La banalizzazione della mafia ad opera di Gratteri

Schermata-2014-12-10-alle-20.36.50Gratteri esalta la mafia, banalizzandola, ne spiega la potenza , i legami con la politica, ne racconta la storia, ne ricorda fatti di anni passati, spesso non provati, ma ne parla, rendendola ancora più forte. Il cittadino normale, che lavora quotidianamente per guadagnarsi il pane, la casalinga che porta i figli a scuola, il sindaco onesto che cerca di mantenere il proprio paese pulito, che deve fare di fronte a questa potenza ? Capiscono tutti che non si può fare niente e che l’unica arma per difendersi è quella di continuare a fare il proprio lavoro tenendosi lontano da qualsiasi tentazione collaborativa; sia con lo stato che con i mafiosi. Di fronte ai racconti che fa Gratteri, si avverte un senso di impotenza estremo. Le sue minacce continue a sciogliere più comuni, senza che questi avvengano, le sue esternazioni sulla politica che ha protetto i ladri di polli facendoli diventare criminali internazionali, lasciano tutti basiti. E mò ? ci si chiede, che facciamo ? Lui, Gratteri, gira in auto super protetto , ma noi, che viviamo per strada ? E se ci troviamo in un bar dove il boss mafioso, ti offre gentilmente il caffè, che facciamo ? le ultime esternazioni, del super procuratore Gratteri,  vengono da una lezione di “Master in intelligence” dell’università della Calabria tenuto a Catanzaro qualche giorno fa. Qui Gratteri , “ha citato l’esempio di un trafficante di San Calogero, in provincia di Vibo Valentia, che non aveva pagato una partita di droga ai cartelli colombiani e che è stato intercettato dai terroristi spagnoli dell’Eta”. Tali interazioni, a giudizio del magistrato, possono trovare un’ipotesi di convergenza sopratutto nell’ambito dei porti che è difficile controllare anche per le loro estensioni, come quello di Santos che ha 35 chilometri di banchine oppure quello di Amsterdam che si sviluppa per 17. “Appunto per questo ,  l’attività di intelligence diventa decisiva. Un fenomeno a cui prestare particolare attenzione è verificare se le mafie riescano a condizionare direttamente o indirettamente alcuni media di élite che sistematicamente cercano di delegittimare le attività dei servitori dello Stato”. “Il fenomeno della ‘Ndrangheta- dice Gratteri-  è stato sottovalutato. Bisogna conoscere la storia per capire come mai da noi i ladri di polli sono diventati la mafia più ricca del mondo e altrove sono rimasti ladri di polli”. E questo Gratteri dovrebbe dirlo al Ministro Salvini, concentrato sui migranti e su decreti sicurezza che tendono solo a sgomberare baracche e centri sociali . Poi riferendosi a noi poveri abitanti della Calabria , dice che “i calabresi non sono omertosi, sono delusi, stanchi del potere, sfibrati da mille maneggi “.  Ma intanto votiamo a Salvini, e dovrebbe capirne il motivo, recondito che sta dietro alle mosse elettoralistiche compiute con certi personaggi oggi nel parlamento. Starà indagando su questa gente ? Vogliamo immaginare di si. “Il riciclaggio- ha proseguito Gratteri –  più che dai grandi istituti di credito viene compiuto spesso dalle banche locali i cui vertici sono più condizionabili.

