Contrariamente all’opinione generalmente accettata secondo cui in Europa il virus COVID-19 è mutato ed è diventato pericoloso per giovani e bambini, le ragioni di ciò non risiedono nelle mutazioni.
L’inizio della pandemia, iniziata in Cina, ha rappresentato la più grande minaccia per la popolazione anziana. I decessi sono stati osservati prevalentemente in questo gruppo di popolazione. Tuttavia, in Europa e negli Stati Uniti, si osserva un quadro diverso: tra i pazienti gravemente malati, fino al 40% sono categorie di cittadini più giovani. In Russia, anche i pazienti di età inferiore ai 40 anni sono in gravi condizioni in un ospedale.
La dottoressa in Scienze Biologiche Ancha Baranova, professore alla GMU School of Systems Biology (USA), smentisce il mito che in Europa il virus sia mutato così tanto da essere diventato più aggressivo per i giovani. Crede che il problema risieda nel quadro generale della pandemia, che continua a cambiare.
- In Cina, la cultura, la medicina e gli atteggiamenti nei confronti della popolazione anziana possono essere molto diversi da quelli di altri paesi. Pertanto, il corso dell’epidemia sembrava diverso.
- “Inoltre, questi erano dati su gruppi piuttosto limitati. Ora, quando i gruppi di studio sono diventati più grandi, dovrebbero includere persone con immunodeficienza. E non si tratta solo di problemi congeniti con l’immunità, di cui i pazienti non sospettavano nemmeno “, afferma il professor Baranova.
- Anche l’aspetto della copertura mediatica può influenzare la percezione del problema. Le poche morti di giovani e bambini per coronavirus possono essere percepite come qualcosa di simile al disastro. Anche se, a un esame più attento, le statistiche potrebbero non essere così intimidatorie.
- Stanno cambiando le modalità di raccolta delle statistiche, non ci sono ancora dati completi sulla pandemia, e questo non significa che il virus sia cambiato molto.
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