Dopo due giorni di riunione, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha rifiutato di riconoscere la situazione dell’epidemia di coronavirus 2019-nCoV in Cina come un’emergenza.

Secondo gli esperti della National Health Commission of China, il numero di persone infette ha raggiunto 830 – stiamo parlando di casi confermati, altre 1072 persone sono sospettate e sono in fase di esame. Dall’inizio dell’epidemia, il virus ha causato la morte di 25 persone.

Gli scienziati avvertono che più di 10.000 persone potrebbero essere infettate a Wuhan. Al momento, la quarantena è stata dichiarata in 9 città e paesi della Cina, l’ingresso e l’uscita da esse sono limitati. Nella città che è diventata la fonte del contagio, strade e parchi vengono decontaminati con il gas. Gli eventi di Capodanno a Pechino sono stati cancellati per i prossimi giorni.

Taiwan, Thailandia, Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti hanno già segnalato l’identificazione delle persone infette da 2019-nCoV, e ieri si sono aggiunte Singapore, Vietnam e Macao. In entrambi i casi i pazienti sono arrivati ​​dalla città di Wuhan (Cina), che è l’epicentro dell’epidemia. Le condizioni di entrambi i pazienti sono stabili, entrambi sono ricoverati in ospedale e sono già in convalescenza.

Nessun caso è stato ancora segnalato in Europa, ma 4 persone con sospetta infezione da 2019-nCoV in Scozia e 1 paziente in Irlanda sono attualmente in fase di test.

Un membro del governo indiano ha riferito sul suo blog del caso di infezione di un’infermiera indiana in Arabia Saudita, ma in seguito si è scoperto che si trattava di un altro coronavirus già noto: MERS, che causa anche la SARS.

Pertanto, ad oggi, sono stati rilevati casi isolati di infezione da 2019-nCoV in 10 paesi del mondo. Tuttavia, l’OMS non ha fretta di dichiarare un’emergenza sanitaria pubblica, come ha fatto in precedenza per Ebola e Zika.