Gli scienziati canadesi dell’Università della British Columbia a Vancouver hanno confermato che il gruppo sanguigno influisce sul rischio di COVID-19.
Gli esperti sono giunti a queste conclusioni sulla base dei risultati di due studi. Il primo di questi ha confrontato i dati di oltre 473.000 pazienti testati per COVID-19 in Danimarca (7.400 positivi e 466.000 negativi) e i dati di oltre 2,2 milioni di persone tra i ranghi della popolazione sana. Ad oggi, questo è il più grande studio sul tema del gruppo sanguigno e dell’infezione da coronavirus.
Si è scoperto che tra i pazienti con COVID-19 ci sono significativamente meno persone con gruppo sanguigno I (0) e più persone con altri gruppi: II (A), III (B) e IV (AB). Il livello di infezione per le persone con i gruppi II, III e IV era lo stesso e i pazienti con il gruppo I si sono infettati e si sono ammalati molto meno frequentemente.
Il secondo studio ha analizzato le cartelle cliniche di 95 pazienti con grave COVID-19 provenienti dal Canada. I pazienti nei gruppi II (A) e IV (AB) avevano maggiori probabilità di richiedere la ventilazione meccanica, suggerendo che avevano un livello più grave di danno polmonare da COVID-19.
Inoltre, più pazienti di questi gruppi hanno richiesto la dialisi a causa di insufficienza renale. Infine, i pazienti con questi gruppi sanguigni hanno trascorso più tempo nell’unità di terapia intensiva rispetto alle persone nei gruppi I (0) e III (B), sebbene la durata totale della degenza ospedaliera per tutti i gruppi fosse approssimativamente la stessa.