IL VIRTUAL INFLUENCER: NUOVE FRONTIERE DEL DIGITAL MARKETING

Nel mondo del digital marketing le innovazioni tecnologiche sono all’ordine del giorno. In questo settore passare dal termine “innovativo” a quello “superato” od “obsoleto” è un attimo e, a volte, non si fa nemmeno in tempo di terminare un progetto, che già è pronta la versione successiva.

 E così, neanche il tempo di parlare del mondo degli influencers, scoprirne i segreti e l’effettiva efficacia, che è arrivato il momento di parlare dei virtual influencers.
Il virtual influencer non è altro che un influencer, con una sola differenza: il primo non esiste ed il secondo è fatto di carne ed ossa.
In Cina, ad esempio, Paese particolarmente sensibile alla digital transformation, gli influencers virtuali sono già di moda, ma anche in occidente stanno prendendo sempre più piede.
L’innovazione, però, parte dall’Italia. Infatti, a lanciare per la prima volta nella storia una campagna virtuale con tanto di virtual influencer, (in Cina), è stata la maison fiorentina Gucci. La “bella” Erica di 23 anni, che veste esclusivamente Gucci, ha conquistato l’intera Cina tra stupore e curiosità.
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In Occidente, invece, la 19enneLilMiquela, metà spagnola e metà brasiliana, è già diventata una star, tanto che il suo profilo instagram è seguito da circa 1,5 mln di followers. “Nata” dalla creatività di TrevorMcFedries e SaraDecou, artisti di famainternazionale, MissMiquela attualmente vive a LosAngeles e, nonostante la giovane età, già vanta collaborazioni con Chanel, Proenza,Schouler, Vetements, Moncler e Prada.

Questi sono solo alcuni esempi, che ci aiutano a comprendere meglio in quale direzione sta andando il digitalmarketing e nello specifico il segmento relativo all’engagement e all’influencer. Per i centennials (o Gen-z) si tratta, semplicemente, di un passaggio “dovuto” imposto dalla tecnologia e dalla digitalizzazione: del resto tutto il loro mondo ruota intorno a questi due elementi.

Più difficile, invece, spiegare queste strategie di marketing alle generazioni meno giovani, che del mondo virtuale conoscono, forse, solo quello di Matrix.

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Samuel Zeller via unsplash and Markus Spiske via unsplash

 

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LA CUSTOMER EXPERIENCE NELL’ERA DEL DIGITALE

La customer experience da sempre rappresenta un punto cardine del mondo del business e dei retailers, in particolar modo nell’era moderna contraddistinta dall’e-commerce. La fidelizzazione del cliente, ormai, passa esclusivamente attraverso le strategie digitali e la “mission” per i brands è, indubbiamente, complicata.

Ma quali sono gli elementi base per costruire una strategia di fidelizzazione di successo?

Innanzitutto, è importante sottolineare come non esista una sola strategia universale adatta a tutte le situazioni, ma che il contesto, la tipologia di vendita, il settore di competenza, l’elemento culturale, sono solo alcuni dei punti chiave che possono determinare il successo o meno di una strategia.

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Detto ciò, esistono, però, alcuni principi imprescindibili dai quali non si può, proprio, fare a meno:

1) Sicuramente la trasparenza. L’utente moderno ha mille risorse per verificare l’onestà e la trasparenza di un rivenditore digitale: recensioni, blog, commenti sui social etc… Fare i “furbi” nel 2019 assolutamente non paga, piuttosto aiuta a demolire il proprio business.

2) Il secondo punto del quale non si può fare a meno è la qualità. Oggigiorno, la fama e l’importanza di un brand si misura in qualità: i prodotti in commercio sono tantissimi e per poter emergere bisogna essere in grado di fornire “qualcosa in più”.

3) Un altro elemento chiave è la facilità, intuitività e rapidità di tutto il percorso relativo alla customerexperience: engagement, approccio con il brand, valutazione dei prodotti e acquisto finale. Se ad esempio, la registrazione dei dati del potenziale acquirente risulta essere macchinosa o se il caricamento da una pagina all’altra richiede troppo tempo (parliamo di 5 secondi in poi), le probabilità che l’utente lasci perdere sono superiori all’80%.

4) Infine, i prezzi. Un prezzo eccessivamente bassopuzza” di truffa, ma uno esageratamente alto fa “terra bruciata”. Bisogna saper trovare il giusto compromesso tra ricavi, competitors e buonsenso.

