Lasagne contro il cancro a sostegno del Ramazzini

ZZZ Sala 77 Ramazzini

San Lazzaro (Bologna)

Già ora potete telefonare a Giusi (360-884207), Alfea (339-6735923) o Leda (338-1154683), per prenotare posti a tavola per un pranzo alla “Sagra della Lasagna” organizzata dai soci di San Lazzaro della coop sociale onlus “Istituto Ramazzini” in collaborazione col circolo Arci sanlazzarese. Pranzo che si terrà alle 12 di domenica 10 novembre nella grande e accogliente “Sala 77” del circolo Arci, in via Bellaria 7 a San Lazzaro, con prenotazioni obbligatorie entro il 6 novembre.

Il pranzo di beneficenza, con offerta minima di 25 euro per gli adulti, di 18 per i bambini dai cinque ai dieci anni e di 22 euro per l’asporto, propone dopo un aperitivo con prosecco e buffet un menù composto da lasagne al ragù, arista con funghi e arrosto di tacchino col contorno di patatine fritte e verdure grigliate, dolce, acqua e vino. Si tratta di una mini sagra con un solo appuntamento preparata dai provetti chef volontari dell’Arci, con ricavato che sarà destinato alle attività di studio, ricerca e prevenzione dei tumori e delle malattie ambientali e professionali del “Ramazzini”.

Per tutti, anche per i non soci dell’onlus Istituto Ramazzini la sezione sanlazzarese, presieduta da Paolo Nicoli, ha organizzato anche alcune interessanti gite con materiale informativo che sarà distribuito in occasione della cena. Per ogni informazione rivolgersi ai numeri citati o al negozio “Le Ramazzine” gestito dalle volontarie sanlazzaresi in via Casanova 14, dove è possibile trovare a prezzi d’occasione capi di abbigliamento, oggetti da arredamento, e articoli vari, nuovi o usati; anche i regali di Natale per sé, per i propri familiari e per gli amici.

Giancarlo Fabbri

Sabato 9 novembre il docufilm premiato da Mattarella

Collage Gocce Memoria

Pianoro (Bologna)

Alle 14.30 di sabato 9 novembre nella sala parrocchiale di Rastignano, in via Andrea Costa 65, sarà proiettato il docufilm “Gocce di memoria” premiato nel maggio scorso dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, come vincitore del concorso nazionale “Tracce di Memoria” indetto dal Miur (Ministero istruzione università e ricerca). Il filmato è stato infatti realizzato dagli alunni delle classi di quinta A e B della scuola elementare di Rastignano “Rita Levi Montalcini” nell’anno scolastico 2017-2018. Classi premiate a Roma per il filmato realizzato a ricordo della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. La cerimonia si era svolta a Montecitorio, con il presidente della Camera Roberto Fico, di deputati, familiari di vittime degli anni di piombo, docenti e studenti in occasione di un’assemblea straordinaria nella giornata dedicata alla memoria delle vittime di terrorismo.

La targa d’argento del premio fu consegnata dal capo dello Stato nelle mani dell’emozionata Mariagiovanna Pagani, in rappresentanza degli alunni delle due classi, e dell’insegnante Rita Grandi che rappresentava il corpo docente interessato all’iniziativa: Lucia Boldrini, Daniele Di Napoli, Maria Cristina Ferrari, Federica Maranesi, Maria Antonietta Rodà, Alessandra Zampetti, e l’educatrice Margherita Mappa, che credono nell’importanza della memoria storica trasmessa alla nuove generazioni. L’intera cerimonia è stata ripresa da Giovanni Mazzanti e Aldo Maccarone della Mazzanti Media di Bologna.

Ai fini del concorso gli alunni, veri protagonisti del premio ottenuto, hanno condiviso conoscenze ed emozioni con la professoressa Cinzia Venturoli, docente di storia contemporanea all’Università di Bologna, e con i sopravvissuti alla strage Marina Gamberini e Giovanni Zini. E anche alla proiezione, con ingresso libero e gratuito, saranno presenti alcuni dei testimoni sopravvissuti alla strage per raccontare qualcosa di sé agli altri. Infatti è dagli incontri con i sopravvissuti, e dalla visita alla stazione di Bologna, è nato il libro con dvd “E-vento di libreccia” edito col patrocinio dell’Istituto Comprensivo di Rastignano, del Comune di Pianoro e dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna.

