LA CALABRIA SENZA ‘NDRANGHETA

boss salutaHo visto qualche sera fa un bel film intitolato “Un giorno senza messicani “del regista Sergio Arau. Il film immaginava la California e la società americana, che si risvegliava un bel mattino, dopo una notte di nebbia, senza messicani. Quando il film è uscito non c’era ancora l’ombra di Trump ma ne ha anticipato benissimo l’exsursus che oggi abbiamo sotto gli occhi con la costruzione del muro.

Nel film, i messicani, sparivano di colpo dalla sera alla mattina lasciando uomini soli nel loro letto, fabbriche senza operai, ristoranti senza lavapiatti, distributori di benzina senza addetti alle pompe e meccanici, poliziotti senza lavoro al confine messicano. Nel giro di qualche giorno l’intero sistema economico americano andava in tilt con gravi conseguenze anche dal punto di vista sociale.  La mia immaginazione è subito partita ed ho pensato a cosa succederebbe se in Calabria sparisse di colpo la ‘ndrangheta ? La nostra fragile economia reggerebbe il colpo ? Oggi la nostra regione si mantiene sul nulla, il quadro che viene tracciato da esperti del settore è impietoso, con oltre 130 paesi in default e venti comuni sciolti proprio per infiltrazioni mafiose.  Le imprese per esempio diminuiscono anno dopo anno, in crisi i settori portanti dell’economia calabrese: artigianato e agricoltura. In Calabria, il prodotto lordo segna un decremento dell’1,8. Scarse sono le esportazioni che rappresentano solo 1% del pil. Le famiglie calabresi dispongono di un reddito pro capite inferiore alla media nazionale del 25,4% e, a causa del minor potere di acquisto, i loro consumi diminuiscono (-2,1%). Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12,7%, percentuale che, per quanto riguarda i giovani raggiunge il 28,8%. Dieci laureati su cento sono disoccupati (il doppio della media italiana) e l’occupazione irregolare riguarda un terzo delle unità lavorative. Fantastichiamo quindi  cosa succederebbe giorno per giorno se la ‘ndrangheta , vera economia portante della Calabria sparisse di colpo così come i messicani nel film di Arau.

LUNEDI’

Le banche calabresi non incassano all’apertura degli sportelli nemmeno un’ euro causa i mancati versamenti, provenienti dal traffico della droga, delle armi, delle tangenti. Così i conti di molti loro clienti non ricevono alcuna copertura. La loro liquidità scende subito a zero. Ai cittadini che vi si recano per cambiare assegni, o ritirare danaro proprio, viene detto loro di ripassare. Gli stipendi e le scadenze delle banche stesse non possono essere onorate. Si attende il giorno dopo.

MARTEDI’

Anche oggi le banche sono prive di liquidità. Le rispettive direzioni generali con sedi a Roma, Milano, Verona, Firenze decidono di chiudere momentaneamente le sedi in Calabria. I cittadini si affollano davanti i bancomat per cercare di ritirare danaro, ma questi sono stati tutti bloccati dalle sedi centrali. La Carime di Cosenza viene presa d’assalto da dipendenti comunali e operai che si sono visti negare il pagamento degli stipendi.

MERCOLEDI’

Centinaia di aziende municipalizzate, aziende del servizio raccolta rifiuti e di gestione delle discariche, ditte che avevano in appalto grandi opere come l’A3, il Ponte a Genova, i lavori del TAV in Val di Susa, il TAP in Puglia, lavori di ripascimento a mare, ditte di estrazione pietre nelle cave, impianti di prelievo nei fiumi, imprese costruttrici di strade, dighe, porti non ricevono più danaro per i rifornimenti dei mezzi di trasporto, pagamenti del personale, gestione mense aziendali, per cui chiudono tutto e fermano i lavori che hanno in corso. Centinaia di operai e dipendenti restano a casa senza lavoro. Molti sindaci non sanno che fare, i pochi rimasti si appellano al Capo dello stato per far fronte all’emergenza e chiedono la proclamazione dello stato di calamità naturale. Interviene la Chiesa . Non può più organizzare le feste patronali per mancanza di finanziatori di fuochi d’artificio, luminarie e bande musicali.

