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IL BALLOTTAGGIO: OPINIONI A CONFRONTO


Una persona che non condivide la mia opinione sul ballottaggio, forse per una delicatezza non necessaria, ha ritenuto di comunicarmelo in via privata, portando a sostegno della sua affermazione la vicenda elettorale di Torino, dove il risultato sarebbe stato determinato più dall'avversione nei confronti di Renzi che da una serena valutazione dei risultati coseguiti dall'amministrazione in scadenza. Io non vivo in quella città e non ho ragione di dubitare della correttezza della tesi del mio interlocutore, peraltro non ho neppure motivi per ritenere che la nuova grstione del Comune sarà senz'altro peggiore di quella trascorsa, ciò che mi appare chiaro é che il problema sia stato affrontato da una errata prospettiva, per cui credo più che opportuno ritornare sull'argomento al fine di chiarirne gli aspetti. Ho scritto altrove che tutti i cultori della materia sono concordi nell'affermare che nessun sistema elettorale é di per sé in grado di garantire la governabilità e che perciò occorre un correttivo utile allo scopo: il ballottaggio é, quindi, un complemento del sistema che, raccogliendo voti, sia pure di ripiego, consente di ottenere su di un programma elettorale il favore della maggioranza assoluta degli elettori ed, almeno in teoria, la stabilità del governo. Come é evidente, esso é uno strumento non diversamente, ad esempio, da un coltello, il quale può essere usato per ottenere delle utilità od anche per compiere azioni nefande: il suo uso corretto, o meno, é rimesso alla onestà ed alla maturità dei votanti, nella formazione dell'organo parlamentare, e degli eletti, nell'espletamento coerente delle funzioni connesse al mandato ricevuto. Ovviamente questa non é altro che un'esercitazione teorica perché, tenuto conto della sentenza della Corte Costituzionale e dell'attuale favore degli addetti ai lavori per il sistema proporzionale, di ballottaggio non si parlerà ancora per molti anni. Con molta cordialità nei confronti di chi mi ha fatto partecipe della sua esperienza.