Nel libro con dvd, che chi è interessato può richiedere all’Istituto Comprensivo di Rastignano, sono raccolte le interviste dei ragazzi ai sopravissuti, le ricerche, i temi e i disegni realizzati sull’argomento della strage che purtroppo è ancora priva dell’identificazione e della giusta pena per chi ha voluto e orchestrato l’attentato terroristico che alle 10.25 del 2 agosto 1980 ha provocato, con la demolizione di parte della stazione, la morte di 85 persone e il ferimento di altre 200.

«Noi bambini – hanno precisato gli alunni di Rastignano vincitori del premio nazionale – abbiamo deciso di dare “vita e voce” alle persone che non ci sono più perché vogliamo far rivivere i loro volti, le loro speranze, i loro sogni infranti».

Giancarlo Fabbri

Con la “Sagra dei Sapori” l’Arci chiude la stagione 2019

Volontari tra i tavoli

Una delle squadre di volontari che alle sagre corrono tra i tavoli con piatti saporiti

San Lazzaro (Bologna)

Amici miei del web e di facebook non perdete queste ultime occasioni di gustare i tradizionali piatti rustici di stagione ai sapori e profumi di cinghiale, funghi e tartufi. Infatti quelli dell’1, 2 e 3 novembre sono gli ultimi giorni per gustare i piatti proposti dall’Arci di San Lazzaro con una “Sagra dei Sapori” che chiude in bellezza le sagre del 2019.

La festa gastronomica si svolge nella grande “Sala 77” con apertura del ristorante alle 19 venerdì e sabato e anche alle 12 la domenica con sempre la possibilità di asporto negli orari di attività della cucina. Nella vicina Sala Paradiso dalle 20.30 di venerdì 1 novembre balli latino americani, con disco, e dalle 21 il sabato con l’orchestra di Maurizio Medeo e la domenica con quella di William Monti & Nicolò Quercia. Non mancano quindi occasioni per quattro salti in compagnia per digerire i saporiti piatti cucinati dagli chef volontari dell’Arci.

Ampio il menù con una vasta scelta tra i primi: lasagna al cinghiale o ai porcini, pappardelle al cinghiale, risotto ai porcini, tagliatelle al ragù, taglioline alla cipolla o al tartufo, chitarra ai cinque sapori (melanzane, zucchine, pancetta affumicata, pomodorini e basilico) e gnocchi gratinati con crema di formaggi e porcini. Tanti anche i secondi con contorno: polenta con cinghiale o con ragù tradizionale, scaloppine di cinghiale ai funghi, fiorentina, castrato o salciccia ai ferri e patate, grigliata mista, polenta fritta con squacquerone, tagliere con affettato e crescentine, cestino di crescentine, polenta o crema fritta, gran fritto alla bolognese, patate fritte, insalata e friggione della zia. Ovviamente il tutto innaffiato con bevande e vini scelti.

Come sempre il ricavato è destinato al sostegno dei vari gruppi sportivi amatoriali e dilettantistici che nel grande circolo sanlazzarese hanno la loro sede o vi svolgono la loro attività: biliardo, bocce, ciclismo, podismo, calcio, scacchi, tarocchino, ballo, eccetera. Ora l’appuntamento è per il 2020 con la sagra del pesce a primavera che da tradizione apre la stagione delle maratone gastronomiche dell’Arci.

Giancarlo Fabbri

Con quella “dei Sapori” l’Arci chiude la stagione delle sagre 2019

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Nella foto i mitici cuochi dell’Arci: Fausto Milina, Monica Lauria, Gerardo Rullo e Ciro Vacchiano

San Lazzaro

Con l’arrivo dell’autunno torna l’occasione di gustare i piatti rustici di stagione ai sapori e profumi di cinghiali, funghi e tartufi. Infatti quelli del 26 e 27 ottobre, e dell’1, 2 e 3 novembre, sono gli ultimi giorni per gustare i piatti di stagione proposti dal circolo Arci di San Lazzaro con la “Sagra dei Sapori” che chiude in bellezza l’annata 2019 delle sagre.