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Jens Johnsson via unsplash and JeShoots.com via unsplash 

 

 

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I 5 BENEFICI DELLA COMUNICAZIONE DIGITALE

La rivoluzione digitale ha, completamente, modificato le nostre abitudini, le nostre esigenze e più in generale il nostro modo di vivere. Adesso, difficilmente si esce di casa senza il proprio smartphone e consultare lo stradario, ad esempio, è ormai da primitivi.

In media si passa circa 40 ore a settimana su Internet, gli accessi tramite mobile superano di gran lunga quelli effettuati tramite pc fisso e la connettività è un punto fermo della nuova società.

Per questi (ed altri) motivi che quasi tutte le aziende e marchi hanno deciso di puntare sulla comunicazione digitale. Inoltre, rispetto a quella tradizionale ci sono 5 vantaggi che possono, assolutamente, fare la differenza.

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1. Innanzitutto, bisogna considerare che i costi relativi alla comunicazione digitale sono, assolutamente, contenuti e anche con un piccolo budget si possono ottenere ottimi risultati. A differenza, invece, dei canali tradizionali come ad esempio la radio o la stampa che hanno costi decisamente più alti.

2. In secondo luogo, l’efficienza della propria strategia è facilmente misurabile in tempo (praticamente) “live”. I dati da analizzare, infatti, vengono “restituiti” immediatamente ed aggiustare il tiro o cambiare completamente strategia richiederà pochissimo tempo.

3. Tramite il web il proprio brand può avere una visibilità enorme. Con una strategia ben “tarata” e ben ottimizzata si ha la possibilità di raggiungere un numero di potenziali clienti, (in tutto il mondo), smisurato. In passato certi numeri non erano nemmeno immaginabili.

4. Il digitale, poi, consente anche agli utenti di interagire con il proprio brand preferito, aumentando così, in maniera esponenziale, il coinvolgimento. Richiedere info, (attraverso la pagina di Facebook ad esempio) non è mai stato così rapido, veloce e facile. Trent’anni fa, invece, raccogliere informazioni era più complicato con il conseguente scoraggiamento da parte del potenziale acquirente di effettuare l’acquisto.

5. Infine, la comunicazione digitale permette una tipologia di approccio al cliente poco invasiva. Infatti, spesso e volentieri è l’utente a dare il “via alle danze” iscrivendosi, ad esempio, alle newsletters o cliccando sul “volantino virtuale”.

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Gian Cescon via unsplash and Markus Spiske via unsplash 

 

 

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GEN Y E GEN Z: 2 GENERAZIONI A CONFRONTO

Nell’età del digitale e nel mondo del digital marketing conoscere a fondo i propri interlocutori (digitali) e, dunque, potenziali clienti è semplicemente fondamentale.

Ogni dato relativo a loro gioca un ruolo importante così da personalizzare, (il più possibile), l’offerta.

Secondo recenti statistiche le due generazioni che più di tutte effettuano acquisiti tramite web ed usufruiscono dei servizi dell’e-commerce sono i millennials ed i centennials.

 Ma esattamente, di quali generazioni stiamo parlando?
  • La prima categoria raggruppa tutti i ragazzi e ragazze dalla fascia di età compresa tra i 21 e i 34 anni. Stiamo parlando della prima generazione in assoluto iperconnessa e di coloro i quali sono nati e cresciuti insieme ad Internet.
  • I centennials o Generazione Z, invece, sono tutte le ragazze e i ragazzi venuti al mondo dopo il 1996. Si tratta della generazione più connessa, nata nel bel mezzo della rivoluzione digitale e per loro acquistare attraverso internet o aprire l’automobile tramite il proprio smartphone è, assolutamente, una normalità.

 

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Nonostante stiamo parlando di due generazioni vicine tra loro e particolarmente connesse il loro approccio verso il digital marketing è completamente diverso ed è per questo motivo che è fondamentale per un brand diversificare la propria strategia.

Infatti, da una parte abbiamo i centennials i quali passano più tempo sui social media channels e dall’altra i millennials che amano particolarmente interagire con i propri brand preferiti in rete. Quest’ultimi sono dei veri e propri fanatici del marchio e quando possono danno sempre la priorità al loro brand preferito. Avete mai visto ragazzi andare in giro con l’Iphone, il Mac, l’Apple Watch e AirPods?

