satirev

PLATONE, LA LIBERTA' E IL PAESE DEI BALOCCHI.


"Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanto ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni. E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori é definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non é più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi per non parer troppo severi danno ragione ai giovani. In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi é più riguardo né rispetto per nessuno: In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia" (Platone- La Repubblica- VIII). Lo scritto di Platone risale a duemilaquattrocento anni fa e rispecchia l'ambiente dei suoi tempi, il concetto e l'insegnamento però sono immanenti: non può esistere vera liberà e democrazia se non nel rispetto di regole naturalmente orientate. Oggi dilagano i "furbettii del cartellino" e si può immaginare cosa si pensi di quelli che compiono il proprio dovere! Oggi i genitori, sovvertendo una lunghissima tradizione, immancabilmente spalleggiano i propri figli contro i docenti e questi, inascoltati e spesso inadeguati, a volte trascendono nella violenza! Oggi anche ai preadolescenti si concede una libertà incontrollata (ho proprio ora ascoltato l'intervista fatta in una casa in cui, come fosse una matrioska, convivono sei generazioni di donne), Oggi si legifera un istituto che sostanzialmente é un matrimonio tra omosessuali, laddove sarebbe stato necessario e sufficiente riconoscere ad essi il pieno esercizio e rispetto dei diritti individuali e sociali, e poi i giudici si rivestono dei panni del legislatore  (forse anche più) e riconoscono ai predetti la paternità di bambini nati da donne che si sono solo prestate alla bisogna e non li vedranno più, ciò nonostante sia stato accertato che la voce della madre naturale, ascoltata durante la gestazione, non si dimentichi per tutta la vita. Oggi nel rispetto della libertà i condannati siedono in Parlamento, i pluripregiudicati circolano liberamente e possono in tutta tranquillità curare i loro...affari, i violenti regolarmente denunciati hanno tutto il tempo di uccidere o sfegiare mogli o compagne ed a volte anche i figlioletti indifesi, mentre i cittadini offesi attendono per anni che sia fatta loro giustizia, e capita pure che non ne abbiano perché il fascicolo che li riguarda é andato smarrito o il giudice ha tardato a depositare la sentenza e si é compiuta la prescrizione, ovvero emette una sentenza in base ad una interpretazione evolutiva. Che dire poi della proposta di legge tendente ad istituire il reddito di cittadinanza, che in astratto non può che essere definita un'ottima cosa, ma in concreto appare come un tentativo di realizzare il paese dei balocchi, meta ambita di Pinocchio e Romeo-Lucignolo, perché é vero che con la solidarietà di tutti si potrebbero evitare gli sprechi, che in Italia abbondano. eliminarei i privilegi ingiustificati, ridurre stipendi e pensioni inopinatamente elevati, ma é altrettanto vero che i risparmi realizzabili non sarebbero sufficienti a coprire la massa monetaria necessaria ad assicurare la distribuzione delle provvidenze proposte. Ma pure a non voler considerare che la supposta solidarietà con tutto ciò che ne consegue  é solo un'utopia, bisogna tenere presente che il reddito é frutto del prodotto e che questo, gravato dal carico in argomento, non potrebbe essere competitivo ed uscirebbe dal mercato e che, quand'anche per assurdo riuscisse a sopportare la concorrenza, sposterebbe la produzione verso beni di largo consumo a scapito di quella dei beni tecnologicamente più avanzati, che sono quelli che sorreggono la nostra economia. Avrà ragione Platone? Manzoni direbbe: ai posteri l'ardua sentenza.