La sagra si svolge nella grande Sala 77 con apertura del ristorante alle 19 nei feriali e anche alle 12 alla domenica con sempre la possibilità di asporto negli orari di attività della cucina. Nella vicina Sala Paradiso dalle 20.30 di venerdì 1 novembre balli latino americani, con disco, e dalle 21 con orchestra il sabato e la domenica. Non mancano quindi le occasioni per fare quattro salti, in compagnia e allegria, per digerire i saporiti piatti cucinati dagli chef volontari dell’Arci.

Ampio il menù con una vasta scelta tra i primi: lasagna el cinghiale o ai porcini, pappardelle al cinghiale, risotto ai porcini, tagliatelle al ragù, taglioline alla cipolla o al tartufo, chitarra ai cinque sapori (melanzane, zucchine, pancetta affumicata, pomodorini e basilico) e gnocchi gratinati con crema di formaggi e porcini. Tanti anche i secondi con contorno: polenta con cinghiale o con ragù tradizionale, scaloppine di cinghiale ai funghi, fiorentina, castrato o salciccia ai ferri e patate, grigliata mista, polenta fritta con squacquerone, tagliere con affettato e crescentine, cestino di crescentine, polenta o crema fritta, gran fritto alla bolognese, patate fritte, insalata e friggione della zia. Ovviamente il tutto innaffiato con bevande e vini scelti.

Come sempre il ricavato è destinato al sostegno dei vari gruppi sportivi amatoriali e dilettantistici che nel grande circolo sanlazzarese hanno la loro sede o vi svolgono la loro attività: biliardo, bocce, ciclismo, podismo, calcio, scacchi, tarocchino, ballo, eccetera.

Un treno in più, cento macchine in meno

ZZZZ petizione treno volantino definitivo copia

Pianoro (Bologna)

Non perdiamo il treno anche stavolta. Venerdì 11 ottobre alle 20.45, nella sala parrocchiale di Rastignano in via Andrea Costa 65, ci sarà un’assemblea pubblica con patrocinio comunale, e la partecipazione del sindaco di Pianoro Franca Filippini, a sostegno della richiesta di una corsa mattiniera del treno per Bologna. Infatti già dallo scorso agosto alcuni residenti di Pianoro, Pian di Macina e Rastignano hanno avviato una raccolta di firme per aggiungere una corsa all’orario dei treni del Servizio ferroviario metropolitano (Sfm), sulla tratta Pianoro-Bologna che utilizza la linea “Direttissima” Bologna-Prato-Firenze. Per informazioni rivolgersi ai promotori della petizione telefonando al 328-2797251 o scrivendo all’indirizzo: gio.ragusa@gmail.com.

Con la petizione si chiede infatti una corsa con partenza da Pianoro alle 8.00 oltre alle attuali delle 7.02, 7.31, 8.25. E’ evidente, come rilevato dal testo (che sarà inviato con le firme all’assessore regionale Raffaele Donini, al sindaco di Bologna Virginio Merola, al delegato alla mobilità metropolitana Marco Monesi e al sindaco di Pianoro Franca Filippini), che tra la seconda corsa e la terza c’è quasi un’ora vuota in una fascia oraria strategica per lavoratori, studenti e genitori che hanno bimbi da accompagnare dato che asili nido e materne non applicano il preorario prima delle 7.30. Sebbene oggi le corse sulla linea abbiano una frequenza di circa 30 minuti c’è da riempire un “buco” proprio al mattino con la corsa delle 8.00 che diminuirebbe la pressione sul Nodo di Rastignano e sulla viabilità bolognese.