La Generazione Z, invece, predilige interagire con attori e personaggi famosi, amano essere sempre aggiornati sui loro “spostamenti” e sono, particolarmente, legati alla loro vita sia professionale che privata.

È evidente che un brand intenzionato a “fare colpo” su un millennials punterà, dunque, sulla “forza” dei propri prodotti mettendo in evidenza, ad esempio, i premi ottenuti durante l’anno: miglior smartphone del 2018, miglior smart tv Ifa 2018, l’automobile più sicura del 2019 e così via. Invece, se ci si rivolgerà ad un centennials si cercherà soprattutto di sfruttare il “potere d’acquisto” di un influencer o di un importante personaggio famoso e l’approccio sarà sicuramente meno diretto ed invasivo.

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits –Juliàn Gentilezza via unsplash and Drew Coffman via unsplash

 

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IL DIGITAL BRANDING E LINKEDIN

Nel segmento del B2B, ogni azienda per crescere ed aumentare il proprio business non può fare a meno di diffondere il proprio marchio nel mondo del digitale. Una delle strategie migliori per farlo è, indubbiamente, quello di servirsi dei social media channels ed attuare un percorso lineare e ben definito.

Se Facebook può essere utile per farsi conoscere ed interfacciarsi con clienti o potenziali tali (attraverso, ad esempio, commenti e post), Instagram può aiutare a diffondere l’immagine (positiva) di sé, LinkedIn è fondamentale in termini di qualità della reputazione on-line.

Quest’ultimo, infatti, permette alle aziende di diffondere il proprio marchio tramite un canale particolarmente qualificato, dove alla base di tutto c’è il business e la parola d’ordine è professionalità.

Qui si ha la possibilità di interagire con altri professionisti, con “influencer” del settore, per non parlare del fatto che vanta circa 30 milioni di utenti attivi in tutto il mondo e gode di fama internazionale.

 

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Una vetrina importante, dunque, che, però, va rispettata. Altrimenti detto, la propria pagina aziendale su LinkedIn deve essere all’altezza delle aspettative.

Per prima cosa è fondamentale completare al meglio il proprio profilo, nessun dato può essere trascurato e la descrizione deve essere chiara, breve, precisa e “d’impatto”.

Inoltre, è di cruciale importanza studiare l’andamento della comunicazione della propria pagina. LinkedIn mette a disposizione strumenti efficaci ed interessanti, sta a noi saperli utilizzare.

È necessario, poi, utilizzare un “tono” degno del social: su LinkedIn il linguaggio deve essere formale, (non è certamente una chat di Facebook!), non si possono prendere certe “libertà” e non bisogna mai utilizzare un linguaggio estremamente confidenziale.

Infine, è bene ricordare che LinkedIn è sinonimo di serietà, professionalità e competenza: inserire il proprio brand in un contesto del genere è, sicuramente, la prima mossa da cui partire.

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – LinkedIn Sales Navigator via unsplash and Clark Tibbs via unsplash

 

 

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DIGITAL AUDIO ADV. : LA PUBBLICITÀ DEL FUTURO

Nell’era moderna del digital marketing le aziende interessate a diffondere il proprio brand non possono fare a meno dei social media channels e dei video. Quest’ultimi sono una vera e propria calamita e quelli virali possono raggiungere milioni e milioni di visualizzazioni.

Ma oggi, (o più probabilmente domani), la supremazia dei video è a forte rischio. Infatti, nel bel mezzo “della rivoluzione nella rivoluzione”, nella nostra società si stanno diffondendo sempre di più strumenti tecnologici vocali: i famosi assistenti digitali come “Google Home” o Alexa.

Gli esperti sono pronti a scommettere che nel giro di 5 – 10 anni questi dispositivi diverranno un elemento imprescindibile della nostra esistenza, proprio come adesso lo sono gli smartphone. Gli assistenti digitali ci aiuteranno a gestire la casa, (ad accendere o spegnere le luci, i condizionatori d’aria, la macchina del caffè, la caldaia etc.), ci sveglieranno la mattina, ci diranno se è il caso di portare con sé l’ombrello per andare a lavoro e ci ricorderanno dove abbiamo parcheggiato l’automobile.

