Gli esperti di Medscape hanno pubblicato i risultati di uno studio multi-specialistico sul burnout del 2018.
Documento inviato “National Physician Burnout & Depression Report 2018 è il risultato di un sondaggio condotto su 15.000 medici di 29 specialità sul tema del burnout professionale e sullo sviluppo della depressione ad esso associato.
Secondo il rapporto, nell’ultimo anno, il 42% dei medici intervistati aveva sintomi di burnout professionale (nell’anno precedente, 2017, la stessa cifra era del 51%). L’elenco delle specializzazioni mediche in cui si verifica più spesso il burnout sul posto di lavoro include le seguenti posizioni:
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terapia intensiva (rianimazione) e neurologia (48%),
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medicina di famiglia (47%),
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ostetricia e ginecologia, terapisti (46%),
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ambulanza (45%).
I meno colpiti dal burnout sono:
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chirurghi plastici (23%),
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dermatologi e patologi (32%),
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oftalmologi (33%),
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ortopedici (34%).
Tra le ragioni che portano al burnout professionale, i medici mettono al primo posto l’eccessiva burocratizzazione del processo di cura: troppi rapporti e documenti che il medico deve compilare ogni giorno. Solo un terzo (31%) dei medici ha indicato un programma di lavoro pesante e la durata degli appuntamenti.
Per far fronte alla sindrome da burnout sul posto di lavoro, metà dei medici intervistati va in palestra, il 46% cerca di comunicare di più con la famiglia e gli amici e il 42% si limita a dormire. A volte, tuttavia, i medici non scelgono i modi migliori per combattere il burnout: il 36% preferisce stare da solo al di fuori dell’orario di lavoro, un terzo si distrae con cibi malsani e il 22% usa l’alcol come sedativo.