I promotori ribadiscono che la linea ha un grande bacino di utenza, reale e potenziale, col treno che a differenza del trasporto su gomma è più veloce con tempi garantiti non influenzati da traffico, semafori, neve, eccetera. Più economico e meno stressante dell’auto in ambito urbano, e in ore di punta, libera le vie da innumerevoli veicoli privati spesso con a bordo il solo conducente. Per fare un esempio – scrivono i promotori – il treno percorre la tratta Rastignano-Bologna Centrale, circa nove chilometri, in 15 minuti nonostante tre fermate intermedie (San Ruffillo, Mazzini e San Vitale) che sono anche tre opportunità per chi studia o lavora nell’area est di Bologna. L’autobus per lo stesso tragitto, in periodo invernale e in ore di punta, ci impiega circa un’ora. E se al treno a Rastignano c’è l’alternativa dell’autobus con le linee Tper 13 e 96 non è così per Pianoro e Pian di Macina dove la sola Tper 96 non ha la frequenza e la durata del filobus Tper 13.

Giancarlo Fabbri

Domenica 13 ottobre pranzo di pesce contro il cancro

A Soci 01 Ramazzini

San Lazzaro (Bologna)

Alle 12.30 di domenica 13 ottobre, nella “Sala 77” del circolo Arci di San Lazzaro in via Bellaria 7, si terrà un pranzo di pesce, da prenotare entro il 9 ottobre a favore della lotta contro il cancro. Per partecipare telefonare a uno di questi numeri: 360-884207 (Giusi); 339-6735923 (Alfea); 338-1154683 (Leda); 339-4948252 (Anna). Il pranzo di beneficenza è organizzato dai volontari sanlazzaresi della sezione “Teresa Silvagni”, presieduta da Paolo Nicoli, della coop sociale onlus “Istituto Ramazzini” in collaborazione col circolo Arci sanlazzarese.

Il pranzo, con offerta minima di 28 euro, di 18 per i bambini da cinque a dieci anni (gratuito con età inferiore), e di 23 euro per l’asporto, propone un menù di cozze alla tarantina, spaghetti allo scoglio, coda di rospo, spiedini rosso e bianco, fritto misto con patatine fritte, acqua, vino e sorbetto. A chi non piace il pesce c’è un menù alternativo da richiedere al momento della prenotazione. Menù da leccarsi i baffi, preparata dagli chef volontari dell’Arci, con ricavato destinato alle attività di ricerca e prevenzione dei tumori del “Ramazzini”.

Per i soci, ma non solo, la sezione sanlazzarese presieduta da Paolo Nicoli ha organizzato gite con programmi che saranno distribuiti in occasione del pranzo. Per informazioni rivolgersi ai numeri citati in precedenza o al negozio “Le Ramazzine” gestito dalle volontarie in via Casanova 14. Bottega dove trovare a prezzi d’occasione capi di abbigliamento, oggetti da arredamento, e articoli vari, nuovi o usati; anche i regali di Natale per sé, per i propri familiari e per gli amici.

Le varie forme di tumori e leucemie, purtroppo anche infantili, sono tra le maggiori cause di mortalità tra la popolazione di tutto il  mondo, ed emergono spesso nella loro gravità quando ormai è troppo tardi. Malattie subdole, asintomatiche, attualmente molte volte curabili, sulle quali studia e combatte da decenni l’Istituto Ramazzini, oggi cooperativa sociale onlus, fondato nel 1987 dall’oncologo e scienziato professor Cesare Maltoni e sostenuto da decine di migliaia di soci. Soci e amici che organizzano iniziative a sostegno dell’Istituto. Infatti è possibile aiutare la ricerca, la lotta e la prevenzione contro il cancro dell’Istituto Ramazzini anche stando a tavola in amicizia e in allegria.

Giancarlo Fabbri

“Un’Idea di Appennino”, un mensile locale … per 18 comuni

95 Testata Un'Idea

Città metropolitana bolognese

Il mensile “Un’Idea di Appennino”, numero 95 di questo ottobre 2019, edito dalla Hemingway Editore e diretto da Bruno Di Bernardo, è scaricabile gratuitamente dal sito hemingwayeditore.wordpress.com, e in distribuzione, sempre gratis, in cartaceo sul territorio. Il periodico è distribuito in diciotto comuni della Città metropolitana per dare notizie e, soprattutto, per promuovere il territorio collinare e montano anche dai punti di vista economico e turistico. Sostenuto solo dalle inserzioni pubblicitarie degli imprenditori, pone in primo piano le notizie del territorio facendole conoscere in ambito molto più ampio.

