagni c’era l’acqua calda e ogni confort. Così nelle camere. Delfina Ferigo ci spiega che sono numerosi gli appassionati del trekking montano, delle escursioni, delle passeggiate, della mountain bike, ma anche del semplice soggiorno meditativo che specialmente in luglio e agosto frequentano la malga. Diversi giovani, numerose famiglie e gruppi, prenotano anche dall’anno precedente. Ma di solito salgono fin quassù, ci spiega, con auto da montagna o fuoristrada. Le chiariamo che come l’abito non fa il monaco, così

non è l’auto che fa il conducente o il pilota

E che la strada fi quassù, per quello che ci riguarda, è percorribile. Con la #Seat Nuova Leon ci siamo inerpicati fin quassù, con la famiglia, senza alcuna difficoltà. E ci siamo divertiti a penetrare nel bosco, per sbucare su pianori panoramici. Oggi quassù è festa grande: è la ricorrenza del Redentore. E la nostra #Seat si è ritrovata circondata da altri mezzi, soprattutto fuoristrada, o almeno crossover.

Scenario fantastico

Perché fra poco si esibirà la Banca musicale della vallata, che sarà preceduta dalla suggestiva Santa Messa, celebrata sull’altare all’aperto, vista verso il fondovalle, ma anche verso le Dolomiti friulane. Ci smarchiamo un po’ per una passeggiata fino allo spiazzo panoramico qualche centinaio di metri più in alto. Una grande croce ricorda che qui, lungo questo sentiero che va fino in Austria, al riparo delle trincee scavate più ancor più in alto, si è combattuta la Prima guerra mondiale. Anche da qui il panorama è impagabile. A poca distanza sentiamo un fischio flebile, poi più forte: sono le marmotte. Che hanno colonizzato il crinale. Ma… peccato. È ora di ritornare a casa. Salutiamo Delfina e i suoi familiari e diciamo arrivederci a Malga Pizzul. E imbocchiamo la strada in discesa. Stavolta senza patemi o timori poi rivelatisi infondati.

Purtroppo dobbiamo scendere

Una discesa tranquilla, un po’ di attenzione alle pietre. Ma anche i due piccoli guadi, con la luce del giorno ci si rivelano nella reale dimensione. Ripensandoci però, chissà se senza la guida del montanaro con il mezzo da trasporto boschivo, saremmo saliti ugualmente. Forse, in pieno giorno anche sì. Ah, il ragazzone con il pickup: d’estate il fine settimana vive con la famiglia in una baita quasi alla quota della malga. Ma durante la settimana sapete che cosa fa? Il direttore di banca in città. Suggestiva come doppia identità no!?

B&b El Niu a Paularo nelle antiche case Linussio

Ma le scoperte, nella nostra gita in Carnia, non sono ancora esaurite. Ritorniamo a Paularo. Al motivo della nostra gira in montagna: nel centro del paese, tra le case Linussio, complesso padronale che era sorto tre secoli fa attorno all’industria della tessitura, che in Carnia era fiorente, Mario Revelant, un’amico che è stato sindaco nella località negli anni ’80, quand’era, come me, poco più che un ragazzo, ha ristrutturato uno stabile. Divenuto ora un accogliente ‘bed and breakfast’, non a caso chiamato ‘El niu’, che in carnico, significa il nido. Cucina tipica per darci il benvenuto, tutto fa pensare che ne faremo una base di appoggio per le nostre escursioni autunnali, o lo sci invernale nel comprensorio, prevalentemente sci da fondo.

#Seat Nuova Leon promossa per affidabilità e confort

E la #Seat? Promossa a pieni voti per la comodità e la tranquillità che ci ha infuso in tutta questa esperienza, fin dalle prime rampe della montagna. Un assetto rigido quanto basta per correre via veloci nel misto, ma abbastanza morbido per superare le asperità, assicurando confort a conducente e passeggeri, la contraddistinguono. E ora? Che fare? Che cosa vi racconteremo? Staremo a vedere. Magari un’altra gita sui laghi italiani. Con un’altra vettura del Gruppo Volkswagen, o FCA, oppure… Sorpresa. Dopotutto, questo fine settimana a Trieste c’è la #Barcolana, il più grande evento velico del Mediterraneo. Chissà che assieme alle grandi barche da regata non ci sia l’occasione per provare qualche cavallo vapore.

E ora?

