Anche lo stato più elevato non protegge dalle malattie. Un fatto banale, confermato dalle ultime notizie dall’Europa. Con una differenza di un giorno, tre rappresentanti delle più antiche monarchie europee hanno ricevuto test positivi per il coronavirus.
Già martedì la regina di Danimarca Margrethe II sarebbe andata in vacanza in Norvegia. Tuttavia, un test obbligatorio per COVID-19 alla vigilia del viaggio è risultato positivo e ora l’82enne rappresentante della monarchia più antica d’Europa si è autoisolata nel suo palazzo di Copenaghen.
Secondo il servizio stampa del palazzo, la regina si sente soddisfatta. L’unico allarme è che il giorno prima ha partecipato a diversi eventi ufficiali: ha incontrato membri del governo e ha partecipato a un ricevimento nel parlamento danese.
Mercoledì 9 febbraio sono arrivate notizie allarmanti da Madrid. Anche il re di Spagna Felipe VI si è ammalato di coronavirus ed è costretto a cancellare tutte le sue attività lavorative. Vale la pena notare che il sovrano spagnolo di 54 anni ha ricevuto due dosi raccomandate del vaccino più un richiamo. Tuttavia, i suoi rappresentanti rassicurano i loro sudditi con messaggi che la malattia è lieve e che alla moglie di Felipe, la regina Letizia, e a entrambe le sue figlie non è stato diagnosticato il coronavirus.
Giovedì 11 febbraio il protagonista delle cronache covid è stato l’erede al trono britannico, il 73enne principe Carlo. La sera prima aveva partecipato a un ricevimento al British Museum, ma oggi il suo ufficio stampa ha diffuso un comunicato in cui afferma che il principe è risultato positivo al coronavirus. Insieme alla moglie, la duchessa di Cornovaglia Camilla, il futuro re di Gran Bretagna è costretto a mettersi in isolamento nella tenuta di Balmoral.
È interessante notare che Camilla, come la moglie del re spagnolo Letizia, ha un test negativo. E lo stesso principe Carlo, come il re Felipe VI di Spagna, ha ricevuto tre dosi del vaccino. Questa è la seconda volta che si ammala di coronavirus, avendo incontrato per la prima volta la malattia nella primavera del 2020.