GIOVEDI’

I sindacati chiedono conto alla Regione di quanto sta succedendo, ma diversi consiglieri regionali, funzionari, portaborse, segretari , evidentemente ‘ndranghetisti appartenenti a cosche, sono introvabili e non si sa con chi parlare. I centralini squillano a vuoto. Da Roma giungono inviti alla calma. Diversi deputati eletti in Calabria sono scomparsi e nessuno riesce a far da tramite con la regione. Le città calabresi senza punti di riferimento e controllo dove prima vi erano piccoli boss locali che svolgevano questa funzione, finiscono nell’essere devastate da vandali e sciacalli giunti da tutto il meridione. I Tribunali, le sedi di partito, i municipi, quasi tutti vuoti, vengono assaltati dalla popolazione e tutti gli archivi vengono bruciati. Nelle carceri restano solo i detenuti accusati di piccoli furti e piccolo spaccio, le celle dei boss sono vuote, e i carcerieri non sanno piu’ cosa fare.

VENERDI

La popolazione è oramai alla fame. Quasi tutte le grosse catene di supermercati  e centri commerciali sono chiusi, i piccoli negozi hanno esaurito tutte le scorte i panificatori non ricevono più farina, i trasportatori hanno i loro camion fermi nei depositi privi di carburante. I turisti impauriti sono scappati, molti alberghi sono stati improvvisamente chiusi. Il governo è riunito in emergenza per prendere una decisione ma molti ministri sono scomparsi, quasi tuti quelli eletti con la Lega di salvini in Calabria e nelle regioni del sud Italia.

SABATO

Dopo una notte di discussione, il governo centrale decide l’invio dell’esercito. Nella stessa mattinata 5000 paracadutisti vengono paracadutati su tutta la regione mentre la marina prende possesso dei porti di Gioia Tauro, Villa San Giovanni, Corigliano, Crotone. Migliaia di camion partono dalla Sicilia ,dalla Puglia, dalla Basilicata e dalla Campania per portare provviste  e generi di prima necessità. Tutti gli stipendi ed i pagamenti vari vengono trasferiti negli uffici postali sotto controllo dello stato centrale.

DOMENICA

Nella settimana di libertà dalla ‘ndrangheta molti comuni sono stati autogestiti dalle popolazioni. Associazioni dell’antimafia sociale, volontari si sono sostituiti a sindaci, parlamentari, funzionari, consiglieri regionali, giudici, poliziotti, rimettendo in moto la macchina sociale e della convivenza civile. Ma vengono subito esautorati tutti e sostituiti a loro volta dall’esercito stesso. La regione è allo stremo senza liquidità e senza alcuna circolazione di moneta.

 

FINE DELL’IMMAGINARIO

Pensandoci bene però succederebbe più o meno questo. La ‘ndrangheta oggi nella nostra regione controlla tutto, determina tutto. Dall’enorme traffico di droga favorito dal proibizionismo, al controllo dei grossi flussi finanziari tramite i fondi dell’unione Europea, fino agli appalti tutti nelle loro mani tramite loro imprese o imprese compiacenti, al controllo delle città con il pagamento del pizzo, della prostituzione, delle armi, delle discariche e dei rifiuti tossici. Nelle casse dell’ndrangheta entra quindi un enorme flusso di danaro che loro oggi riescono a reinvestire in Calabria ed in tutta Europa tramite le banche.

La realtà oggi è proprio questa . L’economia calabrese è nelle mani di gente come questa, gente malavitosa, ’ndranghetisti, massoni, politici corrotti, che fanno cose per trarne guadagni. Un cane che si morde la coda. Negli anni passati e ancora oggi , forti dell’impunità di cui godono, i ‘ndranghetisti, pieni di danaro liquido sono riusciti a corrompere qualsiasi cosa. Dalla politica, alle istituzioni, ai funzionari, al semplice geometra comunale. Qualsiasi problema lo risolvono loro con i loro mezzi. Ed ecco perché se sparissero improvvisamente tutta la nostra regione cadrebbe nel caos.

LA CALABRIA SENZA ‘NDRANGHETAultima modifica: 2018-10-10T17:13:24+02:00da sciroccorosso