Insomma, la rivoluzione del “vocale” è iniziata ed il processo sembra essere irreversibile. È in quest’ottica che il digital advertising sta sviluppando un nuovo modo di fare pubblicità, servendosi solo ed esclusivamente dei suoni.

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Arrivati a questo punto molti si chiederanno: “veramente sfruttare un contenuto vocale è così innovativo? E la pubblicità alla radio?”

In realtà si tratta di un concetto ben diverso, un po’ come la “reclame” in tv e i brand-video su YouTube. È diverso, infatti, il focus, le modalità di esecuzione, gli obiettivi finali ed il target.

Per quanto riguarda il “digital audio advertising” sono sopratutto tre i punti cardine da cui partire:

1. Innanzitutto, si dovrà puntare ad una personalizzazione totale. Magari, prendendo i dati proprio da Google Home “e i suoi fratelli”, bisognerà studiare a fondo quel determinato utente, cercando di scoprire quali sono le sue esigenze, priorità, passioni, etc.

2. Il secondo obbiettivo sarà quello di rendere il proprio brand riconoscibile tra milioni al primo impatto. Come? Cercando di utilizzare sempre gli stessi elementi: ad esempio, servendosi ogni volta della stessa voce, magari di un determinato influencer, utilizzando sempre la stessa tipologia di linguaggio, usare sempre lo stesso brano in sottofondo e così via.

3. Infine, è di fondamentale importanza, (ma questa è una regola che vale per tutti) saper essere in grado, (servendosi solamente del suono), di coinvolgere emotivamente, di far suscitare determinate emozioni e di rendere, attraverso i “feelings”, il proprio marchio unico.

 

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Thomas Kolnoski via unsplash and Phuc H. via unsplash

 

 

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DM: LE 4 NOVITÀ PIÙ INTERESSANTI DEL 2019

Ormai la tecnologia applicata al marketing e al business non è più una novità, piuttosto una realtà ben definita. Circa l’80% del giro d’affari di quasi tutte le aziende, a livello mondiale, passa attraverso il digitale e tali cifre sono destinate a crescere.

Il fenomeno del digitale non accenna a fermarsi e gli esperti sono, addirittura, pronti a scommettere che il 2019 rappresenterà il “fatidico” anno zero. Infatti, se il primo decennio del nuovo secolo ha visto il digital marketing nascere e diffondersi a macchia d’olio, il nuovo anno sarà quello della consacrazione.

Ma quali saranno le novità più interessanti del 2019?

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1. Innanzitutto, assisteremo alla diffusione ed evoluzione dei chatbots. Questi, denominati anche assistenti digitali, sono considerati fondamentali nel mondo del marketing. Infatti, il loro compito è quello di assistere un cliente (digitale), qualora avesse richieste generiche. In futuro andranno a sostituire le ormai obsolete FAQ e permetteranno di alleggerire il lavoro degli assistenti “umani”, ottimizzando, così, i tempi e produzione.

2. Il secondo punto riguarderà “l’integrazione” dei vari social channel. Facebook, Instagram, LinkedIn, Snapchat, YouTube etc. ognuno con le proprie esigenze e modalità, ma con un unico comune denominatore: condivisione. Se quel contenuto o prodotto diventa “virale”…

3. Sempre nel mondo dei social, nel 2019 i “live” saranno ancora più diffusi. Per il digital branding ciò rappresenta pura benzina sul fuoco. Infatti, permettono di mostrare spaccati di realtà “dentro l’azienda” dal fortissimo impatto commerciale. Avete presente l’iniziativa di qualche anno fa da parte di Michael Kors in cui pubblicò un video del dietro le quinte di una sua nota sfilata?

4. Infine, il 2019 sarà ricordato anche per la grande sfida tra la televisione ed internet. Cifre attendibili, infatti, parlano di un sostanziale pareggio: le ore che gli utenti passano a navigare sono (pressapoco) le stesse che passano a guardare la tv. Chi la spunterà?

 

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – rawpixel  via unsplash and Robin Worrall  via unsplash

 

 

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BRAND E “STORYTELLING”

Un brand, da sempre, ha una missione che è alla base della sua stessa esistenza: riuscire a raggiungere più persone possibili, coinvolgerle e trasformarle in potenziali clienti.

Nel tempo le strategie per il raggiungimento di questo obiettivo sono, inevitabilmente, evolute e si sono adattate ai tempi che cambiano.