Questa terza puntata sulle strade della Carnia, ancorché una sviluppata su una delle prove speciali più amate del rallysmo italiano, le altre due in alta montagna, ve l’ho dedicata per poter pubblicare altre foto alla malga. Che non potevo non farvi vedere, perché ritraggono scenari imperdibili. #charlieinauto Paularo paesaggio IMG_1413 IMG_1415 Paularo Seat tornante ghiaia Paularo mulattiera pickup Paularo mulattiera stretta Seat 2 Seat malga guado 2 Malga Seat IMG_1470 IMG_1474 IMG_1476 IMG_1479 IMG_1489 IMG_1492 IMG_1495 IMG_1499 IMG_1505 Malga Delfina Ferigo IMG_1528 IMG_1542 IMG_1538 IMG_1548 IMG_1549

#testdrive #testroad Visto che #Seat Nuova Leon sale fino in malga?

IMG_1412IMG_1471Seat in malga Pizzul 2IMG_1478Alla ricerca del fresco e di una natura intatta ma anche dei sapori genuini

Mille metri sopra Paularo c’è Malga Pizzul gestita dalla gamiglia Fedrigo da 40 anniIMG_1363 IMG_1366 Seat scende malga Paularo IMG_1383 IMG_1384 IMG_1387 Seat verso malga IMG_1391 IMG_1394 IMG_1395

Avete visto? La Seat nuova Leon, sulla Ligosullo – #Paularo ve l’ho portata. Non è certo un’auto pronta per correre. Ma non viene prodotta per questo. Comoda per la sua categoria, completamente accessoriata e dotata dei pacchetti di sicurezza e di guida assistita che il Gruppo Volkswagen assicura ai suoi clienti. Sulle strade di montagna, sul misto, qualora serva potenza per schizzare via oltre le asperità e gli imprevisti della strada, risponde con sincera efficacia. Cilindrata di 1400 cc e 150 CV, ben gestiti elettronicamente, un peso commisurato con le dimensioni, assicurano una guida sicura, anche se ci si può divertire in qualche strada di misto, veloce. Dopo avere fatto l’abitudine con tante auto con il cambio automatico, il cambio a sei marce ci fa lavorare un po’ sui tornanti in salita, ma è rapido nell’innesto anche quando il motore ci deve aiutare in discesa.

Dopo la cronoscalata un po’ di …fiato

Beh, siamo ancora in montagna. Piena estate. Siamo ritornati a Ligosullo, anche toccando la splendida vallata del torrente But, e Paluzza. Dove è possibile trovare splendidi prodotti alimentari e gastronomici della Carnia. E, dove c’era venuta la tentazione di fare un salto in Austria. Perché da Paluzza, passato Timau con i laghetti, biotopo tutelato e d’inverno splendida pista da fondo, e il Museo della Grande guerra, perché le alte montagne circostanti tutt’ora conservano trincee e camminamenti della Prima guerra mondiale, da visitare lungo i sentieri del Cai, il richiamo del Passo di Monte Croce Carnico era davvero forte. Oltre sette km di salita con tornanti, veloce, misto. Ricordo d’averlo scalato, e disceso, con mio zio con la Fiat 1100.

Luoghi della storia: andiamo in Austria?

In cima, il confine con l’Austria. E sull’altro versante, un altro mondo, con il verde curatissimo, le case di montagna: uno scenario montano di quelli che l’Austria presenta in buona parte dell’arco alpino. Ma anche se le giornate sono ancora lunghe, siamo in tre, e l’affrontare le strade oltre confine, di montagna, al buio, avrebbe potuto darci qualche preoccupazione. O insinuarla tra i passeggeri. Così ritorniamo a Paularo. E progettiamo di affrontare il Cason di Lanza. Sostare in malga, ridiscendere per la Val Aupa a Moggio, nel gemonese, e ritornare sulla A23 verso Udine. Ma ci impensierisce la lunghezza del percorso, e il fatto che …fra un paio d’ore sarà buio. E anche se in Italia, magari lassù farà buio, l’auto non è nostra, ecc… Però la spinta istintuale è forte. Cominciamo a salire. Ci fermiamo accanto a un pratone dove pascolano le capre. Località Misincinis. Chiediamo informazioni: “Ci sono malghe più vicine qui sopra”? Una a 5/6 km, ma la strada, in alto è un po’ così, ci risponde una signora attempata in carnico. Però è una signora. Non un giovane, o meno, di montagna uso a scorrazzare per mulattiere e piste forestali. Allora proseguo verso la montagna.

