Uno studio genomico su larga scala di ceppi del batterio Mycobacterium tuberculosis, isolato da un migliaio di isolati prelevati da pazienti con tubercolosi residenti nella regione di Samara, ha spiegato le ragioni dell’aumento della prevalenza di forme resistenti ai farmaci di questa infezione in Russia.
Come si è scoperto, oltre alle violazioni di massa dei protocolli di trattamento per questa malattia in Russia che hanno avuto luogo negli ultimi 20 anni, i fattori biologici giocano un ruolo importante nel processo: i ceppi “russi” hanno una mutazione compensatoria precedentemente non rilevabile , fornendo non solo la loro multiresistenza, ma anche un’elevata infettività.
I risultati di uno studio condotto da un gruppo di esperti della Queen Mary University (Londra, Regno Unito) con la partecipazione dei dipendenti del Samara Regional Tuberculosis Dispensary sono stati pubblicati sulla rivista Nature Genetics.
Il forte aumento dei casi di tubercolosi, così come la diffusione delle sue forme resistenti ai farmaci in Russia e in altre ex repubbliche dell’Unione Sovietica dall’inizio degli anni ’90, è stato associato al collasso del sistema sanitario statale e alla massiccia violazione dei il protocollo di trattamento per questa malattia.
Pertanto, a partire dall’agosto 2012, in Russia, la superresistenza alla terapia (resistenza a tre linee di antibiotici, inclusi i fluorochinoloni) è stata rilevata in circa un caso su dieci di tubercolosi (11,3%).
Secondo i dati ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), la prevalenza dell’infezione super resistente nel mondo è in media del 5,4% di tutti i casi di tubercolosi.
La regione di Samara è una delle regioni più svantaggiate della Federazione Russa in termini di tubercolosi.
Secondo le statistiche del Ministero della Salute regionale di novembre 2013, il numero di casi nella regione supera le 23mila persone e si registra un aumento della diffusione di ceppi resistenti ai farmaci dell’agente patogeno.
Gli autori dello studio, guidati dal microbiologo Francis Drobniewski, hanno condotto un sequenziamento dell’intero genoma di ceppi di batteri Mycobacterium tuberculosis isolati da migliaia di isolati ottenuti da pazienti del Samara Regional Tuberculosis Dispensary.
Si è scoperto che quasi la metà di essi (48%) presenta segni di multiresistenza (resistenza a due antibiotici di prima linea, isoniazide e rifampicina) e il 16% di questi isolati presenta anche mutazioni che li rendono resistenti agli antibiotici di seconda linea. , in particolare kanamicina .
Inoltre, nel 65% degli isolati multiresistenti è stata identificata una mutazione compensatoria precedentemente sconosciuta, che consente ai batteri di superare l’effetto associato alla resistenza di ridurre la capacità di riprodursi rapidamente e aumentare la virulenza dei microrganismi e aumentare l’infettività dell’infezione.
Pertanto, gli autori concludono che, oltre alle carenze del programma di controllo delle malattie, i fattori biologici sono la forza trainante della diffusione della tubercolosi resistente ai farmaci in Russia.
“Questo dà un altro serio motivo di preoccupazione, poiché si scopre che il problema della tubercolosi resistente ai farmaci in Russia non può essere risolto solo eliminando le carenze del sistema di controllo. Sembra che ci sia anche un problema in biologia “, ha detto Drobniewski.
“Mentre avevamo una comprensione generale della situazione in Russia, i nuovi risultati ottenuti dal gruppo Drobniewski sono semplicemente scioccanti”, ha detto a Nature Christopher Day, un epidemiologo dell’OMS. “Sono davvero spaventosi.”
Allo stesso tempo, Dai ha espresso la fiducia che anche in questa situazione, la corretta organizzazione del lavoro da parte delle autorità sanitarie locali possa aiutare a superare la diffusione delle forme resistenti di tubercolosi nella Federazione Russa.
“Quando il ceppo dell’agente patogeno viene identificato correttamente in ogni singolo caso e l’intero corso della terapia viene eseguito nel regime più efficace per questo caso, il numero di casi resistenti diminuisce”, ha affermato Dai. – Lo vediamo in Estonia, Hong Kong, negli Stati Uniti e in altri paesi. Non credo che una tale strategia non funzionerà in Russia”.