Oggi, nell’era della digitalizzazione e della globalità, i brands hanno deciso di puntare, (come ovvio che sia), sui social media channels (Facebook, Instagram o YouTube giusto per citarne alcuni) e sul loro enorme potenziale.

In particolare una strategia decisamente in voga in questi anni è il cosiddetto “storytelling” adattato alle nuove esigenze dettate dal web.

Per storytelling s’intende la possibilità di narrare e raccontare sé stessi, attraverso un video, che necessariamente deve “rappresentare” una storia.

Un esempio? I video/storie lanciati/e poco tempo fa da Ikea. Di solito al brand svedese, idealmente, si associano bei mobili decisamente economici, ma con la sensazione che siano di “passaggio” e quindi non destinati a durare a lungo, facendo venire meno quella sensazione di casa e di appartenenza. E proprio su questo che i CEO hanno deciso di puntare. Come? Raccontando la vita di tutti i giorni di famiglie che hanno scelto di arredare le proprie abitazioni con i mobili Ikea. Ed ecco che riprendere una festa di compleanno, la sera di Natale o la mattina mentre si fa colazione risulta essere una perfetta interpretazione dello storytelling 2.0.

 

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Come si evince dall’esempio, ci sono alcuni punti cardine che non si possono trascurare:

1. Innanzitutto, a differenza del passato, il prodotto non è mai centrale rispetto alla narrazione, piuttosto funge da contorno.

2. Non si mettono mai, esplicitamente, in risalto le sue qualità, piuttosto si punta a far suscitare emozioni ed aumentare il coinvolgimento emotivo.

3. La semplicità, la trasparenza e la genuinità sono le tre caratteristiche principali che, assolutamente, non possono mancare: il successo di un brand passa, soprattutto, da qui.

4. Le nuove generazioni ed il web impongono ritmi veloci: la durata dei video, ad esempio, non dovrebbe mai superare i 3 minuti e il messaggio deve essere conciso, semplice e soprattutto chiaro.

 

 

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Fancycrave  via unsplash and Toa Heftiba  via unsplash

 

 

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I 5 CANALI SOCIAL PER IL DIGITAL BUSINESS

L’importanza dei “social media channels” nel mondo del “digital business”, “digital marketing” e del “digital branding” è ormai nota: sono strumenti “potentissimi” in grado di raggiungere con costi contenuti e tempi assai ridotti un enorme numero di persone in tutto il mondo.

Essendo di nuova formazione, però, questi strumenti, nel segmento del business digitale, non sono molto diffusi e soprattutto il loro potenziale è ancora tutto da esplorare e da scoprire. Il loro segreto non alberga semplicemente nella capacità di comunicazione, come molti pensano, ma nel riuscire a raggiungere un determinato target con estrema facilità e rapidità.

Una recente ricerca statunitense relativa al marketing e alla comunicazione digitale sostiene che i canali social che meglio si prestano al “digital business “ sono 5 e ognuno con determinate caratteristiche e dinamiche.

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1. Il re non poteva non essere Facebook. Anche se nel tempo ha perso un po’ di “appeal” e per i più giovani è forse un po’ “superato”, il social networks di Zuckerberg vanta circa 2 miliardi di account attivi, ha una vasta gamma di “targets”, (fasce di età, sesso, nazionalità etc.) e una notorietà a livello globale.

2. Altro canale social decisamente adatto al business e al marketing è indubbiamente Twitter. “La sua arma letale” è la “viralità”: attraverso i retweet, infatti, un contenuto può fare il giro del mondo e acquisire nell’arco di 24 ore una visibilità smisurata. Doveroso, però, il corretto utilizzo degli hashtag, fondamentali per indirizzare nei giusti canali il proprio “marketing content”.

3. Anche LinkedIn nel tempo ha acquisito sempre più importanza e adesso è diventato un vero e proprio strumento di digital branding. A differenza dei primi due su LinkedIn non bisogna puntare sui contenuti “promozionali”, bensì bisogna cercare di costruire delle relazioni solide con gli altri utenti.

4. Instagram al momento è il social più in voga. La sua peculiarità sono le immagini e per questo si sposa perfettamente con le strategie di mercato. Le immagini, infatti, rappresentano un vero e proprio catalizzatore di attenzione per il nostro cervello e hanno un “potere di influenza” assolutamente da non trascurare.

