Il collegamento a un ventilatore per il coronavirus in alcuni casi provoca la mortalità, affermano i ricercatori

L’ultima ricerca indica che il dispositivo di ventilazione polmonare artificiale (ALV), necessario per i pazienti gravemente malati di coronavirus, apporta non solo benefici, ma anche danni.

Secondo le statistiche nel Regno Unito, ⅔ dei pazienti collegati a un ventilatore non sopravvive. Negli Stati Uniti, questa cifra è più vicina all’80% di quelli collegati a un ventilatore. Il motivo sta nel fatto che la ventilazione meccanica forza l’erogazione di ossigeno ai polmoni, a seguito della quale l’ossigeno entra nelle sacche d’aria dei polmoni del paziente ad alta pressione, causando danni alle vie respiratorie. Ciò porta a un circolo vizioso: il ventilatore può irritarli, il che costringe il paziente a rimanere più a lungo sul ventilatore.

Inoltre, per connettersi all’apparato, il paziente deve essere intubato e posto in anestesia, il che aggrava anche le condizioni generali del corpo e la reazione del sistema immunitario.

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Il collegamento a un ventilatore per il coronavirus in alcuni casi provoca la mortalità, affermano i ricercatoriultima modifica: 2023-02-05T14:36:32+01:00da erdalinza08