Nel numero di ottobre di “Un’Idea di Appennino” del vostro cronista potete leggere, su Pianoro, delle lamentele sui semafori e sulla bretella del Dazio, del 15° scudetto vinto dal Pianoro Cricket Club, e della scomparsa dell’artista, scultore e architetto Giorgio Lenzi. Su Ozzano del ritorno del divieto di sosta delle auto davanti alle scuole di viale 2 Giugno, dell’avvio della raccolta di farmaci non scaduti per i meno abbienti, e del progetto Ulzianum promosso dalle scuole ozzanesi e finanziato dalla Regione. Infine su San Lazzaro della ripresa della rimozione e smaltimento dell’amianto partendo dall’ex Grimeca, dei 30 alloggi Acer di via Spinelli vuoti a sei mesi dall’inaugurazione, dei nidi gratis per tutti e della scomparsa del dottor Giovanni Cremonini.

A cura del direttore responsabile Bruno Di Bernardo, e altri colleghi: Filippo Batisti, Sarah Buono, Marica Cavicchi e Roberta Cristofori, inchieste, cronache, notizie e curiosità da: Alto Reno Terme, Camugnano, Casalecchio, Castiglione dei Pepoli, Grizzana, Loiano, Marzabotto, Monghidoro, Monterenzio, Monte San Pietro, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, Sasso Marconi, Valsamoggia, Vergato, Zola Predosa, oltre che da Bologna, dalla Città metropolitana e dalla Regione Emilia-Romagna. Per contattare la redazione: 0534.667927; per richiedere inserzioni pubblicitarie: 339-4233609.

Giancarlo Fabbri

Padre Marella, una delusione e … un progetto

Marella 04 Olinto

Don Olinto con i suoi “ragazzi”

San Lazzaro (Bologna)

Nei primi giorni di settembre in via dei Ciliegi a San Lazzaro, sede della “Città dei Ragazzi” e della “Fraternità Cristiana Opera di Padre Marella” c’era un po’ di trepidazione in vista del 50esimo della morte del sacerdote curiale – prete, non monaco o frate come dicono e scrivono in tanti – don Olinto Giuseppe Marella, più noto come Padre Marella. Prete che fu accusato di modernismo, ridotto allo stato laicale e inviso alla Curia per il suo mendicare nei luoghi più frequentati dalla borghesia bolognese. C’era infatti chi si aspettava che il 6 settembre, giorno anniversario della comparsa del già proclamato venerabile nel 2013, venisse annunciata dal Vaticano la sua beatificazione e santità.

Infatti lo scorso 4 giugno una commissione di cardinali, vescovi e luminari della scienza medica riunitisi in Vaticano hanno riconosciuto come miracolosa la guarigione di Pietro Nobilini avvenuta nel 1985 per intercessione di don Marella apparsogli mentre era in punto di morte. Dopo un lungo processo canonico iniziato nel 1996 ora manca soltanto la firma di papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio, che già lo aveva già dichiarato “Servo di Dio”, a confermarne la santità.

In quei giorni dal Vaticano è venuto invece l’annuncio della nomina di Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, al soglio cardinalizio. Neo principe della Chiesa che nell’anniversario della morte di don Olinto, nel 1969 a 87 anni di età, lo ha voluto ricordare a San Lazzaro e nella cattedrale di Bologna. A San Lazzaro dove nel 1954 don Olinto fondò la seconda Città dei Ragazzi, per accogliervi bambini poveri, e il Villaggio Artigiano con laboratori e 24 abitazioni per le famiglie dei collaboratori. Bambini, ragazzi, poi diventati adulti, che lo chiamavano “il padre” perché per loro fu il padre che non ebbero.

E proprio nei giorni di anniversario il sanlazzarese Vittorio Giardino, fumettista noto nel mondo, ha annunciato l’intenzione di raccontare la vita di Padre Marella in un libro con una storia a fumetti.