5. Infine, Yelp è sicuramente uno dei social più interessanti sotto questo punto di vista. Secondo gli esperti del settore sarà un elemento cruciale per il digital marketing del futuro e si presta perfettamente alla nuova concezione di fare business.

 

 

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

 

Photo credits – rawpixel via pexels and LoboStudioHamburg  via pixabay

 

 

Chi è Pure Bros Mobile

Pure Bros Mobile Spa è un gruppo italiano leader nei servizi integrati per gli operatori di telefonia mobile nazionali e internazionali, nello sviluppo di servizi digitali di mobile marketing e mobile payment, applicazioni mobili e piattaforme per l’interattività e “voting” televisivo su reti di telecomunicazioni.

La sua mission, in qualità di aggregatore (hub), è quella di incrementare e migliorare gli obiettivi di business delle telco nel mondo digitale, con la messa a disposizione di piattaforme tecnologiche per l’offerta di prodotti e servizi digitali erogati da Content Provider verso gli utenti finali.

Pure Bros è nel mercato dal 2005 e da allora mette a disposizione delle Aziende, in un contesto B2B, la sua forte esperienza e le sue competenze nel settore mobile.

Il suo punto di forza è l’integrazione di Content Provider con tutti i principali Operatori di Telefonia, nazionali ed internazionali.

 

 

 

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LE 5 STRATEGIE DEL DIGITAL BRANDING

L’indagine di business e mercato condotta dagli analisti di We are Social e denominata Global Digital 2018 afferma che nel mondo ben 4 miliardi di utenti utilizzano internet in maniera costante e continuativa nel tempo. Numeri impressionanti, che testimoniano come negli ultimi anni il “digital” si sia espanso a macchia d’olio.

 

Non c’è da stupirsi, quindi, se sempre più aziende abbiano deciso di investire in questo segmento, dando vita, così, ad un modo nuovo di fare business: il digital branding.

 

Per digital branding si intende quell’insieme di strategie volte a collocare un prodotto nel mercato digitale al fine di aumentare le vendite e la consapevolezza del marchio.

 

Fondamentalmente, sono 5 i punti necessari da seguire per una buona strategia:

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1. Innanzitutto, bisogna concentrarsi sulla grafica, sulle immagini e sulla scelta dei colori. Secondo una recente ricerca, infatti, il nostro cervello “dedica” circa il 10% di tempo in più alle immagini rispetto alle scritte, si lascia “facilmente” trasportare e coinvolgere da esse ed, addirittura, possono influenzare la scelta finale.

2. Come spesso sottolineiamo i canali social giocano un ruolo essenziale nel digitale. Facebook vanta circa 2 miliardi di account attivi, Instagram è in forte ascesa, mentre per i più giovani Snapchat è un “must”. Saperli sfruttare nella maniera corretta è un primo passo verso il successo.

 

3. Bisogna sempre puntare alla personalizzazione e all’identità del proprio brand: un marchio riconoscibile tra mille, è un gran marchio! Un errore assolutamente da evitare è quello di provare ad imitare le firme più famose e prestigiose.

 

4. Dietro ad ogni marchio ci sono delle persone: essere in grado di mettere in risalto il lato umano di un brand è un’ottima strategia. In questo modo, infatti, si creerà maggior empatia e si colmerà quel vuoto che, inevitabilmente, si viene a formare tra brand e potenziale cliente.

 

5. Infine, è opportuno analizzare dettagliatamente i vari dati, capire cosa va e cosa, invece, è meglio modificare. Il mercato digitale è un mercato difficile dove è impossibile comprendere tutte le dinamiche e fare previsioni certe: bisogna azzardare e monitorare con attenzione tutti gli eventuali sviluppi.

 

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

 

 

Photo credits – Bonnie Kittle via Unsplash and João Silas  via Unsplash

 

 

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Pure Bros Mobile Spa è un gruppo italiano leader nei servizi integrati per gli operatori di telefonia mobile nazionali e internazionali, nello sviluppo di servizi digitali di mobile marketing e mobile payment, applicazioni mobili e piattaforme per l’interattività e “voting” televisivo su reti di telecomunicazioni.

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Pure Bros è nel mercato dal 2005 e da allora mette a disposizione delle Aziende, in un contesto B2B, la sua forte esperienza e le sue competenze nel settore mobile.

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