Cirella esempio di un paese che non vuole morire

ruderidicirellaVito Teti professore ordinario di antropologia culturale all’Università di Cosenza lancia un manifesto per salvare i paesi in via di abbandono. Lo fa in occasione della preparazione di un convegno organizzato a  Reggio Calabria per i primi di novembre. “ Lo spopolamento e l’abbandono – i due termini indicano fenomeni distinti – dei piccoli paesi dell’interno è un problema di enormi dimensioni – scrive Vito Teti- che interessa la montagna e le colline italiane. Le sue cause antiche e recenti sono molteplici, di natura sia storica (catastrofi, terremoti, alluvioni) che economica, demografica e sociale (l’emigrazione), antropologica e politica; ragioni diverse, locali e generali, che devono essere indagate caso per caso con le tante peculiarità e i diversi esiti locali (sempre in un contesto più generale). Lo svuotamento dei luoghi interni ha conseguenze rilevanti a vario livello: antropologico, geologico, sociale, economico. Costituisce anche un vuoto di memorie, di rapporti, una desertificazione ambientale e un deserto di speranze.“ . E’ un problema che investe quasi tutti i paesi dell’interno della costa tirrenica. Paesi come Buonvicino, Papasidero, Aieta, Orsomarso solo 30-40 anni fa abitati da migliaia di persone ora sono ridotti a poche centinaia di unità. Lo spopolamento come dice Vito Teti ha tante cause ma quella iniziale è lo smantellamento dei servizi. Chiudono le scuole, poi la farmacia, l’ufficio postale,  la caserma dei carabinieri,  la fermata dei treni o la soppressione delle linee di autobus e con loro man mano la gente si sposta per seguire i propri figli o per stare vicino a servizi efficienti. In molti paesi dell’interno non arrivano più neanche i giornali pur esistendovi cartolerie ed edicole. Il costo del trasporto e la scarsa vendita dei giornali non consente l’arrivo del giornale. E’così che piano piano  muoiono i paesi della nostra regione, senza nessuno che possa difenderli. Sono più di cento i paesi che in Calabria stanno subendo questa tragedia. Gente costretta ad allontanarsi dal proprio luogo di origine non per cercare lavoro ma  solo per sopravvivere dignitosamente o anche semplicemente per acquistare un farmaco o un giornale o le sigarette.

conventodeiminimi3Cirella ridente paese della costa tirrenica, frazione di Diamante, è uno di quei paesi però che resiste, che si difende. Ha un ufficio postale che ha voluto a tutti i costi nonostante le Poste appena privatizzate avevano deciso di chiuderlo. Ci furono scioperi nel paesino ma anche un andata con un pullman sotto gli uffici delle poste a Castrovillari, che convinse il direttore provinciale delle poste  a tenere aperto quell’ufficio, che comunque aveva un buon giro di clienti sia d’estate che d’inverno. Cirella resiste anche per la scuola. Ha un plesso nuovissimo con aule soleggiate e grandi, con un buon numero di alunni ed insegnanti che  fanno bene il loro mestiere e tengono unita una comunità. Le associazioni culturali lavorano bene nel paese e sono ben riconosciute. Nella piazzetta del paese c’è la sede del circolo dei pensionati ed uno sportello informativo sulle coltivazioni biologiche all’interno del Baticos. Esiste anche uno sportello contro la violenza sulle donne gestito da avvocati e l’associazione La Ginestra. Anche la  cultura fa da padrona a Cirella in quanto, la piccola cittadina, è depositaria di beni archeologici unici in tutta la Calabria: una cittadina medioevale posta su una collinetta, abbandonata agli inizi dell’800 dopo un bombardamento degli inglesi, un convento francescano del 1400 recentemente completamente ristrutturato dotato di  guide multimediali al suo interno e visitabile ogni giorno, un promontorio straordinario dove nel mese di maggio cresce ancora il crocus , attorniato da  una scogliera di grande pregio ambientale, un’ isola con una torre del 1500 ed una flora mediterranea unica, un Mausoleo romano  ed un Museo che racchiude anfore greche e romane  con reperti archeologici importanti ritrovati nel territorio. L’associazione Cerillae la più importante , fondata dieci anni fa ha all’attivo una serie di iniziative di alto livello rivolte alla salvaguardia del territorio, ed inoltre gestisce due festival estivi dedicati al vino Chiarello, storico vino che proviene dall’epoca romana. I due festival che si svolgono a luglio e ad agosto attirano ogni anno migliaia di turisti e residenti. Insomma i paesi o si difendono in questo modo e Cirella dovrebbe diventare un esempio, come un paese che non si piange addosso, ma risponde colpo su colpo allo spopolamento ed all’abbandono. Cirella riesce a difendersi anche politicamente. Ha sempre determinato la vittoria dell’uno o dell’altro schieramento e di conseguenza ogni giunta dal 1950 ad oggi ha avuto al suo interno un vicesindaco ed assessori cirellesi. Fece sentire la sua voce anche durante il fascismo che riuscì ad avere un podestà cirelle per ben dieci anni contro i podestà diamantesi in quel caso spodestati. Ma Cirella oggi ha subito un colpo e si prepara a difendersi anche questa volta così come si difese dall’assalto dei pirati nel 1506. A sferrare un duro colpo proprio in questi giorni è la chiusura dello sportello bancomat dell’Ubi Banca. Uno sportello che ha sempre ben funzionato e che inspiegabilmente viene chiuso. A protestare non sono solo i cittadini ma anche il sindaco, peraltro di Cirella stessa che ha diramato una dura nota di protesta, assicurando i cittadini di aver chiesto ad altri istituti bancari a sostituire l’Ubi banca  . Il comunicato non fa una grinza , ma servirà a poco, perché gli istituti bancari sono oramai in mano private e fanno come dice il loro ruolino di marcia che è sempre quello del costo beneficio.

Cirella esempio di un paese che non vuole morireultima modifica: 2018-10-10T06:20:58+02:00da sciroccorosso