Nato il 14 giugno 1882 a Pellestrina (Venezia) don Olinto è impresso nella memoria dei bolognesi; anche in quelli che non frequentano chiese e parrocchie. Dopo il seminario a Roma fu ordinato sacerdote nel 1904 poi fu insegnante nel seminario di Chioggia e fondatore, a Pellestrina, di scuole e ricreatori. Sospeso a divinis per aver ospitato lo scomunicato don Romolo Murri fu poi riabilitato nel 1925 a Bologna, dal cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca, dove insegnò filosofia nei licei Galvani e Minghetti. Nel 1934 fonda a Bologna un gruppo di assistenza e case rifugio, per bambini orfani o abbandonati, e una prima Città dei Ragazzi con cinque laboratori scuola. Nel 1939 aprì la sua casa bolognese di via San Mamolo a fuggiaschi ebrei e salvò una trentina di soldati dalla deportazione in Germania. La seconda Città dei Ragazzi sorse nel 1954, a San Lazzaro, dove accolse centinaia di bambini a cui diede alloggio, cibo, istruzione, lavoro, amore paterno; e dove infine morì in odore di santità attorniato dai suoi ragazzi.

Giancarlo Fabbri

Già aperte le prenotazioni ai corsi del Teatro dell’Argine

 

Pru 01 Masterplan 2000

Immagine tratta dal Pru Masteplan 2000

San Lazzaro (Bologna)

Il Teatro dell’Argine ha già aperto le iscrizioni ai nuovi corsi e laboratori di teatro, danza, canto, musica, circo, magia e tessuti aerei per bambini e adulti. Corsi che si terranno a San Lazzaro, nell’Itc Studio di via Vittoria 1 e all’Itc Lab di via Rimembranze 26, per concludersi nella primavera del 2020 con la realizzazione di spettacoli finali all’Itc Teatro di San Lazzaro. Per info e iscrizioni: 051.6271604; info@teatrodellargine.org; www.teatrodellargine.org.

Il corso base si propone di avvicinare al teatro persone che abbiano poca o nessuna esperienza di palcoscenico con un percorso divertente nel quale arti e tecniche del palcoscenico sono apprese con esercizi e momenti di lavoro creativo individuali e corali. Nei primi mesi di laboratorio le lezioni sono dedicate al ritmo e alla presenza scenica, alla concentrazione, alla relazione con gli altri e con lo spazio, alla costruzione del personaggio e all’invenzione di storie. Poi si esplorano tecniche di improvvisazione e si iniziano a proporre nuovi testi, passando alla recitazione con un testo che sarà infine il copione del saggio di fine anno.

I docenti precisano che i corsi non sono finalizzati alla formazione di professionisti dello spettacolo, ma se poi ne emergono ben vengono, ma come formazione culturale personale per comprendere questa antica forma d’arte. Infatti anche i corsi di teatro avanzati non sono percorsi di formazione professionale, bensì rappresentano il passo successivo per tutti coloro che, provata l’emozione e l’esperienza del primo anno, vogliano proseguire nello studio della pratica teatrale per approfondirne temi, tecniche, conoscenze pratiche e teoriche, e così ripetere l’avventura e il divertimento del primo, o dei primi anni.

Nel frattempo con l’unica offerta presentata entro il termine la coop sociale Teatro dell’Argine si è di nuovo aggiudicata il bando per la gestione dell’Itc Teatro di San Lazzaro. Per tre anni fino al 31 luglio 2022, prorogabili di altri tre anni, più ulteriori due nel caso ci sia già il nuovo cinema-teatro previsto in via Caselle, il Teatro dell’Argine dovrà assicurare direzione artistica, gestione organizzativa, amministrativa e contabile, realizzazione di produzioni originali, organizzazione di attività didattiche con corsi e laboratori, custodia e manutenzione di immobili e attrezzature. La concessione prevede poi la collaborazione con le altre istituzioni culturali del Comune e con le istituzioni scolastiche del territorio comunale.

