Bellezza e Salute

L'epatite B e C aumentano il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson


Gli scienziati dell'Università di Oxford nel Regno Unito hanno trovato un legame tra la presenza di virus dell'epatite B e C nel corpo e la probabilità di sviluppare il morbo di Parkinson in tali pazienti.

Durante lo studio sono state analizzate le cartelle cliniche di persone provenienti da grandi database britannici. I ricercatori erano interessati ai pazienti a cui era stata diagnosticata per la prima volta l'epatite B, l'epatite C, l'epatite autoimmune, l'epatite cronica attiva e l'HIV tra il 1999 e il 2011. In totale, su 6 milioni di casi analizzati, vi erano 22.000 persone con epatite B, 48.000 con epatite C, 6 con epatite autoimmune, 4 con epatite cronica attiva e quasi 20.000 persone con HIV.

Un'analisi statistica dei dati ha mostrato che le persone con epatite B hanno il 76% in più di probabilità di soffrire di malattia di Parkinson rispetto alla persona media. L'epatite C aumenta i rischi simili del 51%. L'epatite attiva autoimmune e cronica, così come l'HIV, non influiscono sulla probabilità di sviluppare la malattia di Parkinson. I risultati sono in parte correlati ai risultati di un precedente studio taiwanese, che ha trovato un'associazione tra il morbo di Parkinson e l'epatite C, ma non l'epatite B.

Gli scienziati non sono ancora in grado di spiegare cosa abbia causato la relazione tra epatite e morbo di Parkinson. È possibile che il virus, o farmaci potenti per combatterlo, svolgano un ruolo nello sviluppo della malattia, oppure è possibile che anche le persone più suscettibili all'epatite contraggano più facilmente il morbo di Parkinson.