satirev

LA DECISIONE DEL GOVERNO ITALIANO, LA NAVE AQUARIUS ED IL PREVEDIBILE FUTURO


Il ministro dell'interno Salvini, con l'intervento del ministro delle infrastrutture Toninelli, ha chiuso i porti italiani all'attracco delle navi delle ONG che trasportano migranti tratti in salvo poco fuori del mare territoriale libico: il primo risultato ottenuto é stato l'impossibilità per la nave Aquarius di sbarcare sul nostro suolo i 629 naufraghi raccolti a bordo, i quali, dopo una fase di stallo conclusasi con l'apertura del porto di Valencia decisa dal primo ministro spagnolo, saranno verosimilmente ivi trasferiti da navi della nostra marina. Non è certamente mia intenzione riproporre in questa sede i problemi ed i dubbi già esposti oltre un anno fà, né esprimere giudizi di alcun genere sulla vicenda,  né prendere posizione sulle reazioni suscitate dall'iniziativa in sede internazionale o su quelle nazionali di riflesso, vista la ridondanza ottenuta da esse su tutti i mezzi d'informazione. Il mio intento é piuttosto quello di prevedere le possibili conseguenze di un gesto così deciso, specie se la sua impostazione sarà mantenuta ferma per il futuro: in tal caso é molto probabile che l'esito finale sarà l'allontanamento dal teatro dei "salvataggi nel Mediterraneo"  di tutte le navi delle ONG battenti bandiere non italiane, cioè l'eliminazione dei mezzi di trasporto sufficientemente sicuri dei migranti, ma non l'eliminazione dei motivi delle migrazioni, i quali permarranno spingendo sempre nuove masse di disperati sulle coste della Libia o della Tunisia pronte a sfidare qualsiasi pericolo nella speranza di una vita accettabile. Non é difficile di conseguenza ipotizzare che, perdurando il business per gli scafisti ed i loro mandanti, riprenderanno le traversate a bordo di vecchi barconi affollati all'inverosibile diretti sulle coste più vicine dell'Italia ed in particolare di Lampedusa: se così sarà non servirà la chiusura dei porti per le imbarcazioni che avranno la fortuna di concludere la traversata senza consegnare al mare il loro carico dolente ed all'anonimato eterno la loro vita perduta. E non ci sarà soluzione neppure se si dovesse dare effettivamente attuazione all'intento manifestato con l'espressione "aiutiamoli a casa loro" se prima non si individueranno e non si elimineranno le cause vere del fenomeno migratorio, che a parer mio sono piuttosto da ricercare negli interessi postcoloniali perseguiti dalle multinazionali nei paesi di partenza con il favore dei corrotti politici locali.