Infatti già dall’anno scorso, rispolverando un vecchio progetto nato nel 2000 con il Piano di riqualificazione urbana (Pru) dell’area nord di San Lazzaro, si riparla di un nuovo cinema-teatro in via Caselle a nord della Mediateca. Dalle anticipazioni fatte mesi fa dal sindaco Isabella Conti si tratterebbe di una sala di 490 posti frazionabile in tre più piccole per proiezioni di minor richiamo. In pratica una struttura polivalente che dovrebbe accogliere oltre alla sala per il cinema e gli spettacoli teatrali e musicali anche spazi espositivi e di ristorazione.

Giancarlo Fabbri

La Futa, pista nera e mortale per i motociclisti

 

Report FUTA 2019 03

Pianoro – Unione Savena Idice (Bologna)

Tra Pianoro e Filigare in arrivo sei autovelox per ridurre le velocità dei veicoli, auto comprese, e il crescente e preoccupante aumento dei motociclisti, e non soltanto, che perdono la vita su queste curve. Riscontrato che lungo la Sp65 “della Futa” vengono piantate nuove croci i tecnici della Città metropolitana di Bologna, su richiesta del presidente della prima commissione Marta Evangelisti, lo scorso 10 settembre hanno presentato uno studio per interventi urgenti di messa in sicurezza della strada attraverso il controllo delle velocità. Studio, sollecitato dai sindaci di Loiano Fabrizio Morganti, di Monghidoro Barbara Panzacchi (anche come presidente dell’Unione Savena Idice con sede a Pianoro) e di Pianoro Franca Filippini, che a Palazzo Malvezzi è stato presentato ai primi cittadini – oltre ai citati c’erano anche quelli di Ozzano Luca Lelli e di San Benedetto Val di Sambro Alessandro Santoni – dal consigliere delegato alla viabilità, Marco Monesi, alla presenza di Mauro Sorbi presidente dell’Osservatorio regionale per l’educazione alla sicurezza stradale, di dirigenti della polizia metropolitana, delle polizie locali, e di comitati di residenti.

Studio che sarà proposto alla Prefettura dai sindaci interessati e dalla Città metropolitana, rimarcando come l’autovelox si sia rilevato come l’unico strumento possibile per indurre i centauri a ridurre la velocità. Anche se comitati di cittadini sollecitano anche l’adozione di dossi, di segnaletica rialzata e anche da autovelox mobili. Purtroppo sia che si risalga, o che la si discenda, la Sp65 “della Futa” attrae i centauri come una pista nera attira gli sciatori che vogliano mettersi alla prova gettandosi a capofitto verso valle. E stando alle statistiche la strada della Futa, che diventa nera di lutti, ha visto in poche settimane tra agosto e settembre la morte di tre motociclisti. A metà settembre su poco più di 28 chilometri, con oltre 130 curve, ci sono già stati sei incidenti con tre morti e due feriti, un numero di decessi così alto fu registrato solo nel 2014 quando ci furono 11 incidenti e 14 feriti.

Ora la palla passa alla Prefettura che dovrà tener conto di questo studio che riporta i dati sugli incidenti dal 2010 a oggi: 82 di cui un terzo con moto, con 100 feriti e 9 morti di cui 3 solo quest’anno in poche settimane. I sei punti individuati dallo studio per l’installazione di autovelox fissi sono tra Monghidoro e Loiano dal chilometro 69+500 al chilometro 70+900, tra Loiano e Sabbioni dal chilometro 74 al 75, tra Sabbioni e Casoni dal 77+630 al 78+650, nei pressi de La Guarda dall’80+100 all’81+600, tra La Guarda e Livergnano dall’82 all’83+500 e infine tra Livergnano e Zula dal chilometro 84+500 al chilometro 88+800. Tutti, a parte un settore tra Monghidoro e Loiano col limite dei 60 all’ora, dove il limite di velocità vigente è dei 70 all’ora. Basterebbe quindi rispettare i limiti – negli altri tratti ci sono limiti di velocità di 30 e 50 nei centri abitati e di 60 e 70 – riducendola in casi di strada bagnata o sporca, per non piantare altre croci.

Giancarlo Fabbri