Che dite? Saliamo in malga?

Ecco un’altra frazione: Ravinis. Proseguo e mi fermo in un punto fotogenico, per l’auto, a scattare qualche foto. Passa un vecchietto con l’Ape. Lo fermiamo. Ci studia, guarda la macchina e cin induce a continuare, anche se più su la strada si restringe, ma sarà ancora asfaltata. Due, tre lm in mezzo al bosco di conifere, finché raggiungiamo una radura dalla quale si scorge il fondovalle. Laggiù c’è Paularo, che abbiamo lasciato una ventina di minuti prima. Alcune baite ben curate, con tanto di gerani sui balconi ci fanno presagire dedurre che fin qui si arriva facilmente in auto. E più avanti? Più avanti è sterrato, ci anticipa un uomo alla guida di un potente pic up. “Però dovresti farcela”, mi rassicura dopo avere squadrato la nostra Nuova Leon. L’attrazione è imprescindibile: a valle c’erano 36°, qui, a 1100 m, 25°. E più in alto? Tra l’altro si avvicina l’imbrunire. Il panorama sarà splendido. Vinta la ritrosia di uno dei trasportati, mi infilo dietro al pickup.

Piste forestali e mulattiere: ce la faremo?

Ecco lo sterrato. Si restringe, ma è scorrevole. Eh… l’attraversamento d’acqua di un ruscello: splendido. Il fondo è un po’ sconnesso, ma non ci creerà difficoltà. L’acqua non è alta. La presenza del fuoristrada davanti a noi mi rassicura. Nel caso ci fosse qualche ostacolo sulla strada, con la sua mole me lo spazzerebbe via. Pian piano si comincia a vedere più paesaggio che abeti. Ed è splendido. Finché la montagna comincia a farsi più dolce e prevalgono i prati: probabilmente la malga è qui sopra. Ancora alcuni curvoni in pendenza ed ecco che si apre il pianoro. Lo scenario è mozzafiato: la baita è dietro alle stalle, sotto alla montagna. Una piccola cappella è posizionata sull’orlo del precipizio, la skyline sono le vette delle Alpi Carniche e Giulie, ma si intravedono anche le Dolomiti friulane, che si stagliano sulla luce del tramonto. E giù, si vede fino a fondovalle: è l’abitato di Paularo, oltre 1 km più in basso.

Arrivati: quota 1532 a Malga Pizzul 1000 m sopra Paularo

Ce l’abbiamo fatta: Malga Pizzul 1532 m. All’esterno un bancone con chiosco di legno e pietra, dal quale ci porgono una birra fresca. Il clima: splendidamente asciutto e 24°. Fantastico! Sentiamo i vicini, in abbigliamento consono all’ambiente forestale che commentano in carnico, la lingua friulana parlata su queste montagne: “Hai visto! (‘bulo’) Spavaldo quel signore: è venuto fin quassù con la Seat”… Il paesaggio ci cattura sempre di più. Man mano che cala la sera, diviene fatato. Ci invitano ad entrare. Foto in bianco e nero e oggetti d’arredo dei primi del ‘900 ci ricordano l’antico uso della malga. Ci accoglie Delfina Ferigo, la figlia del primo gestore della marga, Erminio, quarant’anni fa. Assieme alle nipoti che ci servono in breve un gustoso antipasto di formaggi e insaccati (quassù assieme alle mucche allevano anche maiali), una buona pasta al ragù e il frico, il formaggio fritto con le patate. Il vino è un equilibrato Merlot. Il dolce? Il Tiramisù che è di moda in questi giorni. Il conto? Con la pancia satolla abbiamo speso come in pizzeria. Intuiscono il mio mestiere. Forse è stato mio figlio a fare la soffiata. Così, mentre stiamo per ripartire mi prospettano la possibilità che ci fermiamo a dormire lì.

Dopo i sapori della Carnia, pernottiamo qui? Ci sono 20°…

Ci sono 12 posti letto in quattro camere, tutte con bagno. Una è ancora libera. L’indomani ci sarà festa grande: la Festa del Redentore, con la banda e l’arcivescovo che celebrerà la Messa sull’altare sistemato sul pratone. Facciamo un salto fuori: in quota, il cielo, terso, è fantastico e pieno di stelle. Quindi? Ci hanno convinto.       #charlieinauto

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