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LE OPERE DELL' UOMO E LE OPINIONI DEGLI ANIMALI


Malala, chi era costei? Non vorrei parafrasare la domanda che don Abbondio si poneva a proposito di Carneade, ma ho la sensazione che, nonostante il breve tempo trascorso, molti abbiano dimenticato o non abbiano mai sentito parlare di questa giovane ragazza, già vittima di un attentato talebano a causa della sua pacifica lotta in favore del diritto generalizzato all'istruzione per tutti i bambini di entrambi i sessi, premiata per il suo coraggio con il premio Nobel per la pace ed intervenuta a sostegno dei suoi ideali anche in una sessione dell'assemblea generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. Mi dispiacerebbe se la medesima sorte fosse riservata alla popolarità della piccola Greta Thumberg e soprattutto al suo fortissimo impegno volto al contenimento dell'incremento termico del nostro pianeta, necessità non peregrina poichè condivisa da molte migliaia di scienziati e da milioni di giovani di diverse nazioni. Tuttavia non nutro grandi speranze al riguardo quando vedo che un quotidiano a tiratura nazionale, dopo aver definito l'adolescente svedese, in visita da Papa Francesco, "Rompiballe", immagina che il Pontefice la accolga pronunciando una frase resa popolare negli anni sessanta del secolo scorso, con la sola variante di un suono gutturale, dall'esilarante duetto di Valter Chiari e Carlo Campanini, i quali a loro volta riproponevano la gag del più antico duo comico costituito dai fratelli De Rege. Tutto ciò senza neppure considerare l'effettiva disponibilità dei tanti entusiasti a rinunciare almeno ad alcune  delle comodità acquisite nella civiltà dei consumi, per non parlare degli interessi assolutamente contrapposti dei grandi capitalisti, di certi capi politici solleciti solo del propio potere e delle aspirazioni di fanatici rivoluzionari disposti a seminare morte e distruzioni pur di affermare ideologie di odio e di rancore! Penso, perciò, che chiunque sia ancora capace di avere sentimenti di umanità, altruismo e rettitudine non possa che condividere quello che Andrea Camilleri ha ritenuto di scrivere nell'ultima pagina della sopraccoperta del suo libro"I tacchini non ringraziano",  dedicato ad alcuni animali che in qualche modo hanno attraversato momenti della sua vita,  che integralmente trascrivo: "Se veramente un giorno riusciremo a sapere quale opinione hanno di noi gli animali, sono certo che non ci resterà da fare altro che sparire dalla faccia del pianeta sconvolti dalla vergogna. Sempre che, tra cinquant'anni, gli uomini saranno ancora in grado di provare questo sentimento. Io, fortunatamente, non ci sarò. Ma vorrei che qualche mio pronipote consegnasse agli animali una copia di questo libretto perché di me, e di moltissimi altri come me, possano avere un'opinione sia pure leggermente diversa."