mappa ndranghetaI capi delle mafie non sono in grado di fare operazioni raffinate di riciclaggio e quindi si servono di professionisti e di finanziarie, quasi sempre del Nord e principalmente lombarde , “le mafie sono state storicamente legittimate dalle classi dirigenti, come dimostra il primo scioglimento di un consiglio comunale per mafia avvenuto a Reggio Calabria nel 1869”. “Abbiamo sciolto tanti comuni per mafia e ne scioglieremo ancora di più. Il voto inquinato non si risolve con la decadenza dei consigli comunali ma assegnando più poteri ai commissari”.  Più poteri ai commissari e niente politica ci pare di capire, e già che ci siamo potremmo ritornare ai “prefetti di ferro” di memoria mussoliniana.  “In Colombia – ha sostenuto – ci sono grandi professionalità nel contrasto al narcotraffico, affiancate dagli operatori della Dea statunitense. Spesso collaboriamo meglio con la locale magistratura e polizia che con gli omologhi europei. Mi sono dichiarato contrario all’accordo con i terroristi delle Farc che ha provocato 260 mila morti e che è stato poi bocciato dalla popolazione”.  Questo passaggio non si capisce, dal momento che non è mai stato dimostrato che le Farc avessero a che fare con i grandi trafficanti di droga, e non per caso messi al bando non dalle popolazioni ma dagli Usa. Poi parla della scuola e qui non si capisce dove vuole arrivare: “Il livello dell’istruzione- spiega Gratteri-  in scuole e università oggi è spesso scadente per cui occorre investire nella serietà degli studi con orari a tempo pieno, non finalizzando i finanziamenti al numero e ai tempi dei promossi e remunerando meglio gli insegnanti. Amo la mia terra – ha concluso – e amo il mio lavoro ma sono indignato perché ho sessanta anni e solo ora comincio a vedere qualche cambiamento, una rivoluzione mentale che coinvolge una giovane generazione di servitori dello Stato che potrebbe invertire radicalmente la tendenza in Calabria e in Italia. Non è semplice, ma è l’unica strada”. “L’informatica risolve gran parte dei problemi dell’umanità poiché oggi anche le macchine si guidano da sole e i robot effettuano operazioni chirurgiche sull’uomo. È mai possibile che solo nella giustizia occorra rimanere ancora alla penna e al calamaio?”. E questo è l’unico punto che mi trova concorde con il magistrato. “È chiaro – ha aggiunto Gratteri – che si toccano precisi interessi a rendere veloci e trasparenti le procedure. L’informatizzazione del processo significherebbe, tra l’altro, utilizzare meglio i 10 mila addetti della polizia penitenziaria sui 44 mila totali che ogni giorno sono impegnati nelle traduzioni e nei trasferimenti dei detenuti. Questo comporta non solo un costo aggiuntivo annuo di 70 milioni di euro ma anche la chiusura di intere sezioni delle carceri per mancanza di personale, contribuendo al sovraffollamento. Inoltre, le notifiche giudiziarie elettroniche sgraverebbero quotidianamente migliaia di operatori delle forze dell’ordine da queste incombenze. Così come assegnare ai detenuti un tablet dove notificare tutti gli atti processuali migliorerebbe enormemente il sistema di amministrazione della giustizia. Questo – ha concluso – è l’esatto contrario dell’abbassamento dei livelli di garanzia”.

boss salutaMa questo bisogna dirlo ai due geni , che hanno in mano la giustizia italiana, in questo momento e cioè al ministro dell’angoscia Salvini, che si è salvato da un processo grazie all’immunità parlamentare, ed a un ministro della giustizia che , pur essendo laureato in legge , ne sa di giustizia quanto un ragioniere. Basta vedere come ha gestito l’arresto e l’arrivo di Battisti in Italia, per capire quale sia il senso di giustizia di questo soggetto.  Contro le mafie, ci vuole una mobilitazione nazionale, una presa di coscienza collettiva , colpendo al cuore dello stato mafioso, attraverso controlli serrati nelle banche  per seguire i flussi finanziari. Occorre delegittimare tutti quei parlamentari che giocano con l’elettorato mafioso, che hanno legami con le massonerie che bisogna sciogliere. Bisogna aprire gli archivi di stato, per capire chi siano stati i mandanti di tutte le stragi avvenute in Italia da Portella delle Ginestre ad oggi. Nel contempo c’è bisogno di un assunzione del meridione come nuova questione . Se la ‘ndrangheta è stata sottovalutata, come dice Gratteri, anche le regioni del sud hanno subito questo fenomeno per secoli, determinando una sotto cultura, un sotto progresso, un arretramento culturale e civile, che va immediatamente recuperato. E va recuperato partendo dai territori, dai paesi più lontani, togliendo alle mafie la mano d’opera necessaria per portare avanti le proprie attività. E bisogna avere il coraggio di eliminare dai loro traffici la più grande risorsa che è quella della droga. Liberalizzando le droghe leggere prima di tutto, e su questo Gratteri dimostra di avere un grave ritardo culturale. Oggi la marjiuana è libera in molti stati degli Usa, in molte nazioni europee,  e dove questo è avvenuto, lo stato ha guadagnato e le mafie hanno perso. Le mafie nigeriane e albanesi , vivono con lo spaccio, liberalizzando le droghe, restano senza fare niente. Lo stesso con la prostituzione. Se si vogliono liberare le giovani donne ancora per le strade , bisogna dare loro la possibilità di potersi autogestire, se lo vogliono, liberandosi così dai magnaccia. I segnali da dare, alla gente sono questi. Una presenza cotante dello stato e soprattutto non il reddito di cittadinanza dato così senza un valore, ma lavoro vero e duraturo che metta in gioco le persone , le loro idee e intelligenze, sfruttando le risorse dei territori calabresi e meridionali, ricchi di tutto, di storia, di gastronomia, di arte, archeologia e soprattutto di una grande valenza sociale e solidale che in Italia si sta spegnendo.

La banalizzazione della mafia ad opera di Gratteriultima modifica: 2019-02-23T06:49:30+01:00da sciroccorosso